La Corte distrettuale di Gerusalemme lunedì 30 novembre ha riconosciuto la colpevolezza di due minorenni israeliani, accusati dell’omicidio di Mohammad Abu Khdeir, il giovane palestinese rapito, picchiato e arso vivo il 2 luglio 2014.
Il suo corpo era stato rinvenuto dalla polizia in un bosco nei pressi di Gerusalemme Ovest, la zona della città a maggioranza ebraica.
Un terzo sospettato nell’omicidio, il 31enne israeliano Yosef Chaim Ben David, è stato rinviato a giudizio per infermità mentale.
I tre giudici della Corte distrettuale di Gerusalemme hanno riconosciuto la responsabilità di Ben David nell’omicidio del giovane palestinese, ma il verdetto è stato respinto dopo che i suoi avvocati giovedì scorso hanno presentato un’istanza di valutazione psichiatrica. La sentenza è stata rinviata al prossimo 13 gennaio.
Il padre di Mohammad, Hussein Abu Khdeir ha criticato il verdetto in una dichiarazione alla radio dell’esercito israeliano, definendo il processo “una farsa”.
La decisione del Tribunale israeliano ha sollevato numerose proteste. Circa 200 persone hanno manifestato fuori dal tribunale distrettuale di Gerusalemme nella giornata di lunedì, e alcuni parlamentari arabi israeliani hanno espresso il loro sdegno per la decisione della corte.
L’uccisione di Mohammed Abu Khdeir aveva generato disordini a Gerusalemme. Scontri notturni fra residenti palestinesi e la polizia israeliana sono durati per settimane.
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