Conosciuta per le sue battaglie ambientaliste in difesa degli animali, Kuki Gallmann, attivista e scrittrice italiana naturalizzata keniota, è stata ferita gravemente da un colpo di arma da fuoco. La donna è stata colpita allo stomaco mentre stava pattugliando il ranch nella sua riserva, la Laikipia Nature Conservancy, insieme all’autista. È stato lui a soccorrerla per primo. La 73enne è stata poi trasportata in elicottero all’ospedale di Nanyuki dove ha ricevuto le prime cure, per poi essere trasferita in un altro ospedale a Nairobi.
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Kuki Gallman si era trasferita in Kenya nel 1972 con il suo secondo marito e il figlio, morti rispettivamente nel 1980 e nel 1983. In loro memoria ha fondato nel 1984 la Gallmann Memorial Foundation, un’organizzazione che si occupa della salvaguardia dell’ambiente e ha dato vita a diverse altre iniziative umanitarie e scientifica. Cinque mesi dopo la morte del marito, la donna diede alla luce la loro figlia, Sveva.
Nota per i suoi innumerevoli libri di successo scritti in lingua inglese, soprattutto per il suo romanzo più noto “Sognavo l’Africa”, da cui è stato poi tratto un film con Kim Basinger, “Sognando l’Africa”.
Secondo quanto dichiarato dal presidente dell’associazione dei contadini di Laikipia, Richard Constant, l’ipotesi al vaglio delle autorità è che a sparare siano stati i pastori della comunità di Pokot, che vivono in Kenya e in Uganda e che già in passato erano entrati illegalmente nella tenuta della scrittrice.
A causa della grande siccità che ha colpito la Rift Valley, nella regione di Laikipia migliaia di mandriani, anche armati, sono entrati illegalmente nei ranch privati e nelle riserve in cerca di mangime per il loro bestiame. Almeno 14 persone sono state uccise. Anche alcuni agricoltori locali sono stati attaccati e il loro bestiame rubato.
Figlia dello scrittore trevigiano Cino Boccazzi, scomparso da qualche anno, Kuki Gullmann vive in Kenya da 44 anni. La sua battaglia per salvare gli elefanti dall’estinzione è nota in tutto il mondo, così come il suo coraggio e la sua forza.
Non è la prima volta che la donna riceveva delle minacce. In queste ultime settimane la sua tenuta in Kenya era stretta d’assedio da bande di pastori che avevano già sparato contro la sua casa. Un reparto dell’esercito keniota aveva cominciato a stazionare in zona per tentare di riportare l’ordine.
“Qui sparano ogni giorno”, aveva raccontato Kuki in una recente intervista, ma decisa a rimanere. “La situazione è molto critica, ma una cosa è certa, questa è casa mia, ci vivo da 44 anni e ne ho viste di tutti i colori”.
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