Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie. Media israeliani: “Netanyahu pronto ad accettare la tregua in Libano”. Khamenei: “Per il premier israeliano dovrebbe essere emessa condanna a morte” | DIRETTA

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 25 Nov. 2024 alle 07:00 Aggiornato il 25 Nov. 2024 alle 09:38

    Diretta live della guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah oggi, lunedì 25 novembre 

    Di seguito le ultime notizie di oggi, lunedì 25 novembre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente.

    DIRETTA

    Ore 9,30 – Khamenei: “Per Netanyahu dovrebbe essere emessa condanna a morte” – La guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che per i leader israeliani dovrebbero essere emesse condanne a morte, non mandati di arresto, dopo che la Corte penale internazionale la scorsa settimana ha emesso mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant in relazione alla guerra a Gaza. In dichiarazioni rilasciate alla forza paramilitare Basij, una divisione all’interno del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e riportati dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim, Khamenei giura che “il nemico Israele non vincerà a Gaza e in Libano”. “Bombardare le case della gente a Gaza e in Libano non è una vittoria”, afferma. “Gli sciocchi non dovrebbero pensare che solo perché bombardano le case, gli ospedali e le comunità della gente, abbiano vinto. No, nessuno considera questa una vittoria”. “Quello che hanno fatto i sionisti è un crimine di guerra”, continua. “Hanno emesso un mandato di arresto, questo non è abbastanza: una condanna a morte deve essere emessa per Netanyahu. Una condanna a morte dovrebbe essere emessa per questi leader criminali”.

    Ore 9,00 – Consigliere di Khamenei: “L’Iran prepara la risposta a Israele” – “I funzionari militari e del governo iraniani stanno preparando misure per dare una risposta adeguata all’attacco israeliano del 26 ottobre contro l’Iran”. Lo ha affermato Ali Larijani, consigliere della Guida suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei, aggiungendo che la questione necessita di attente considerazioni e segretezza in quanto è correlata alla sicurezza nazionale dell’Iran. Riferendosi alla sua recente visita in Siria e Libano, Larijani ha detto a Tasnim che durante la sua permanenza ha trasmesso il messaggio di Khamenei alle autorità siriane e libanesi. Larijani ha anche parlato dei possibili colloqui diretti tra Iran e Stati Uniti, affermando che sarà Teheran a scegliere il momento per i negoziati, che dipendono dagli interessi nazionali del Paese. “Siamo pronti a tenere colloqui sul nucleare con il prossimo governo degli Stati Uniti per raggiungere un nuovo accordo”, ha aggiunto il funzionario. Larijani ha anche affermato che l’Iran ha stabilito nuove condizioni per i colloqui sul nucleare, che includono un risarcimento da parte degli Stati Uniti all’Iran per il ritiro di Washington dall’accordo nel 2018, il riconoscimento delle attività di arricchimento dell’Iran fino a un livello di purezza del 60% e la fine delle decisioni “unilaterali” contro il programma atomico iraniano.

    Ore 8,00 – Media: “Netanyahu pronto ad accettare la tregua in Libano” – Il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe accettato “in linea di principio” la proposta di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano avanzata dagli Stati Uniti. Lo riportano stamane i media israeliani dopo che il premier ha tenuto ieri sera consultazioni ad alto livello con funzionari del suo governo. Anche se il governo israeliano ha accettato “in linea di principio” la proposta americana, la proposta non è ancora definitiva e diverse questioni devono essere risolte, secondo funzionari israeliani e statunitensi citati dalla televisione pubblica Kan e dai giornali Haaretz e Ynet. Quest’ultimo pubblica che la risposta sarebbe già stata trasferita in Libano. La proposta prevede tre fasi: una tregua seguita dal ritiro delle forze di Hezbollah a nord del fiume Litani; il ritiro completo delle truppe israeliane dal Libano meridionale e, infine, i negoziati tra Israele e Libano sulla demarcazione del loro confine, che attualmente rappresenta una linea di demarcazione stabilita dalle Nazioni Unite dopo la guerra del 2006. Inoltre un organismo internazionale guidato dagli Stati Uniti supervisionerà il rispetto del cessate il fuoco, anche se Israele spera di ricevere una lettera da Washington che confermi il suo diritto ad agire militarmente se Hezbollah dovesse violare i termini dell’accordo e se le forze internazionali o quelli del Libano non agiscono. Sempre secondo i termini della proposta l’esercito libanese avrà il compito di prendere il controllo della zona di confine e impedire il ritorno di Hezbollah. Secondo i media ebraici, Netanyahu e la sua ristretta cerchia di collaboratori starebbero ora studiando come promuovere l’accordo presso l’opinione pubblica israeliana, con il messaggio che non si tratta di un compromesso ma di qualcosa di vantaggioso per Israele. Secondo un recente sondaggio di Channel 12 il 64% degli israeliani sarebbe a favore di una tregua in Libano.

    Ore 7,00 – Tregua in Libano, manca ancora l’ufficialità – Fonti del governo israeliano hanno detto alla tv pubblica israeliana Kan che l’accordo per la tregua in Libano “è chiuso”. Secondo l’emittente il primo ministro Benyamin Netanyahu sta ora studiando come spiegarlo all’opinione pubblica. Tuttavia, il media libanese Lbci cita un commento del mediatore americano Amos Hochstein secondo il quale le notizie sul via libera che sarebbe stato dato da Israele “non sono accurate”. In serata Netanyahu ha tenuto una consultazione sulla sicurezza con i ministri. Al centro della discussione la libertà d’azione dell’Idf nella zona di confine tra Siria e Libano.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version