Le piace farsi chiamare Graça, ha 59 anni e conosce la Petrobras come le sue tasche. Ci lavora dal 1978 ed è stata a capo dei principali settori strategici della società. E’ nata a Caratinga, nel Minas Gerais, ma è cresciuta nel Complexo do Alemão, una delle favelas di Rio de Janeiro pacificate di recente. Dal 13 febbraio diventerà il nuovo capo esecutivo di Petrobras, il colosso energetico del Sud America. Graça è laureata in ingegneria chimica e ha un Master in ingegneria nucleare, oltre a un MBA in economia. Sul braccio destro ha tre stelle tatuate: due per i figli, una per la Petrobras. Al quotidiano Folha ha rivelato che tifa per il Botafogo, adora il Carnevale e i Beatles. Ma nella vita professionale ha la fama di una tecnocrate rigida ed esigente. «So che le persone non vorrebbero mai avermi come capo», ha detto in un’intervista alla rivista Exame. «Sono dura, lo riconosco, ma abbraccio e bacio chi ha lavorato bene».
La sua carriera cambia piega nel 2003, quando Dilma Rousseff, a quei tempi ministro delle Miniere e dell’Energia nel governo Lula, ha modo di vederla al lavoro. Ne è nata una amicizia forte che ha aiutato la Foster a scalare le gerarchie della Petrobras. Sarà per la somiglianza nei modi, o nel carattere, ma i media brasiliani l’hanno subito dipinta come la “creatura” di Dilma. Il passaggio di consegne tra Josè Sèrgio Gabrielli, l’attuale CEO di Petrobras, e Graça sarà formalizzato il 13 febbraio, durante la riunione del Consiglio di amministrazione. Gabrielli, 63 anni, economista, comincerà una nuova vita. Fuori dalle aziende, dentro la politica. Secondo la Globo, la maggiore testata radio – televisiva del Paese, si candiderà alla guida dello stato di Bahia nel 2014.
Non è solo per la stima verso la Foster che la Rousseff ha preteso il cambio di governance. Il colosso energetico ha bisogno di orizzonti diversi da quelli che poteva offrire Gabrielli. La Petrobras si trova in difficoltà. Gabrielli ha finanziato la compagnia indebitandosi all’estero mentre la moneta nazionale, il Real, era in fase di apprezzamento. Ma adesso che il dollaro e l’euro stanno recuperando terreno, il debito della Petrobras si è gonfiato pericolosamente. La missione di Graça sarà duplicare la produzione di petrolio entro il 2020, sfruttando le enormi riserve che si trovano a largo della costa brasiliana: il Pre-sal. Si tratta di giacimenti di petrolio a largo degli stati di Rio, San Paolo, Espiritu Santo e Santa Caterina, che si trovano a otto chilometri dalla superficie del mare, sotto uno spesso strato di sale. La Petrobras ha già cominciato a estrarre petrolio dal Pre-sal, ma ha bisogno di raffinare le tecniche di estrazione sottomarine. Al momento quel petrolio non è ancora competitivo sul mercato (leggi l’articolo).
Nelle intenzioni di Dilma, un ingegnere al timone faciliterà il rilancio della Petrobras. In più, Graça sembra una lady di ferro, proprio come il presidente. L’unica ombra nella sua carriera sono i contratti che Petrobras ha firmato con l’azienda di suo marito, Colin Vaughan Foster. Tra il 2007 e il 2010, il colosso energetico e la C.Foster hanno stipulato 42 contratti per la fornitura di componenti elettronici. La Petrobras ha liquidato la vicenda dicendo che si è trattato di contratti di piccola entità e che non rientravano nel settore Gas e Energia (dove Graça era direttrice), ma non ha mai reso noto il costo totale delle spese per le forniture.