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    Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie. Gaza, Comitato speciale Onu: “I metodi di Israele sono coerenti con il genocidio”. Al-Jazeera: 5 morti in due raid dell’Idf. Libano: Tel Aviv bombarda quattro volte la periferia sud di Beirut. Hezbollah spara decine di razzi contro lo Stato ebraico | DIRETTA

    Credit: AGF
    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 14 Nov. 2024 alle 07:00 Aggiornato il 14 Nov. 2024 alle 12:11

    Diretta live della guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah oggi, giovedì 14 novembre 

    Di seguito le ultime notizie di oggi, giovedì 14 novembre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente.

    DIRETTA

    Ore 12,00 – Comitato speciale Onu: “I metodi di Israele a Gaza sono coerenti con il genocidio” – Il Comitato speciale istituito dalle Nazioni Unite per indagare sulle pratiche israeliane che incidono sui diritti umani del popolo palestinese e delle altre popolazioni arabe nei Territori occupati ritiene che “i metodi di guerra di Israele a Gaza siano coerenti con il genocidio, compreso l’uso della fame come arma bellica”. “La guerra di Israele a Gaza è coerente con le caratteristiche del genocidio, con vittime civili di massa e condizioni di pericolo per la vita intenzionalmente imposte ai palestinesi”, si legge in un nuovo rapporto pubblicato oggi dal Comitato speciale Onu. “Fin dall’inizio della guerra, i funzionari israeliani hanno pubblicamente sostenuto politiche che privano i palestinesi delle stesse necessità richieste per sostenere la vita: cibo, acqua e carburante”, denuncia l’organismo istituito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 1968 per indagare sul rispetto dei diritti umani nei Territori occupati sulle alture del Golan, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, e nella Striscia di Gaza. “Queste dichiarazioni, insieme all’interferenza sistematica e illegale (nella consegna, ndr) degli aiuti umanitari, rendono chiaro l’intento di Israele di strumentalizzare le forniture salvavita per scopi politici e militari”. Il rapporto pubblicato oggi esamina gli sviluppi nei Territori occupati dall’ottobre 2023 al luglio 2024, ma si concentra in particolare “sull’impatto catastrofico dell’attuale guerra a Gaza sui diritti dei palestinesi”. “Attraverso l’assedio di Gaza, l’ostacolo agli aiuti umanitari, gli attacchi mirati e gli omicidi di civili e operatori umanitari compiuti nonostante i ripetuti appelli delle Nazioni Unite, gli ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, Israele sta intenzionalmente causando morte, fame e gravi ferite, usando la fame come metodo di guerra e infliggendo punizioni collettive alla popolazione palestinese”, denuncia il Comitato dell’Onu. La relazione documenta inoltre come “l’estesa campagna di bombardamenti di Israele a Gaza” abbia “decimato i servizi essenziali e scatenato una catastrofe ambientale che avrà impatti duraturi sulla salute” della popolazione del territorio costiero palestinese. “All’inizio del 2024”, si legge nel rapporto, “oltre 25mila tonnellate di esplosivi, equivalenti a due bombe nucleari, erano state sganciate su Gaza, causando una massiccia distruzione e il crollo dei sistemi idrici e igienico-sanitari, la devastazione dei campi agricoli e l’inquinamento tossico” del territorio. “Distruggendo i sistemi vitali di acqua, servizi igienici e alimentari e contaminando l’ambiente, Israele ha creato un mix letale che infliggerà gravi danni alle generazioni future”, denuncia il Comitato dell’Onu. La relazione solleva inoltre una serie di preoccupazioni circa “l’uso da parte di Israele di sistemi di puntamento potenziati dall’intelligenza artificiale per guidare le operazioni militari” e “l’impatto che ciò ha avuto sui civili, particolarmente evidente nell’enorme numero di donne e bambini registrato tra le vittime”. “Il ricorso da parte dell’esercito israeliano di attacchi basati sull’intelligenza artificiale, con una supervisione umana minima, combinato con l’uso di bombe pesanti, sottolinea il disprezzo di Israele nei confronti del suo obbligo di distinguere tra civili e combattenti e di adottare adeguate misure di salvaguardia per prevenire la morte dei civili”, denuncia l’organismo istituito dalle Nazioni Unite. “Nel quadro della devastazione di Gaza, la crescente censura dei media da parte di Israele, la soppressione del dissenso e il prendere di mira i giornalisti costituiscono sforzi deliberati per bloccare l’accesso globale alle informazioni”, sottolineato il Comitato dell’Onu, secondo cui le piattaforme social hanno rimosso in modo sproporzionato “contenuti pro-palestinesi” rispetto ai post che incitano alla violenza contro la popolazione del territorio costiero e delle zone occupate. Il Comitato ha quindi “condannato la campagna diffamatoria in corso e gli altri attacchi contro l’UNRWA (l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ndr) e l’ONU in generale”. “Questo deliberato silenzio sui resoconti, unito alla disinformazione e agli attacchi contro gli operatori umanitari, è una chiara strategia per minare il lavoro vitale delle Nazioni Unite, recidere il filo vitale degli aiuti che ancora raggiungono Gaza e smantellare l’ordine legale internazionale”, ha affermato il Comitato, che invita “tutti gli Stati membri dell’Onu a rispettare i propri obblighi giuridici per prevenire e porre fine alle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e a obbligarlo ad assumersi le sue responsabilità”. “È responsabilità collettiva di ogni Stato smettere di sostenere l’assalto a Gaza e il sistema di apartheid nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme est”, si legge nel testo. “Il rispetto del diritto internazionale e la garanzia della responsabilità per queste violazioni ricade direttamente sugli Stati membri”, prosegue il rapporto. “Un fallimento in tal senso indebolisce il nucleo stesso del sistema legale internazionale e crea un precedente pericoloso, consentendo alle atrocità di passare inosservate”. Tale rapporto, conclude il Comitato, sarà presentato alla 79esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 novembre prossimo. Le conclusioni della relazione, secondo cui Israele nega intenzionalmente gli aiuti alla Striscia, usa la fame come arma di guerra ed è quantomeno colpevole di negligenza nel massacro dei civili a Gaza, sono in linea con altre denunce arrivate da enti delle Nazioni Unite e organizzazioni umanitarie internazionali sulla condotta bellica dello Stato ebraico. Tuttavia, il termine “genocidio” viene raramente utilizzato dagli organismi collegati all’Onu per definire la guerra di Israele a Gaza.

    Ore 11,45 – Libano: Israele bombarda ancora la periferia sud di Beirut – Un altro attacco aereo delle forze armate israeliane (Idf), il quarto da questa mattina, ha colpito la periferia meridionale di Beirut, capitale del Libano. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui il raid ha centrato un edificio tra le zone di Haret Hreik e Roueiss, a sud della città.

    Ore 11,00 – Libano: Idf ordinano l’evacuazione di altri due edifici alla periferia sud di Beirut – Le forze armate israeliane (Idf) hanno ordinato oggi l’evacuazione immediata di altri due edifici alla periferia meridionale di Beirut, capitale del Libano. Lo ha fatto sapere sui social il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dei militari israeliani, pubblicando una seconda mappa delle zone interessate e affermando che i due nuovi palazzi identificati si trovano “vicino a strutture e interessi affiliati a Hezbollah”, che saranno presto colpiti nelle zone di Haret Hreik e Bourj el-Brajné. Secondo il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, l’ordinanza riguarda due edifici, uno nella zona di Haret Hreik, vicino al complesso “Sayyed el-Shuhada”, e un altro nell’area di Bourj el-Brajné, nei pressi di una scuola. Dalla serata di ieri, l’Aeronautica israeliana ha già effettuato due ondate di attacchi aerei sulla periferia meridionale di Beirut, colpendo i quartieri di Bourj el-Brajné, Haret Hreik, Ghobeiry e a Choueifate Amroussiyé, questi ultimi in almeno tre raid condotti in mattinata.

    Ore 10,30 – Gaza, al-Jazeera: “Altri due morti in un raid di Israele a Beit Lahiya” – Almeno due persone sono state uccise oggi in un raid aereo israeliano a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’emittente qatariota al-Jazeera, che cita il proprio corrispondente sul posto, secondo cui l’attacco aereo ha colpito un’abitazione, causando un numero imprecisato di feriti. Si tratta del secondo attacco aereo segnalato oggi nella Striscia dall’emittente qatariota, secondo cui altre tre persone erano state uccise e una decina erano rimaste ferite in un altro raid che ha colpito il nord di Gaza City.

    Ore 10,00 – Israele, la ministra per gli Insediamenti: “Ho consigliato al governo di annettere territori a Gaza e l’intera Cisgiordania” – La ministra israeliana per gli Insediamenti, Orit Strock, ha consigliato al governo del premier Benjamin Netanyahu di “impadronirsi di più terre a Gaza affinché Hamas capisca che c’è un prezzo che non è disposto a pagare” e di annettere anche la Cisgiordania. Lo ha ammesso la stessa esponente del partito di estrema destra Mafdal–Religious Zionism, guidato dal suo omologo alle Finanze Bezalel Smotrich, in un’intervista concessa al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth: “Non accetterò il ritiro delle nostre forze da Gaza e lascerò il governo se ci ritireremo dal corridoio Filadelfi”, ha affermato Strock, secondo cui Israele deve anche annettere la Cisgiordania occupata. “Il diritto nazionale alla terra lì dovrebbe appartenere solo al popolo di Israele”, ha detto la ministra. “I palestinesi possono restare in Giudea e Samaria (il nome biblico per la West Bank occupata usato in Israele, ndr) e dobbiamo garantire loro tutti i diritti umani ma non potranno votare alle elezioni della Knesset (il Parlamento israeliano, ndr)”, ha aggiunto, respingendo la soluzione dei due Stati al conflitto israelo-palestinese, bollandola come “un disastro”.

    Ore 9,45 – Siria, media di regime: “Intercettato attacco ostile alla periferia di Homs” – La contraerea del regime di Bashar al-Assad ha “intercettato un obiettivo ostile” alla periferia meridionale della città di Homs, in Siria occidentale, dove in mattinata si sono udite diverse esplosioni. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale del regime siriano Sana, che cita i propri corrispondenti in città, senza però fornire ulteriori informazioni in merito.

    Ore 9,30 – Libano: un terzo raid di Israele colpisce la periferia sud di Beirut – Un altro attacco aereo israeliano, il terzo da questa mattina, ha colpito la periferia meridionale della capitale libanese Beirut. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui il raid ha centrato un edificio nei pressi della scuola Dar el-Ouloum, nel sobborgo di Choueifate Amroussiyé, presente sulla mappa allegata all’avviso di evacuazione diramato in mattinata dai militari israeliani. Non si segnalano vittime al momento.

    Ore 9,15 – Iran: il ministro degli Esteri Araghchi riceve a Teheran il direttore dell’Aiea Grossi – Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, ha incontrato oggi in Iran il ministro degli Esteri della Repubblica islamica, Abbas Araghchi. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna, secondo cui Grossi è “arrivato ieri sera a Teheran a capo di una delegazione per negoziare con i massimi funzionari nucleari e politici del Paese”. Il direttore dell’Aiea si trova in visita in Iran per riprendere i colloqui con la Repubblica islamica sul programma nucleare di Teheran. “I margini di manovra stanno iniziando a ridursi”, aveva dichiarato negli scorsi giorni Grossi in un’intervista all’agenzia di stampa francese Afp, aggiungendo che “è fondamentale trovare il modo di raggiungere soluzioni diplomatiche”. Sebbene all’Aiea sia consentito effettuare ispezioni in Iran, Grossi sottolinea la necessità di “maggiore visibilità” sul programma nucleare iraniano, data la sua portata e ambizione. “Hanno molti materiali nucleari che alla fine potrebbero essere utilizzati per costruire un’arma atomica”, aveva ammesso il direttore dell’Aiea in un’altra intervista concessa giorni fa alla Cnn, precisando però che: “al momento (gli iraniani, ndr) non hanno un’arma nucleare”. Soltanto tre giorni prima della sua visita, il neoministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva avvertito che la Repubblica islamica è “più esposta che mai ad attacchi contro i suoi impianti nucleari”. Israele accusa da tempo l’Iran di voler acquisire armi atomiche, un’accusa sempre respinta al mittente da Teheran.

    Ore 9,00 – Gaza, al-Jazeera: 3 morti in un raid di Israele a Gaza City – Almeno tre persone sono state uccise e altre 10 sono rimaste ferite in un attacco aereo israeliano che ha colpito la zona di Sheikh Radwan a Gaza City. Lo riferisce l’emittente qatariota al-Jazeera Arabic, che cita i propri corrispondenti sul campo e fonti del Centro informazioni palestinese (Pic), secondo cui il raid ha colpito un gruppo di persone riunite nei pressi della scuola Hamama. Altri raid dell’artiglieria israeliana hanno colpito le zone meridionali e orientali del quartiere di Zeitoun, sempre a Gaza City, senza però provocare vittime.

    Ore 8,45 – Libano, Idf: “Eliminati  200 miliziani di Hezbollah in una settimana” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno “eliminato” circa 200 miliziani del gruppo armato sciita libanese Hezbollah durante i combattimenti e gli attacchi aerei condotti nel corso dell’ultima settimana nel Paese arabo. Lo riferiscono in una nota le Idf, secondo cui i raid compiuti negli ultimi giorni sul Libano  hanno distrutto più di 140 lanciarazzi di Hezbollah, compresi “quelli utilizzati ieri per lanciare raffiche di missili verso il nord e il centro di Israele”. In un singolo attacco aereo, si legge nella nota, sono rimasti “uccisi due comandanti di alto rango dell’unità d’élite Radwan di Hezbollah, responsabili delle unità anticarro e delle operazioni nella zona costiera” del Paese. 

    Ore 8,30 – Libano: Israele bombarda due volte la periferia sud di Beirut – Almeno due attacchi aerei israeliani hanno colpito questa mattina la periferia meridionale della capitale libanese Beirut. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui i raid hanno colpito due volte la zona di Ghobeiry, vicino al cimitero Rawdat el-Chahidayn. Non si segnalano vittime al momento.

    Ore 8,00 – Israele, Idf: “Raffica di una decina di razzi lanciati dal Libano” – Una raffica di una decina di razzi è stata lanciata oggi dal Libano verso il nord di Israele. Lo riferiscono in una nota le forze armate israeliane (Idf), secondo cui solo alcuni missili sono stati intercettati dalla contraerea mentre altri hanno colpito il territorio dello Stato ebraico. Al momento non si hanno notizie di danni o vittime provocate dall’attacco.

    Ore 7,30 – Libano: Idf ordinano l’evacuazione di due edifici alla periferia sud di Beirut – Le forze armate israeliane (Idf) hanno ordinato oggi l’evacuazione immediata di due edifici alla periferia meridionale di Beirut, capitale del Libano. Lo ha fatto sapere sui social il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dei militari israeliani, pubblicando una mappa delle zone interessate e affermando che i palazzi identificati si trovano “vicino a strutture e interessi affiliati a Hezbollah”. Secondo il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, l’ordinanza riguarda due edifici, uno nella zona di Ghobeiry, vicino a un cimitero, e un altro nel sobborgo di Choueifate Amroussiyé, a sud della capitale, nei pressi della scuola Dar el-Ouloum.

    Ore 7,00 – Israele, Idf: “Abbattuti due droni nella notte” – Dalla serata di ieri, le forze armate di Israele (Idf) hanno intercettato e abbattuto almeno due droni lanciati contro lo Stato ebraico. Lo riferiscono le Idf in una nota, secondo cui il primo velivolo senza pilota è stato abbattuto nella tarda serata di ieri dalla Marina militare mentre era diretto verso il porto di Eilat. Il secondo invece è stato intercettato dall’Aeronautica militare alle prime ore dell’alba dopo essere entrato nello spazio aereo israeliano dalla Siria. La sedicente Resistenza islamica in Iraq, una galassia di milizie filo-iraniane, ha rivendicato l’attacco.

    Ore 6,00 – Yemen: Usa confermano raid contro gli Houthi – Le forze armate degli Stati Uniti hanno confermato oggi una serie di attacchi aerei condotti nel fine settimana contro il gruppo armato sciita Houthi in Yemen. In una nota diramata nella notte italiana dal Comando centrale delle forze armate Usa (Centcom), l’esercito statunitense afferma di aver condotto gli attacchi hanno coinvolto con aerei dell’Aeronautica Militare e della Marina degli Stati Uniti, tra cui il caccia stealth F-35C. Le forze armate Usa hanno anche diffuso un video che mostra un raid condotto con un drone MQ-9 Reaper su un lanciamissili posizionato sul retro di un camion. “Questa operazione mirata è stata condotta in risposta ai ripetuti e illegittimi attacchi degli Houthi alle spedizioni commerciali internazionali, così come alle navi statunitensi, della coalizione e mercantili nel Mar Rosso, nello stretto di Bab al-Mandeb e nel Golfo di Aden”, si legge nella nota del Comando centrale dell’esercito statunitense. “Mirava anche a degradare la capacità degli Houthi di minacciare i partner regionali”. I raid, secondo la nota, sono stati effettuati nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 novembre. In settimana gli Houthi avevano lanciato un attacco contro due cacciatorpediniere della Marina degli Stati Uniti in transito nel Mar Rosso. Le forze armate Usa hanno fatto sapere di aver “ingaggiato e abbattuto” otto droni carichi di bombe, cinque missili balistici antinave e quattro missili da crociera lanciati dagli Houthi contro le imbarcazioni in transito in questo tratto di mare.

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