Vent’anni dopo, Diana è un’assenza che si fa presenza nel dolore immutato dei figli. Oggi la sua mancanza ripropone lo stesso scenario di allora, in una versione aggiornata e composta.
La regina Elisabetta resta avvolta nel suo silenzio tra le mura del castello, a Balmoral. A Londra, William e Harry si mostrano al pubblico a Kensington Palace, ma questa volta i sudditi non hanno nulla da recriminare contro la sovrana perché nel frattempo è nata una nuova favola in cui credere, quella di Kate.
La morte ha ingigantito il mito di Diana, la principessa triste, del Galles e del popolo. Lei che voleva solo essere amata, diventò il centro e la svolta di una famiglia reale incrostata nei secoli delle sue tradizioni, portando una ventata di freschezza prima e una tempesta di polemiche poi, perché era tanto diversa da ritrovarsi, a un passo dal trono, anticonformista e controcorrente. O più semplicemente contro.
Sono stati i media a trasformarla in un’icona pop, attingendo a piene mani dagli spunti che offriva: Diana principessa, Diana crocerossina, Diana fashion, Diana ribelle. Sono le facce con le quali ha rivelato se stessa e il suo popolo l’ha amata per questo. Ha diviso gli animi, gli inglesi, la famiglia e i commenti in pro e contro di lei. È stata capace di usare la stampa, perfino contro la corona e il marito in un matrimonio apparente, uscendone vincitrice. L’ultima sua amara consolazione nell’illusione di un sogno sfumato.
Diana, al momento della morte, non era più altezza reale e nemmeno nel cuore dei Windsor, ma la reazione del popolo è stata sorprendente, tale da far tornare sui propri passi la famiglia e costringere la regina al tributo che non avrebbe voluto offrirle.
Dalle ceneri della principessa del Galles, è nata la principessa del popolo, in mezzo la trasformazione di uno stile di vita a cui Diana si è ribellata confessando al megafono dei media le sue fragilità.
Quelle di una donna comune: tradita e traditrice, bulimica e infelice, ma soprattutto mamma, il suo asso nella manica che lei calava sul tavolo con la classe di un giocatore di professione. Bella, bionda, principessa e mamma, infelice, triste, osannata e morta: così Diana è diventata un’icona pop, popolare e del popolo. Un’icona intramontabile.
Leggi l'articolo originale su TPI.it