Il governo del Kurdistan siriano ha deciso di introdurre lo studio della lingua curda nelle scuole.
Dal 1963 la Siria aveva vietato l’insegnamento della lingua utilizzata nella parte ovest del Paese e chiunque fosse stato sorpreso ad insegnarla sarebbe stato arrestato.
I bambini delle minoranze presenti nel Paese – curdi, assiri e turkmeni – potevano studiare soltanto l’arabo a scuola e non la propria madrelingua.
Oggi, il Partito di unità democratica ha deciso di liberalizzarne la diffusione, inserendolo nel programma di studi dei primi tre anni scolastici e instituendolo come lingua ufficiale di apprendimento per il restante percorso di studi.
Secondo le autorità, insegnare ai bambini la propria lingua natale è indispensabile perché crescano amando la propria terra. Non la pensano allo stesso modo alcuni cittadini della zona, sebbene curdi, che sostengono che il sistema scolastico possa peggiorare di qualità e che gli iscritti potrebbero calare a causa dei nuovi programmi di studio.
Nonostante il governo siriano non abbia ancora approvato la proposta e alcuni partiti del Kurdistan siano contrari, Unità democratica ha deciso di procedere con l’attuazione del progetto.