Le forze militari afghane hanno assunto ufficialmente il controllo dell’intero Paese, con la coalizione di forze NATO guidata dagli Stati Uniti che rimarrà sempre più in disparte nel garantire la sicurezza interna.
Il passaggio formale è stato salutato da funzionari occidentali e governo afghano come un momento significativo per una nazione che ha visto marciare sul suo territorio soldati da 50 differenti nazioni negli ultimi dieci anni.
Il passaggio di consegne si è svolto con una cerimonia presso un campo di addestramento militare vicino Kabul, alla presenza del presidente afghano Karzai e del segretario generale della Nato Rasmussen. L’evento è stato celebrato in tutto l’Afghanistan come una pietra miliare e un momento di orgoglio nazionale, ma il suo valore è stato in gran parte simbolico.
Un attacco suicida nel centro di Kabul, appena un’ora prima del passaggio del potere dalle truppe Nato, ha rimarcato la fragile stabilità del Paese rivelando quanto le forze militari talebane siano ancora tenaci e agguerrite. Non a caso il luogo della cerimonia era stato tenuto segreto per questioni di sicurezza. Alcuni funzionari riferiscono che ci sono voluti giorni per fissare il luogo e i giornalisti sono stati trasportati con un elicottero militare.
Il ritiro della maggior parte delle truppe straniere è previsto entro la fine del prossimo anno (2014), ma i talebani continuano a controllare efficacemente molte zone nelle aree meridionali e orientali, e il precario stato di sicurezza è un fatto reso evidente quasi ogni giorno da continui attacchi e attentati. Riconoscendo la persistente minaccia interna, l’amministrazione Obama ha detto che aprirà dei negoziati ufficiali con i rappresentanti dei talebani a Doha, in Qatar.
Nonostante Karzai abbia più volte chiesto ulteriori aiuti in armamenti e materiale bellico, i funzionari militari reputano sufficienti gli aiuti per gestire le zone più calde del Paese.
L’ultima infusione di aiuti ammonta a 54 miliardi dollari da parte degli Stati Uniti (senza contare quelli dagli altri partner della coalizione) per costruire le forze militari e di polizia afghane.
Circa 97.000 truppe NATO rimangono ancora nel Paese, tra cui 68.000 soldati americani. Una riduzione graduale delle truppe è in programma quest’anno e il ritiro si accelererà dopo le elezioni nazionali in Afghanistan in primavera.
I paesi Nato coinvolti dovranno comunque fornire ancora elicotteri, aerei, assistenza sanitaria e squadre di artificieri, intelligence, artiglieria pesante e supporto logistico. Le aree instabili del Paese sono vaste, soprattutto al confine col Pakistan dove da sempre le frontiere fuori controllo offrono un sicuro rifugio ai ribelli talebani.
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