James Kingston ha 24 anni. È nato e cresciuto a Southampton, nel Regno Unito, e da quando ne ha 14 ha iniziato a praticare parkour e free running, due discipline di strada che lui sostiene siano anche un’arte.
Kingston, tra le altre cose, è anche un urban climber – letteralmente uno scalatore urbano – e nelle sue avventure, raccontate da video adrenalinici sul suo sito Professional Adventurer, si arrampica su alcuni fra i luoghi più irraggiungibili, alti e pericolosi di cui va alla ricerca quando viaggia il mondo.
Sul suo sito scrive: “Tutto è iniziato nel 2004, quando non mi sentivo in grado di raggiungere il mio potenziale creativo attraverso i vincoli di un sistema educativo opprimente, come quello accademico”.
Di recente, nel tentativo di raggiungere il suo “potenziale creativo”, è stato arrestato per qualche ora dai poliziotti di Parigi perché stava provando a scalare la Tour Eiffel.
Kingston ha trovato un modo per fare della sua passione una professione. I suoi video, in un modo che non si era mai visto prima, testimoniano la sua volontà di dare vita a una nuova arte, stupefacente e sovversiva, sul filo della legalità, clandestina ma esibita al pubblico, in grado di mantenere una forte tensione tra l’azione e la creazione.
Lo scorso 20 agosto Kingston ha postato un video da Bangalore, in India. Prima ha scalato una gru, poi, una volta arrivato in cima, ha iniziato a penzolare sulla città tenendosi aggrappato solamente con una mano.
A guardarli, i suoi video provocano le vertigini, ma Kingston, che ha fatto di queste emozioni la sua vita, chiede sarcastico: “Perché salire così in alto, se poi non guardi in basso?”
“Uomo dell’aria i limiti esistono soltanto nell’anima di chi è a corto di sogni”. Lo scrisse Philippe Petit, autore del “Trattato di funambolismo”, nonché l’uomo che nel 1974 attraversò su un filo teso lo spazio che separava le due torri gemelle del World Trade Center (nella foto qui sotto).