Tra le linee guida di Instagram – e di Facebook, che è proprietario del noto social dedicato alle foto – c’è quella di non pubblicare immagini in cui si vedano capezzoli femminili. Questa scelta è volta a prevenire la pubblicazione di contenuti che potrebbero risultare poco adatta a un pubblico sensibile.
Questa scelta, tuttavia, ha causato non poche polemiche, sia per un fattore di libertà – i capezzoli in molti contesti non sono considerati come qualcosa di sconcio – sia per una questione di parità, dal momento che i capezzoli maschili vengono invece liberamente mostrati sul social network.
Tra le proteste più celebri a riguardo c’è stata sicuramente la nascita del movimento d’opinione Free the nipple, attraverso cui numerose donne hanno chiesto di poter mostrare liberamente i capezzoli proprio come gli uomini, pubblicando anche alcune foto “proibite” sui social.
La protesta contro questo divieto lanciata dall’account “genderless nipple” è invece molto più sottile. L’obiettivo dell’account è quello di aggirare il divieto pubblicando primissimi piani di capezzoli che, in questo modo, non sono identificabili come maschili o femminili.
Questo approccio ha avuto un incredibile successo, portando la pagina a raggiungere 50mila followers in appena sei settimane di vita.
L’obiettivo di questo account è dimostrare come le linee guida di Instagram siano in realtà fallaci, senza creare una guerra con il social network, ma aprendoci un dialogo. Così ha dichiarato al Guardian una delle creatrici del profilo, Eveline Wass.