Nella mattina del 28 marzo 2019 il Governo siriano ha accusato Israele di aver condotto una serie di incursioni aeree in una zona industriale di Aleppo, nel nord del paese.
I raid avrebbero causato solo danni materiali e non ci sarebbero state vittime.
“L’aggressione ha preso di mira alcune posizioni nella zona industriale di Sheikh Najjar e un certo numero di missili nemici sono stati abbattuti”, si legge in una nota pubblicata dall’esercito fedele al presidente siriano, Bashar al-Assad.
Fonti vicine all’opposizione siriana hanno invece comunicato che i missili israeliani hanno colpito dei depositi di munizioni iraniane e un aeroporto militare usato dalle milizie legate a Teheran.
Poche ore dopo il ministro degli Esteri israeliano, Yisrael Katz, ha confermato che il raid che ha colpito la Siria è stato condotto effettivamente delle forze di Israele.
Il ministro ha anche confermato che gli obiettivi sono stati una serie di postazioni delle milizie filo-iraniane e che nell’attacco sono morte 7 persone.
“Secondo quanto ne sanno gli iraniani, è stato Israele ad attaccare nella notte. Lavoriamo ogni giorno contro l’Iran, anche ieri”, ha detto il ministro in un’intervista al Channel 12.
Il bilancio delle vittime è stato confermato anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, che specifica che si tratta di membri delle milizie fedeli a Teheran e alleate di Damasco.
Intanto è stato chiuso lo spazio aereo oltre i 5mila piedi di altitudine sul Golan, secondo quanto riportato dal portale israeliano Ynet.
Le Alture sono state occupate nel 1967 da Israele durante la Guerra dei sei giorni e annesse unilateralmente nel 1981. Il 25 marzo 2019 gli Stati Uniti hanno firmato un documento in cui riconoscono la sovranità di Israele sul Golan, tra le proteste della Siria e della comunità internazionale.
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