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    La Cia ferma le sue spie in Europa

    Da almeno due mesi, i servizi americani non si possono incontrare con fonti reclutate all’interno dei governi europei

    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 20 Set. 2014 alle 16:42 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:58

    La Cia ha bloccato parzialmente le attività dei suoi agenti segreti in Europa da almeno due mesi.

    Gli americani vogliono capire se lo spionaggio sugli europei vale il rischio di venire scoperti, ha scritto l’Associated Press citando fonti della Cia. Il blocco riguarda anche Turchia e Canada, che fanno parte della divisione “EUR” della Cia.

    Gli agenti dei servizi segreti americani in Europa non possono intraprendere “operazioni unilaterali”, il che vuol dire che per il momento non si incontrano con fonti reclutate all’interno dei governi alleati: contatti clandestini che rappresentano l’essenza dello spionaggio.

    Possono incontrare omologhi dei servizi, condurre operazioni congiunte o con l’approvazione del Paese ospitante. I contatti con le “talpe” in Medio Oriente sono stati dirottati altrove.

    Dal quartier generale della Cia nessun commento, ma ieri il direttore dell’intelligence nazionale James Clapper ha detto che gli Usa stanno assumendo maggiori rischi perché non stanno spiando più “specifici bersagli”.

    Lo stop non poteva arrivare in un momento più inopportuno, con molte organizzazioni di intelligence preoccupate per la minaccia dell’Isis e dei combattenti stranieri reclutati dai jihadisti in occidente.

    Una versione del pezzo di Giulio Gambino è uscita su la Stampa, a pagina 15, sabato 20 settembre 2014

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