46,8 i milioni di euro che l’Ue ha versato lo scorso anno al nostro paese per sostenere l’accoglienza, ma nulla in confronto alle quote migranti non rispettate dai paesi Ue secondo gli accordi comunitari del 2015, che hanno pesato sull’economia italiana per 765,5 milioni (dati Corte dei Conti – 2017).
Irlanda e Malta le più virtuose, imbarazzanti le percentuali del Nord e dell’Est Europa.
“L’Italia si è sentita lasciata sola nella gestione della crisi dei migranti”, ha detto Angela Merkel a giugno 2018.
Le parole della cancelliera tedesca riecheggiano come un mantra e sono in molti a ritenere che l’Europa abbia volto lo sguardo altrove mentre le nazioni affacciate sul Mediterraneo venivano schiacciate dalla pressione migratoria.
Secondo il regolamento di Dublino, infatti, sono i paesi di primo approdo quelli chiamati a farsi carico delle richieste di asilo dei migranti.
Per cercare di dare una mano all’Italia e alla Grecia, nel 2015 il Parlamento europeo ha deciso di disporre una ripartizione per quote in percentuale dei migranti all’interno dell’Unione in base a popolazione, Pil, livello di disoccupazione e rifugiati già presenti sul territorio.
La cartina fotografa l’attuale situazione europea dopo la revisione fatta nel 2015. In 3 anni, come possiamo vedere dalle percentuale di accoglienza migranti rispetto alle quote stabilite, solo Irlanda (148 per cento) e Malta (128,2 per cento) hanno addirittura superato le quote, seguite dalle virtuose Svezia, Finlandia e Lussemburgo, che viaggiano intorno al 90 per cento.
Fanalino di coda Polonia e Ungheria, con zero migranti, ma troviamo numeri imbarazzanti per quanto riguarda il Romania (17,4 per cento), Bulgaria (4,6 per cento), Repubblica Ceca (0,4 per cento), Austria (2,0 per cento).
Italia lasciata sola anche dai paesi del Nord Europa come Belgio (30,7 per cento), Germania (37,3 per cento) e Francia (25,1 per cento).
• Chi ospita più rifugiati in Europa
Una perdita di 700 milioni di euro
Il mancato rispetto degli accordi, secondo la relazione della Corte dei Conti, è costato all’Italia ben 765,5 milioni nel 2017.
Cifre che stridono se paragonate ai soli 46,8 milioni che l’Europa nello stesso anno ha versato all’Italia per sostenere l’accoglienza.
Una spesa pari a circa 720 milioni, che – se gli altri Paesi europei rispettassero gli accordi – potrebbero essere spesi per i soccorsi in mare, per la sanità e l’istruzione dei migranti, ma anche per iniziare le operazioni di rimpatrio dei clandestini tanto care al ministro Matteo Salvini (considerando un costo pari a 3.000 euro per ogni irregolare, potrebbero essere espulsi in oltre 230mila).
Pensiamo solo che l’Italia ha utilizzato 700 milioni di euro per ampliare la platea dei beneficiari del Reddito d’Inclusione e i fondi MIUR per la ricerca, e avviato il piano di messa in sicurezza degli edifici.
Con la stessa somma potrebbe per i migranti, raddoppiare la spesa per i soccorsi in mare, espellere circa 230mila immigrati irregolari.
L’infografica di Money.it:
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