Le statistiche dell’istituto nazionale greco Elstat parlano di 477 persone che si sono suicidate in Grecia nel corso del 2011, con un incremento del 26 per cento rispetto all’anno precedente.
Oltre l’80 per cento di coloro che si sono tolti la vita erano uomini, ma la percentuale di donne suicide è raddoppiata raggiungendo gli 84 decessi nel 2011. Secondo la Ong Klimaka il numero di persone che si sono tolte la vita nel Paese è in realtà molto più alto rispetto a quello registrato. Non ci sono inoltre statistiche disponibili sul numero di tentativi di suicidio falliti, che si stima essere da 15 a 20 volte superiore.
La regione di Atene, dove vive quasi un terzo degli 11 milioni di abitanti della Grecia, conta il 35 per cento dei casi.
Il partito di opposizione radicale Syriza e varie Ong hanno addebitato l’aumento dei suicidi all’impoverimento dovuto alla recessione che ha colpito la Grecia, e alle misure di austerità imposte dai creditori internazionali in cambio di aiuti finanziari. La disoccupazione in Grecia, che è al suo sesto anno di recessione, ha raggiunto un record del 27 per cento nel mese di febbraio ed è due volte più alta della media della zona euro. A febbraio il 64,2 per cento dei giovani era senza lavoro, secondo nuovi dati pubblicati giovedì.
La depressione greca è una delle più lunghe e incisive nella storia dei Paesi sviluppati. Solo la Grande Depressione negli Stati Uniti e il crollo dell’Urss tra 1989-1998 hanno fatto registrare una perdita più consistente e più duratura del Pil.