Tensioni in Kashmir, Pakistan: “L’India sta preparando un attacco, risponderemo”
Il Pakistan ha “informazioni credibili” che l’India prepara un attacco alla parte pachistana del Kashmir, ma le forze di Islamabad sono pronte e daranno “una risposta adeguata”. Lo ha detto oggi il primo ministro Imran Khan davanti al Parlamento della regione pachistana del Kashmir.
“Narendra Modi – ha detto Imran Khan rivolgendosi al suo omologo indiano – siamo pronti, qualsiasi cosa fai, daremo una risposta adeguata e andremo fino in fondo. È ora di darti una lezione”.
Entrambi i paesi sono detentori di armamenti nucleari, dunque un attacco potrebbe avere delle ripercussioni molto gravi.
“Conseguenze inimmaginabili”
Da quando lo scorso 5 agosto il premier nazionalista indiano, Narendra Modi, ha deciso di revocare l’autonomia del Kashmir, regione a maggioranza musulmana al confine con il Pakistan, le tensioni tra Delhi e Islamabad, in un’area che Bill Clinton aveva definito “il luogo più pericoloso del mondo”, sono tornate a riaccendersi.
Secondo Khan, l’India prepara un attacco alla parte pachistana del Kashmir “per distogliere l’attenzione internazionale sulla cancellazione dell’autonomia della regione del Kashmir sotto sovranità indiana”. Poi il premier pachistano ha specificato che “si è trattato di un errore strategico madornale da parte di Narendra Modi”, che ha così “giocato la sua ultima carta e pagherà un caro prezzo”.
Imran Khan ha poi fatto appello alle Nazioni Unite perché intervengano sulla questione, affermando che “non soltanto il Kashmir e i pachistani, ma 1,2 miliardi di musulmani (in tutto il mondo), guardano all’Onu. Il conflitto può avere conseguenze inimmaginabili”.
Cosa è successo in Kashmir
Da più di 70 anni il territorio del Kashmir è conteso tra India e Pakistan e questa decisione potrebbe creare notevoli tensioni. Lo statuto speciale della regione infatti permetteva al Kashmir di prendere decisioni autonome su questioni rilevanti attraverso il Parlamento locale. L’articolo 370 della Costituzione indiana permetteva un’indipendenza relativa, ma da oggi queste libertà sono state revocate.
La tensione parte da lontano. Nel 1947, dopo l’indipendenza dell’India, le colonie inglesi della regione vengono divise in una nazione a maggioranza musulmana, il Pakistan, e una a maggioranza indù, l’India. Milioni di persone emigrarono da uno Stato all’altro e migliaia di persone morirono nei conflitti inter religiosi che scaturirono dalla separazione.
Rimase in sospeso la sorte un regno al confine tra le due nuove nazioni, sulle montagne dell’Himalaya, governato dal maragià Hari Singh. Il monarca esitò a prendere una decisione ed entrambi i Paesi invasero il suo territorio. Il Pakistan ne conquistò un terzo e lo annesse, l’attuale Gilgit-Baltistan.
I rapporti tra le due potenze nucleari sono sempre stati complicati. A febbraio, le tensioni tra India e Pakistan si sono riaccese a causa di un attentato commesso da un kamikaze jihadista contro un convoglio di forze paramilitari indiane nel Kashmir meridionale. Morirono 40 soldati.
Nuova Delhi rispose con un raid aereo in territorio pakistano, nei pressi di Balakot, che aveva come obiettivo dichiarato una base di Jaish-e-Mohammed, l’organizzazione terrorista che aveva rivendicato l’attentato. L’aviazione pakistana rispose sconfinando in territorio indiano, abbattendo un jet nemico e catturandone il pilota.
Fu il primo scontro aereo tra i due Paesi in cinquant’anni. Il pilota fu presto restituito all’India. L’incidente avvenne però in piena campagna elettorale e Modi ne approfittò per accentuare ulteriormente il nazionalismo della sua propaganda, promettendo ai sostenitori la totale annessione del Kashmir. Una promessa che, rieletto con una maggioranza schiacciante lo scorso luglio, ha mantenuto.
Tensioni India-Pakistan: un botta e risposta continuo
Da più di 70 anni il territorio è conteso tra India e Pakistan e questa decisione potrebbe creare notevoli tensioni. Lo statuto speciale della regione infatti permetteva al Kashmir di prendere decisioni autonome su questioni rilevanti attraverso il Parlamento locale.
Tra le altre misure il Pakistan ha deciso di sospendere l’unica linea ferroviaria tra i due Paesi, la Samjhauta Express tra Lahore e New Delhi, nota come l’Espresso dell’Amicizia, attiva dal 1976 e già oggetto di reciproche ritorsioni nei momenti di massima tensione.
Il presidente del governo di New Dehli Narendra Modi ha inoltre presentato un disegno di legge al parlamento per ottenere la definitiva divisione dei territori del Jammu e del Kashmir. Il progetto del premier indiano è quello di separare dal Kashmir la zona orientale del Ladakh a maggioranza buddista. Il resto del Jammu e del Kashmir dovrebbe invece passare dallo statuto di stato federato a quello di “territorio dell’Unione”.
Incubo nucleare
Entrambe le nazioni possiedono un nutrito arsenale nucleare. Secondo i dati forniti dal Sipri, think tank svedese che si occupa di armamenti e disarmo, il Pakistan ha tra le 150 e 160 testate nucleari. L’India tra le 130 e le 140, ma può contare su missili a maggiore gittata, gli Agni III, che possono colpire fino a tremila chilometri di distanza, contro i duemila della gittata massima dei missili pakistani.
A differenza del Pakistan, l’India possiede poi dallo scorso anno sottomarini nucleari, gli Ins Arihant, e missili da crociera in grado di colpire da terra, da aria e da mare, i BrahMos, sviluppati con la collaborazione dei russi. Se Islamabad ha più testate, Nuova Delhi ha quindi un arsenale più tecnologicamente avanzato.
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