A scuola con il velo, ma senza trucco, tatuaggi o piercing. Sono le nuove regole dettate dal governo turco, che impongono anche il divieto di tingere i capelli e, per i ragazzi, quello di portare la barba o i baffi.
Pubblicate sabato sulla Gazzetta Ufficiale le norme, volute in primis dal presidente Recep Tayyp Erdogan, hanno subito sollevato le critiche dell’opposizione che le considerano “oppressive”, “inapplicabili” e soprattutto un ulteriore passo in avanti verso “l’islamizzazione” della Turchia.
Già a luglio, Erdogan aveva chiarito come la pensasse sui tatuaggi, criticando aspramente un giovane giocatore del Galatasaray. “Perché fai del male al tuo corpo?”, aveva detto il presidente al calciatore Berk Yildiz. “Non farti ingannare dagli stranieri. Corri anche il rischio che ti venga un cancro alla pelle in futuro”.
In base alle nuove regole imposte da Ankara, ragazze e ragazzi “non possono tingersi i capelli, né truccarsi, né avere tatuaggi o piercing”. I maschi inoltre “non possono portare barba o baffi”. Gli studenti “devono presentarsi a scuola con il volto visibile, non possono usare borse o altro materiale con simboli politici, foto o scritte”. Le punizioni per chi trasgredisce possono arrivare fino all’espulsione dalla scuola.
E se da un lato Ankara vieta ai ragazzi di indossare “sciarpe, berretti e cappelli”, dall’altro dà il via libera al velo per le studentesse dai 10 anni in su. “Ognuno deve vivere la sua vita come meglio crede”, era stato il commento del premier turco Ahmet Davutoglu, noto per essere un conservatore, subito dopo la decisione del governo di abrogare il divieto di indossare il velo nelle scuole superiori che segue la liberalizzazione nelle università, uffici della pubblica amministrazione e parlamento.
Dura la reazione di una parte dei sindacati della scuola. “La società turca è avviata a tornare al Medio Evo”, ha detto ai giornali il leader di Egitim Is, Veli Demir, che sul divieto di tatuaggi e piercing ha chiesto polemicamente: “Cosa faranno con quei ragazzi che hanno già tatuaggi sul corpo? Gli strapperanno la pelle? È una decisione irrazionale, frutto di una logica oppressiva”, ha detto Demir annunciando di voler ricorrere in appello al Consiglio di Stato.
“Sono norme contrarie alla costituzione turca, alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e le decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo”. Ma c’è anche il sindacato conservatore Egitim Bir Sen che, approfittando della mossa del governo, ha chiesto l’abolizione delle classi miste.
Sono ormai diversi mesi che il premier turco Erdogan cerca di controllare gli aspetti della vita quotidiana dei suoi cittadini. Oltre alle normative che riguardano l’aspetto e l’abbigliamento, Erdogan ha espresso una dura posizione contro l’aborto e il desiderio di tirare su una generazione di “musulmani devoti”.
Anche il primo ministro Davutoglu sembra muoversi nella stessa direzione. Come ha riportato il quotidiano Taraf, Davutoglu avrebbe infatti recentemente esortato i negozianti a pregare ogni mattina.
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