È rottura definitiva tra Egitto e Siria. Il presidente egiziano Mohammed Morsi ha comunicato di voler chiudere l’ambasciata siriana al Cairo e di voler ritirare il suo rappresentante diplomatico da Damasco.
“Oggi abbiamo deciso di troncare tutti i rapporti con la Siria – ha detto Morsi – e condanniamo l’aggressione di Hezbollah contro il popolo siriano. Hezbollah deve lasciare la Siria”. Il presidente egiziano ha inoltre suggerito alla comunità internazionale di creare una ‘no-fly zone’ sulle aree controllate dai ribelli siriani.
Questa decisione è stata duramente criticata dal regime di Bashar al-Assad che ha giudicato come “irresponsabile” la mossa del presidente Morsi. “La Repubblica Araba Siriana condanna la decisione di Morsi che così si unisce a tutti quei cospiratori guidati da Stati Uniti e Israele”, riporta una nota di un esponente di Damasco diffusa dall’agenzia di stampa ufficiale siriana, Sana.
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno deciso di mantenere i caccia F-16 e i missili Patriot in Giordania anche dopo che sarà finita l’esercitazione militare in corso. Ma il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha fatto presente che qualsiasi tentativo di utilizzo degli F-16 per imporre una ‘no-fly zone’ sulla Siria sarebbe in contrasto con il diritto internazionale.
Secondo quanto riportato dal settimanale tedesco Der Spiegel, l’Arabia Saudita ha intenzione di fornire ai ribelli siriani missili anti-aerei. L’articolo riprende un rapporto riservato ricevuto dall’intelligence tedesca che parla di missili terra-aria che possono essere indirizzati contro aerei ed elicotteri in volo a bassa quota.
In vista della conferenza di Ginevra, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il primo ministro britannico David Cameron e incontrerà il presidente Usa Barack Obama per parlare della questione siriana, in occasione del G8 in Irlanda del Nord.