Laura Gallo è un’attivista con doppio passaporto, italiano e venezuelano, madre del dirigente del partito Voluntad popular e del Foro Penal Venezolano Gabriel Gallo.
La donna è stata arrestata lo scorso 23 gennaio, assieme ad altre 31 persone, e attualmente si trova in stato di fermo nel Circuito Judicial Penal (il comando di polizia locale) di San Felipe, nello stato di Yaracuy, a circa 300 chilometri a ovest dalla capitale Caracas.
La Farnesina ha comunicato di essere in “costante contatto” con il Consolato d’Italia a Caracas.
“Al momento” informa il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo in una nota “non c’è nessun capo di imputazione contro la nostra connazionale, cosa che probabilmente avverrà nelle prossime ore, quando Laura Gallo comparirà davanti al giudice”.
L’attivista italiana “risulta essere in buone condizioni di salute”, sempre secondo quanto confermato dal Consolato d’Italia a Caracas, “e con la possibilità di comunicare verso l’esterno”.
Intorno a questo caso è montata una vera e propria mobilitazione, con diversi deputati venezuelani schierati in difesa della donna.
L’arresto, secondo quanto denunciato dal figlio, Gabriel Gallo, esponente dell’opposizione e dirigente del partito Voluta Popoluar, sarebbe “arbitrario” e “infondato”.
L’ambasciata a Caracas si “sta adoperando per tentare di risolvere la situazione”, spiegano dalla Farnesina. In base alle accuse, secondo quanto comunicato dal figlio, c’è anche quella del “terrorismo” e rischierebbe fino a 15 anni di carcere.
La situazione in Venezuela, gli ultimi aggiornamenti
Il 30 gennaio il presidente Maduro ha respinto gli ultimatum giunti da Stati Uniti e da altri Stati esteri e ha spiegato che le prossime elezioni si terranno nel 2025, alla scadenza naturale del suo mandato.
Intanto è stato confermato che Juan Guaidó non potrà lasciare il paese. A stabilirlo è stato il procuratore generale Tarek William Saab, che ha chiesto alla Corte Suprema del paese di aprire un’indagine su leader dell’opposizione.
Oltre al divieto di lasciare il paese, tra le misure restrittive ai danni del presidente dell’Assemblea Nazionale di Caracas vi è anche il congelamento dei conti correnti e il sequestro dei beni mobili e immobili di Guaidò.