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    Tre motivi per cui nessun moderato britannico avrebbe potuto votare Corbyn

    Jeremy Corbyn
    Di Elisa Serafini
    Pubblicato il 13 Dic. 2019 alle 09:22 Aggiornato il 13 Dic. 2019 alle 16:37

    La sconfitta di Jeremy Corbyn alle elezioni in Gran Bretagna è legata anche al posizionamento ideologico e politico del candidato laburista, decisamente poco attrattivo per gli elettori moderati e liberali inglesi.

    Ci sono tre ragioni per cui gli elettori inglesi possono aver avuto grande difficoltà a votare Corbyn. Vediamole insieme.

    Innanzitutto Corbyn ha sempre mantenuto un atteggiamento ambiguo e poco chiaro sul tema dell’appartenenza all’Unione Europea. Ha proposto un nuovo referendum e ha promesso di accettare qualunque risultato.

    Questo lo ha di fatto equiparato alla posizione conservatrice, aggiungendo una certa dose di incertezza (di cui la Gran Bretagna non sente effettivamente il bisogno). Una scelta decisamente poco strategica per gli elettori e per i mercati.

    Poi c’è il tema delle nazionalizzazioni. In UK le liberalizzazioni sono state avanguardia in tutti i settori e il ruolo del privato nell’agenda economica nazionale è rispettato in modo trasversale dall’elettorato.

    Corbyn ha comunque scelto di sostenere una linea dura contro il mercato, proponendo nazionalizzazioni ed interventi statali in diversi settori strategici: dall’energia, ai trasporti, passando per la sanità e la previdenza.

    Un approccio che si scontra con la storia culturale del Paese, che per dieci anni ha sostenuto Margareth Thatcher e per altrettanti Tony Blair, che non aveva di certo posizioni così polarizzate sul socialismo economico.

    Infine c’è l’antisionismo, o presunto antisionismo. Jeremy Corbyn ha in passato assunto posizioni ambigue sui temi che riguardano i rapporti tra Israele e Palestina, commettendo un grave errore strategico e politico, che tuttora non trova spiegazione.

    Nel 2018 è infatti scoppiato un caso che riguarda una vicenda avvenuta nel 2014. A quel tempo Corbyn scelse di visitare un cimitero dove erano sepolti alcuni terroristi palestinesi responsabili del massacro di Monaco del 1972.

    Il fatto venne giustificato dai laburisti come un “fraintendimento”: Corbyn era andato – secondo la sua testimonianza – a rendere omaggio ad altre vittime palestinesi, non coinvolte negli attentati del 1972, ma stampa e fonti, oltre che fotografie, indicavano una diversa versione dei fatti.

    L’evento venne fortemente criticato dai membri della Comunità Ebraica della Gran Bretagna e da diversi leader politici internazionali. Uno “scivolone” che può essere costato molto caro a Corbyn, che oggi vede sgretolare il sogno di guidare il Regno Unito dice addio anche alla guida del Partito Laburista.

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