La diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 6 novembre
Gaza è circondata dalla forze israeliane che presto entreranno nella principale città della Striscia. Intanto, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato a Ramallah il presidente dell’Anp Abu Mazen, che si è detto pronto a occuparsi anche della Striscia se ci sarà una “soluzione politica globale”. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, lunedì 6 novembre 2023, sulla guerra tra Israele e Hamas.
Ore 16,35 – Allarme in tutto il Nord di Israele, 30 razzi dal Libano – Allarmi per razzi in arrivo dal Libano sono stati attivati in tutta la regione settentrionale di Israele: secondo l’esercito sono stati sparati circa 30 razzi, in risposta l’Idf ha attaccato il territorio libanese. Una raffica è stata sparata dal Libano verso la zona di Haifa. Sono state registrate due intercettazioni dell’Iron Dome nei cieli di Kiryat. Ynet riporta che le Brigate al Qassam, il braccio militare di Hamas, hanno rivendicato la responsabilità dei lanci dal Libano.
Ore 15,40 – Mosca: “Cessare i combattimenti a Gaza e liberare gli ostaggi” – “La priorità adesso è cessare i combattimenti a Gaza il prima possibile, proteggere la popolazione civile, fornire gli aiuti umanitari necessari e liberare tutti gli ostaggi. Altrimenti ci troveremo ad affrontare il rischio di radicalizzazione e di aumento delle attività terroristiche e il pericolo di un’espansione geografica del conflitto”. Lo afferma il ministero degli Esteri russo in un comunicato pubblicato sul suo sito web.
Ore 15,00 – Lapid contro Netanyahu, “Incolpa altri per suoi fallimenti” – Il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid ha criticato il primo ministro Benjamin Netanyahu per aver detto che le proteste dei riservisti contro la riforma della giustizia proposta dalla sua coalizione potrebbero essere state un fattore nella decisione di Hamas di sferrare l’attacco del 7 ottobre. “Ogni volta fa la stessa cosa: twitta e poi cancella. Parla e poi smentisce – ha dichiarato Lapid -. Netanyahu non smette mai di incolpare gli altri per i suoi fallimenti. Invece di diffamare di notte i nostri migliori combattenti e civili, si concentri su ciò che conta: liberare gli ostaggi e sconfiggere Hamas”.
Ore 14,00 – Hamas: “Superati i 10mila morti” – Secondo il ministero della Salute a Gaza nella Striscia si sono superate le 10mila vittime a cause dei bombardamenti israeliani.
Ore 13,00 – Israele: “Uccisi comandanti di Hamas nei tunnel” – L’esercito israeliano ha dichiarato che i pesanti attacchi notturni nel nord di Gaza abbiano causato danni significativi alle infrastrutture sotterranee e di superficie di Hamas e l’uccisione di comandanti nascosti nei tunnel. L’eliminazione di più di una dozzina di capi militari dell’organizzazione terroristica dall’inizio della guerra sta interrompendo le loro operazioni, ritiene l’Idf. Che afferma anche di essere concentrato sull’uccisione degli alti dirigenti di Hamas.
Ore 12,00 – Blinken: “Lavoriamo su tutti i fronti per le pause umanitarie” – “Stiamo lavorando su tutti i fronti per delle pause umanitarie” a Gaza ma “servono anche progressi sugli ostaggi, una cosa che ovviamente sta particolarmente a cuore ad Israele”. Lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken lasciando Ankara. “Lavoriamo all’assistenza umanitaria ma anche al rilascio degli ostaggi. Sono convinto che possiamo fare ancora molto e che ci sono delle speranze per il rilascio”, ha aggiunto Blinken.
Ore 11,00 – Esercito di Israele: “Pronti alla guerra d’inverno a Gaza” – L’esercito israeliano (Idf) è pronto a continuare a combattere durante l’inverno e ha già avviato un ampio processo per equipaggiare le truppe con speciali attrezzature. Secondo quanto riferito dal Jerusalem Post, sono già state distribuite 129mila giacche invernali e 369mila piccole borse termiche usa e getta. Tranne che nel caso della guerra d’indipendenza nel 1948-’49, i militari israeliani non hanno esperienza di conflitti in inverno.
Ore 10,00 – Borrell: “Il problema non è etnico nè religioso: è nazionale” – “La sostanza del problema non è nè religiosa nè etnica, è un problema nazionale. E’ il problema di due popoli equivalenti che hanno il diritto di esistere sulla stessa terra. Quindi la devono condividere. La proposta di Obama è molto ispirante. Due popoli devono condividere la stessa terra. Abbiamo la carta di Oslo per farlo ma non è stata mai attuata”. Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, nel suo discorso alla Conferenza degli ambasciatori dell’Ue.
Ore 8,00 – Nyt: Usa interverrebbero se Iran ed Hezbollah attaccassero Israele – L’amministrazione Biden ha chiarito all’Iran e a Hezbollah attraverso i partner regionali che gli Stati Uniti interverranno militarmente se attaccano Israele. Lo scrive il New York Times, secondo cui la visita in Iraq del segretario di Stato americano Antony Blinken è stata l’occasione per mettere in guardia l’Iran dall’attaccare le truppe o gli interessi statunitensi nella regione. “Era molto importante inviare un messaggio molto chiaro a chiunque potesse cercare di trarre vantaggio dal conflitto a Gaza per minacciare il nostro personale qui o in qualsiasi altra parte della regione: non fatelo”, ha detto Blinken a Bagdad.
Ore 6,00 – Gli Usa schierano anche un sottomarino nucleare – Anche un sottomarino nucleare ha preso posizione nello schieramento statunitense nel Mediterraneo orientale. Il Centcom, il comando che ha la responsabilità delle operazioni in Medio Oriente, ha annunciato l’ingresso alle sue dipendenze di un battello classe Ohio. Si dovrebbe trattare dell’Uss Florida, un sottomarino molto speciale trasformato in base lanciamissili navigante: a bordo ha oltre 150 cruise con testata convenzionale. Una potenza di fuoco impressionante, che in passato gli ha permesso di condurre da solo un intero conflitto: durante la campagna libica contro Gheddafi l’Uss Florida scagliò 90 ordigni contro le strutture del regime. Con il suo arrivo, la flotta Usa nel Mediterraneo e nel Mar Rosso ora dispone di circa trecento missili cruise: un deterrente per convincere l’Iran e gli Hezbollah libanesi a rimanere fuori dalla guerra di Gaza.
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