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    La sonda Juno è entrata nell’orbita di Giove

    Dopo un viaggio di cinque anni, iniziato nell'agosto 2011, e di 1,8 milioni di milioni di miglia percorsi, Juno è entrata in orbita attorno a Giove alle 5, ora italiana

    Di TPI
    Pubblicato il 5 Lug. 2016 alle 09:10 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:54

    Juno, la navicella spaziale della Nasa, è entrata con successo nell’orbita di Giove. La sua missione sarà quella di capire come è formato il pianeta, il suo sistema meteorologico e cosa causa le sue aurore.

    Dopo un viaggio di cinque anni, iniziato nell’agosto del 2011, e di 1,8 milioni di milioni di miglia percorsi, la sonda Juno è entrata in orbita attorno a Giove questa mattina, 5 luglio, alle 5, ora italiana, dopo che il suo motore ha bruciato per 35 minuti, per rallentare la velocità della sonda a 130,000 miglia all’ora ed essere catturata dal campo gravitazionale di Giove.

    Juno, piena di strumenti, si addentrerà per 2,600 miglia dentro lo strato nuvoloso che ricopre Giove per capire come sia costituito il pianeta. Non solo telecamere e strumenti che lavorano a microonde eseguiranno una mappatura di ciò che si trova sotto, ma sarà possibile cambiare constatare le variazioni nell’immenso campo gravitazionale del pianeta. Infatti, quando questo varierà di intensità, la frequenza delle trasmissioni radio di Juno alla base terrena cambierà improvvisamente. Gli scienziati vogliono capire definitivamente se Giove abbia o meno una massa solida.

    Un altro degli obiettivi di Juno è fornire informazioni sulle aurore che caratterizzano i poli nord e sud di Giove: centinaia di volte più grandi di quelle che possiamo osservare sulla Terra, sono alimentate dall’energia prodotta dalla rotazione del pianeta. Un team dell’Università di Leicester spera di poterne determinare le origini con i nuovi dati forniti dalla sonda.

    Attorno a 4.5 miliardi di anni fa, Giove ha formato un’immensa nuvola di gas, grande circa 300 volte la Terra, mentre tutto il materiale residuo è andato a costituire il resto del Sistema solare, sotto forma di pianeti, asteroidi e comete. Osservarlo con l’equipaggiamento preciso “ci può aiutare a capire come si sono formati i pianeti in un primo momento” e fornire una sorta di “ricetta per come fare un sistema solare” ha detto Scott Bolton, principale ricercatore di Juno nel Centro di San Antonio.

    Una camera di sicurezza in titanio proteggerà gli strumenti più sensibili dalle radiazioni letali di Giove. Siccome il rischio di corto circuito aumenta all’equatore, la sonda seguirà un’orbita ellittica, passando vicina ai poli ma poi allontanandosi a circa 2 milioni di miglia sui lati. Probabilmente non sarà sufficiente per salvare tutto l’equipaggiamento.

    L’equipaggio a bordo è formato da tre personaggi Lego: il dio latino Giove, sua moglie Giunone e lo scienziato rinascimentale Galileo Galilei, che scoprì quattro delle lune di Giove. Le prime immagini sono attese per la fine di agosto. 

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