Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon ha accusato la Turchia di comprare da tempo petrolio dall’Isis, contribuendo così a finanziare le attività dei suoi militanti.
Yaalon ha rilasciato dichiarazioni in merito alla presunta connivenza tra la Turchia e il sedicente Stato islamico mentre si trovava ad Atene per incontrare le autorità greche.
La Turchia nega fermamente di permettere il contrabbando dell’Isis, e gli Stati Uniti hanno recentemente respinto le accuse della Russia che funzionari governativi turchi abbiamo legami con i militanti del gruppo estremista.
L’Isis ha conquistato territori iracheni e siriani compresi giacimenti petroliferi.
“La Turchia, il governo turco, la leadership turca, devono decidere se vogliono partecipare alla lotta al terrorismo” ha detto Yaalon dopo aver incontrato la controparte greca.
“Per il momento, non lo stanno facendo. Come sapete, il Daesh ha ricevuto denaro turco per un periodo di tempo molto lungo. Spero che questo finisca”.
Yaalon ha anche aggiunto che la Turchia ha permesso ai jihadisti di spostarsi dall’Europa alla Siria e all’Iraq, e viceversa.
Il Dipartimento di Stato americano ha respinto le accuse russe contro funzionari turchi, ma un suo portavoce ha riferito che il petrolio dell’Isis passa effettivamente in Turchia attraverso degli intermediari.
Gli sforzi di Tel Aviv e Ankara di ristabilire le loro relazioni si sono arenate questo mese sulla questione del risarcimento alle famiglie dei dieci attivisti turchi uccisi dalle forze armate israeliane a bordo della Mavi Marmara nel 2010.
Gli attivisti pro-palestinesi stavano tentando di aggirare il blocco su Gaza quando commando israeliani hanno intercettato la flottiglia e ingaggiato degli scontri.
Alti funzionari israeliani e turchi si erano incontrati a dicembre 2015 per ripristinare il rapporto diplomatico e affrontare la questione delle importazioni del gas naturale israeliano in Turchia.
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