Per la prima volta nella storia, il numero delle persone che vivono in condizioni di estrema povertà nel mondo è inferiore al 10 per cento della popolazione globale, secondo quanto ha riportato la Banca mondiale.
Utilizzando un parametro di ricchezza pari a 1,73 euro al giorno, la Banca ha stimato che la percentuale della popolazione mondiale che vive in condizioni di indigenza ha subìto una decrescita, passando dal 12,8 per cento calcolato nel 2012 al 9,6 per cento nel 2015. I nuovi dati indicano che la povertà estrema potrà essere eradicata nel prossimo futuro.
“È la migliore notizia del giorno – queste proiezioni dimostrano che siamo la prima generazione nella storia ad avere la possibilità di mettere fine alla povertà estrema”, ha dichiarato Jim Yong Kim, presidente della Banca mondiale.
Le nuove cifre sono certamente di rilievo se si considera che, in base ai dati forniti dalla Banca, solo 25 anni fa più di un terzo della popolazione mondale viveva in condizioni di indigenza. Nonostante l’incremento demografico globale, le persone che vivono in condizioni di miseria nel 2015 sono meno della metà rispetto ai dati del 1990.
Le Nazioni Unite hanno reso noto di recente un programma volto a porre fine alla povertà estrema entro il 2030, facendo riferimento al parametro utilizzato in precedenza dalla Banca mondiale pari a 1,14 euro al giorno. Il piano che era stato promosso dalle Nazioni Unite nel 2000, è l’unico Millennium Development Goals (MDGs) raggiunto finora, principalmente grazie alla crescita economica della Cina.
La Banca mondiale ha sottolineato che, come dimostrato dalle nuove valutazioni, fattori come la crescita dei paesi in via di sviluppo e gli investimenti su istruzione, salute e sicurezza hanno avuto un forte impatto sul tasso di povertà globale. “La recente previsione secondo cui la percentuale di povertà sarà ridotta a una sola cifra dovrebbe darci un nuovo slancio e aiutarci a individuare con maggiore chiarezza le strategie più efficaci per mettere fine alla povertà estrema”, ha dichiarato Kim.
La Banca ha inoltre messo in luce che nonostante il miglioramento considerevole della situazione globale, la povertà rimane un problema molto serio nell’Africa subsahariana e nel sud dell’Asia. La situazione in quelle regioni sembra essere in contrasto con quella dell’Est asiatico, dove pare che il livello di indigenza sia destinato a diminuire vertiginosamente da oltre il 60 per cento al 4,1 per cento nel 2015.
L’interrogativo più grande per la Banca mondiale rimane quello dell’affidabilità dei dati forniti da ogni paese: in passato, un ricercatore della Banca ha dichiarato che solo il 77 per cento dei 155 paesi analizzati raccoglie dati attendibili sulla ricchezza. L’ultimo posto per povertà assoluta nel mondo è ricoperto dal Medio Oriente. Una nota spiega che i dati non sono disponibili a causa del conflitto in corso e della condizione di instabilità che vige in molti paesi della regione.