Il presidente turco ha dato l’incarico a Binali Yıldırım di formare un nuovo governo, dopo le dimissioni di Ahmet Davutoğlu. Yıldırım è un alleato di lunga data di Erdogan, e ha già promesso di dare maggiore autorità per l’ufficio del presidente, con una riforma costituzionale in senso presidenziale che erode i poteri del primo ministro. Il fedelissimo di Erdogan aveva già ricoperto il ruolo di ministro dei trasporti per vari mandati.
Yıldırım era stato co-fondatore insieme a Erdogan del partito Akp. Il premier designato, eletto segretario di partito durante il congresso di domenica 22 maggio, ha fatto sapere che sta già lavorando alla lista dei ministri, e che presto sarà presentata al presidente.
Intanto Ankara ha annunciato che potrebbe presto sospendere l’accordo sui migranti con l’Unione europea se Bruxelles non manterrà il suo impegno di liberalizzare i visti per i cittadini turchi. Ma l’Ue sostiene che per procedere con i visti, il governo turco deve modificare la legge antiterrorismo, adattandola a standard più europei.
Quest’ultimo è solo uno dei 72 requisiti richiesti dall’Ue. Il presidente turco Erdogan ha detto che l’Europa non sta facendo abbastanza per ridistribuire i 3 milioni di siriani che vivono in Turchia.
L’Unione europea ha rivelato che solo 177 siriani, tra quelli che godevano dei requisiti per la protezione internazionale, sono stati reinsediati in Europa dalla Turchia, dall’entrata in vigore dell’accordo sui migranti dello scorso marzo.
In Turchia intanto si terrà oggi e domani, 23 e 24 maggio, il World Humanitarian Summit, dove i politici di tutto il mondo si incontreranno per discutere come affrontare le crisi globali che sono state aggravate dalla guerra, il cambiamento climatico e le catastrofi naturali.