Il ministro Cécile Kyenge chiama, l’Europa risponde. Dopo cinque mesi trascorsi tra insulti razzisti, scritte sui muri e altri attacchi da parte di membri di partiti italiani, il ministro italiano per l’Integrazione incassa il supporto dell’Unione Europea, che ne ha preso le difese a Roma.
I rappresentanti di 17 paesi dell’Ue si sono riuniti nella capitale per condannare quanto successo e hanno richiesto un nuovo patto per porre fine a questi fenomeni di discriminazione all’interno del blocco europeo e di promuovere la diversità. A dare il via alla contromossa dell’Unione, è stato il vice primo ministro del Belgio Joelle Milquet che aveva suggerito l’idea di creare una “Dichiarazione di Roma” che potesse fungere da monito non solo per l’Italia, ma anche per tutti quelli che soffrono il razzismo.
E’ la prima volta nella storia dell’Unione che i Paesi membri si sono riuniti per sostenere un ministro. Il Patto 2014-2020 per un’Europa delle diversità rappresenta “la risposta forte e importante dell’Europa agli attacchi e agli insulti diretti a me dopo la mia nomina e per ricordare quali siano i suoi valori fondanti”, ha detto il ministro.
Tra i firmatari: Belgio, Austria, Francia, Regno Unito, Bulgaria, Croazia, Grecia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Cipro, Irlanda e Lettonia. Adesso i politici avranno una “responsabilità particolare che li vedrà in azione in questa lotta per le parole e le azioni contro il razzismo e la xenofobia”. Il ministro belga ha dichiarato: “Quello che è successo al ministro italiano è inaccettabile, ma stiamo parlando di un fenomeno molto diffuso – ha detto – Abbiamo sentito la necessità di mobilitarci per affermare il valore della diversità e dell’integrazione”.
Il gesto europeo potrebbe forse fermare il razzismo, ma certo non fermerà la solita sequela di polemiche sul ministro Kyenge. L’ultima é stata scatenata dalla pubblicazione, sulla rivista “Oggi”, di una foto raffigurante la famiglia di Cecile Kyenge, in Africa, impegnata in un rito magico vicino a una foto del leghista Roberto Calderoli. Il ministro ha confermato la presenza di suo padre, ma non ha voluto commentare il gesto.