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    La libertà di viaggiare delle donne iraniane

    Le autorità iraniane stanno discutendo una proposta per limitare la possibilità di viaggiare delle donne. È solo l'ultima di molte restrizioni

    Di Golnaz Esfandiari
    Pubblicato il 3 Feb. 2013 alle 18:48 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:01

    La libertà di viaggiare delle donne iraniane

    The Post Internazionale in collaborazione con Radio Free Europe/Radio Liberty

    Il comitato di sicurezza nazionale del Parlamento iraniano sta considerando una nuova proposta di legge che metta maggiori limiti al diritto di viaggiare delle donne, materia già molto restrittiva. Ora come ora, tutti i ragazzi sotto i 18 anni (sia maschi che femmine) devono avere il permesso del padre per chiedere i documenti che gli consentano di recarsi all’estero.

    Le donne oltre i 18 anni hanno bisogno di un foglio scritto dal padre o dal tutore (maschile) per ottenere un passaporto. Quelle sposate necessitano dell’autorizzazione del marito per ricevere i documenti. Con la nuova proposta di legge sui passaporti – che deve prima passare al vaglio dei 290 parlamentari conservatori – il passaporto di una donna può essere confiscato se il suo tutore cambia idea e si oppone al suo viaggio.

    L’avvocatessa iraniana Mehrangiz Kar (più volte premiata per il suo impegno negli Stati Uniti dove studia e lavora), in prima linea per la lotta per i diritti umani, dice che questa proposta non è altro che un altro tentativo di limitare il libero spostamento delle donne. “Prima di questa legge, quando il marito cambiava idea, doveva mandare una lettera ufficiale alle autorità e la donna doveva arrivare fino all’aeroporto per sapere se avrebbe potuto viaggiare o se l’opposizione del marito era stata accolta”, dice Kar a Radio Farda Rfe/Rl.

    “Nessuno le avrebbe in ogni caso confiscato il passaporto; se lo sarebbe tenuto ma non avrebbe potuto lasciato il Paese. Ora la potenziale confisca è una nuova grave limitazione”.

    A novembre è stato deciso che le donne fino ai 40 anni debbano presentare una richiesta ufficiale del padre o del tutore prima di ricevere un passaporto. La decisione ha portato critiche e proteste dagli attivisti per i diritti delle donne e da molti altri fronti. Tale disposizione sembra essere cambiata. Secondo il portavoce della sicurezza nazionale, Hossein Naghavi Hosseini: “Sebbene tutte le donne single dopo i 18 anni necessitano l’approvazione maschile per abbandonare il Paese, questo non preclude l’emissione del loro passaporto”. Ha aggiunto però che le donne sposate – a qualsiasi età – hanno bisogno che il marito acconsenta al rilascio del passaporto.

    Hosseini ha detto che le nuove misure sono state adottate solo per il benessere delle donne. Gli attivisti non sono d’accordo. Loro vedono la proposta di legge e i suoi controversi articoli come l’ultima mossa contro le donne iraniane, che godono di meno diritti degli uomini e sono trattate diversamente davanti alla legge in caso di divorzio, custodia dei figli e per questioni di eredità. Nonostante questo, le donne hanno fatto notevoli passi avanti negli ultimi anni. Oltre il 60 per cento dei nuovi iscritti all’università è di sesso femminile.

    La giornalista e attivista per i diritti delle donne Asieh Amini dice che le istituzioni iraniane cercano sempre di fermare il progresso femminile all’interno del Paese. “Le donne iraniane, per i loro successi accademici, professionali e sociali, stanno diventando ogni giorno più indipendenti, e necessitano maggiori contatti con il mondo esterno”, dice Amini. “Sfortunatamente, invece di aiutarne la crescita, il governo limita le loro attività con leggi e decisioni assurde. La legge passata in Parlamento è un altro esempio di questi tentativi”. Amini crede che le decisioni discriminatorie del governo siano dovute al fatto che molti conservatori vedano ancora una donna esclusivamente come madre o moglie, una teoria che purtroppo è supportata da molti iraniani”.

    Dal blog di Golnaz Esfandiari per The Post Internazionale
    Traduzione di Samuele Maffizzoli
    Questo articolo è stato pubblicato per gentile concessione di Radio Free Europe/Radio Liberty

     

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