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    Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza, Idf: “Operazioni mirate nel centro di Rafah”. Onu: “Gli aiuti non arrivano ai civili”. Oltre 36.280 morti dal 7 ottobre. Tel Aviv bombarda obiettivi Hezbollah in Libano. Yemen, Houthi: “16 morti in raid aerei Usa-Gb”. Ribelli attaccano la portaerei Eisenhower nel Mar Rosso. Francia esclude Israele da fiera delle armi Eurosatory. L’11 giugno la Giordania ospiterà una conferenza umanitaria internazionale per la Striscia | DIRETTA

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 31 Mag. 2024 alle 07:00 Aggiornato il 31 Mag. 2024 alle 18:06

    Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 31 maggio

    Mentre proseguono i raid israeliani sulla Striscia di Gaza, il governo Netanyahu traballa sempre di più. Secondo i media, infatti, il partito Unità Nazionale del ministro Benny Gantz ha presentato una proposta di legge per sciogliere il Parlamento israeliano e indire elezioni anticipate entro il mese di ottobre. Nel frattempo il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha annunciato che l’Italia vuole riconoscere lo Stato palestinese, purché vi siano garanzie per Israele. Il presidente cinese Xi Jinping, invece, fa sapere che la Cina sostiene una conferenza di pace ad “ampia base” sul conflitto in Medio Oriente, dove la giustizia non può essere “assente per sempre”. Di seguito le ultime notizie di oggi, venerdì 31 maggio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

    DIRETTA

    Ore 18,00 – Israele: intercettato un drone lanciato dal Libano – Un drone lanciato dal Libano ed entrato nello spazio aereo israeliano è stato abbattuto dalle difese aeree dello Stato ebraico sopra la città costiera settentrionale di Acri. Lo hanno riferito le forze armate israeliane (Idf) in un comunicato, secondo cui l’artiglieria di Tel Aviv ha risposto bombardando un edificio utilizzato da Hezbollah a Naqoura e contro un miliziano del gruppo armato a Yaroun, nel sud del Libano.

    Ore 17,30 – Iran: Ue sanziona il ministro della Difesa e la Marina delle Guardie rivoluzionarie – L’Unione europea ha sanzionato il ministro della Difesa iraniano, Mohammad Reza Ashtiani, e la Marina del Corpo delle Guardie rivoluzionarie per le consegne di droni e missili da parte di Teheran alla Russia. Lo ha annunciato in un comunicato il Consiglio dell’Ue, secondo cui altri cinque funzionari iraniani e altre due organizzazioni, tra cui una società che commercializza componenti per droni, sono stati aggiunti alla lista nera dell’Unione europea. Finora, l’Ue ha adottato sanzioni contro 227 individui e 42 organizzazioni in Iran.

    Ore 17,00 – Usa, Blinken: “La situazione umanitaria resta disastrosa”  – La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza “resta disastrosa, soprattutto in termini di distribuzione degli aiuti ai civili”. Lo ha detto oggi in conferenza stampa il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken durante la sua visita a Praga, in Repubblica ceca. “(Il valico di) Rafah resta chiuso e questo è un vero problema”, ha aggiunto Blinken, secondo cui gli Stati Uniti stanno lavorando intensamente per rispondere ai bisogni urgenti dei civili della Striscia. Abbiamo visto cambiamenti, alcuni cambiamenti positivi, ma l’effetto concreto non c’è”, ha proseguito il segretario di Stato Usa. “Se si guarda al numero di camion che effettivamente arrivano ed entrano a Gaza, è aumentato in modo significativo, ma la distribuzione all’interno della Striscia non funziona in modo efficace, e parte del motivo sono le operazioni di combattimento nel sud”, ha osservato Blinken. “L’impatto (degli aiuti, ndr) resta insufficiente in termini di risposta ai bisogni urgenti di bambini, donne e uomini a Gaza. Ma è una storia commovente ogni giorno poiché stiamo lavorando intensamente per garantire il funzionamento dei diversi punti di accesso e che la distribuzione all’interno di Gaza avvenga in maniera più efficace”, ha continuato il capo della diplomazia statunitense.

    Ore 16,30 – Giordania, la Corte Reale: “L’11 giugno ospiteremo una conferenza internazionale umanitaria per Gaza” – L’11 giugno la Giordania ospiterà una conferenza internazionale umanitaria per la Striscia di Gaza, organizzata dal regno hashemita in collaborazione con l’Egitto e le Nazioni Unite. Lo ha annunciato oggi su X (ex Twitter) la Corte Reale del Paese arabo, secondo cui “La conferenza ‘Call for Action: Urgent Humanitarian Response for Gaza si terrà su invito di Sua Maestà (il re di Giordania Abdullah II, ndr), il presidente (dell’Egitto, Abdel Fattah) al-Sisi e del segretario generale (dell’Onu, Antonio) Guterres, a livello di capi di Stato e di governo, nonché di organizzazioni internazionali umanitarie”. L’evento, si legge nella nota, sarà ospitato dal Centro Congressi King Hussein bin Talal sul Mar Morto con l’obiettivo “di trovare il modo per rafforzare la risposta della comunità internazionale alla catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza”.

    Ore 16,00 – Gaza: il bilancio dei morti sale a 36.284 vittime, oltre 82mila i feriti – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 36.284 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 82.057 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 60 persone e altre 280 sarebbero state ferite. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto, mentre sono 294 i soldati di Tel Aviv caduti nella Striscia. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e minori.

    Ore 15,30 – Onu: “Gli aiuti umanitari inviati a Gaza non arrivano alla popolazione” – Gli aiuti umanitari che riescono a entrare nella Striscia di Gaza non arrivano alla popolazione civile. La denuncia arriva dal portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha), Jens Laerke. “Gli aiuti non arrivano alla popolazione”, ha detto oggi Laerke nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. “E questo è un grosso problema”.

    Ore 15,00 – Libano, media: “Paramedico ucciso in un raid attribuito a Israele” – Un paramedico è stato ucciso e un altro è rimasto ferito oggi a Naquora, nel sud del Libano, a seguito di un attacco aereo attribuito a Israele che avrebbe colpito un’ambulanza. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale libanese National News Agency (Nna). L’attacco segue il lancio di diversi droni dal Libano che, secondo l’esercito israeliano, hanno colpito le alture del Golan, senza causare feriti.

    Ore 14,30 – Egitto, Ansa: “Israele respinge aiuti per Gaza al valico di Kerem Shalom” – Le autorità di Israele avrebbero respinto alcuni camion contenenti aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza inviati dall’Egitto al valico di Kerem Shalom a seguito della ripresa degli scontri armati con Hamas nell’area e vicino a Rafah, sul lato palestinese del confine. Lo riferiscono all’agenzia di stampa Ansa fonti delle forze di sicurezza egiziane, della Mezzaluna rossa e alcuni testimoni oculari, secondo cui gli addetti del terminal di Rafah sul lato egiziano della frontiera hanno confermato il ritorno di decine di camion contenenti aiuti umanitari ai magazzini logistici del valico.

    Ore 14,00 – La Francia esclude le aziende di Israele dalla fiera internazionale delle armi Eurosatory – La Francia ha escluso le aziende di Israele dalla fiera internazionale sulla difesa e la sicurezza Eurosatory, prevista dal 17 al 21 giugno a Parigi. Lo ha annunciato oggi all’agenzia di stampa Afp l’organizzatore dell’evento Coges Events. “Per decisione delle autorità governative, non ci sarà nessuno stand dell’industria della difesa israeliana alla fiera Eurosatory 2024”, hanno fatto sapere dall’organizzazione delle fiera, senza fornire ulteriori dettagli. Inizialmente era prevista la presenza di 74 aziende israeliane all’evento.

    Ore 13,45 – Haniyeh: “Hamas manterrà la sua influenza anche dopo la guerra” – “Hamas manterrà la sua influenza anche dopo la guerra”. Lo ha dichiarato oggi in una nota il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, citata dall’emittente tv al-Jazeera. “Chi parla del ‘dopoguerra’ deve capire che il popolo palestinese non permetterà che Hamas venga sostituito”, ha dichiarato il leader del gruppo terroristico palestinese. “Di fronte al prezzo che abbiamo pagato, deve essere promosso un piano nazionale palestinese basato su una leadership unificata nel quadro delle istituzioni dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che governeranno sia Gaza che la Cisgiordania”, ha proseguito Haniyeh, secondo cui Hamas non ha cambiato la sua posizione su un potenziale accordo con Israele per lo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi, insistendo sul fatto che una tale intesa debba essere accompagnata da un cessate il fuoco completo e dal ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza.

    Ore 13,30 – Israele, Idf:”Droni lanciati dal Libano colpiscono le alture del Golan”  – Due droni carichi di esplosivo lanciati dal Libano hanno colpito oggi un’area occupata da Israele sulle alture del Golan. Lo hanno riferito le forze armate israeliane (Idf) in un comunicato, secondo cui è stata aperta un’indagine sul perché i due velivoli senza pilota non sono stati intercettati. L’attacco, hanno fatto sapere i militari, non ha provocato feriti. In mattinata, secondo l’Idf, un altro razzo lanciato dal Libano ha colpito l’area di Metula, nel nord di Israele, senza causare danni né feriti. Per tutta risposta, le truppe israeliane hanno bombardato il sito di lancio.

    Ore 13,00 – Mar Rosso, Yemen: Houthi rivendicano un attacco missilistico contro la portaerei Usa Eisenhower – Il gruppo armato sciita filo-iraniano degli Houthi, che controlla ampie porzioni dello Yemen occidentale e settentrionale, ha rivendicato un attacco missilistico contro la portaerei statunitense Eisenhower, schierata nel Mar Rosso. Lo ha annunciato il portavoce militare dei ribelli Yahya Saree in un discorso citato dall’agenzia di stampa locale Saba. L’attacco, ha dichiarato Saree, costituisce una ritorsione per la serie di raid congiunti anglo-americani condotti ieri in tre province yemenite in cui sono state uccise almeno 16 persone e altre 41 sono rimaste ferite. I bombardamenti aerei, secondo il portavoce degli Houthi, hanno colpito il porto di Salif nella provincia di Hodeidah, una stazione radiofonica nel distretto di Al-Hawk, il campo di Ghalifa e due abitazioni. Tra le vittime, secondo Yahya Saree, figurano anche dei civili. Secondo un comunicato diramato dai ribelli, l’attacco contro la Eisenhower è stato condotto in collaborazione tra le forze navali e terrestri del gruppo armato con droni e missili balistici. Il Comando centrale delle forze armate Usa (Centcom) non ha commentato la notizia finora.

    Ore 12,30 – Israele, media: “No a una tregua a Gaza senza la liberazione degli ostaggi” – La richiesta recapitata da Hamas a Israele affinché Tel Aviv interrompa le operazioni militari nella Striscia di Gaza per raggiungere un accordo per il cessate il fuoco è stata definita “delirante” da un membro della squadra negoziale dello Stato ebraico, che non accetterà alcuna sospensione dei combattimenti senza la liberazione degli ostaggi. Lo riferiscono il portale israeliano Ynet e l’agenzia di stampa Reuters, citando due funzionari di Tel Aviv che hanno così commentato la dichiarazione rilasciata ieri dal gruppo terroristico palestinese. Ieri Hamas si era detto pronto a “raggiungere un accordo completo che includa un’intesa per lo scambio” tra ostaggi e detenuti palestinesi ma aveva aggiunto di non poter negoziare finché Israele continuerà la sua “aggressione, l’assedio, la fame e il genocidio del popolo” palestinese. “Israele sta combattendo a Gaza, continuerà a combattere a Gaza con tutte le sue forze, e se (Hamas, ndr) vuole una tregua a beneficio dei residenti di Gaza, deve farlo solo negoziando la liberazione degli ostaggi”, ha detto il funzionario citato da Ynet. Israele, ha aggiunto un’altra fonte delle forze di sicurezza israeliane citata da Reuters, non accetterà alcuna sospensione dei combattimenti nella Striscia che non sia parte di un accordo che includa il ritorno a casa degli ostaggi. I negoziati per un cessate il fuoco a Gaza e lo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi sono in fase di stallo da settimane, con le parti impegnate ad accusarsi a vicenda di impedire il raggiungimento di un’intesa.

    Ore 12,00 – Gaza, il governo di Hamas: “Chiusi il 98% dei forni e bloccati oltre 700 pozzi idrici” – L’offensiva militare di Israele nella Striscia di Gaza ha costretto alla chiusura oltre il 98 per cento dei forni e ha bloccato più di 700 pozzi idrici, che hanno smesso di pompare acqua. La denuncia è contenuta in una nota diramata oggi su Telegram dall’ufficio stampa del governo del territorio costiero palestinese, controllato da Hamas, secondo cui a più di tre settimane dalla presa del valico di Rafah da parte di Israele, “Gaza soffre di una grave carenza di carburante, propano e medicinali, che aggrava la sofferenza dei malati e degli affamati”. “Mettiamo in guardia la comunità internazionale e tutti i Paesi del mondo dal catastrofico peggioramento della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza”, si legge nella nota.

    Ore 11,30 – Yemen: Houthi promettono “un’escalation” dopo i raid Usa-Gb – Il gruppo armato sciita filo-iraniano degli Houthi, che controlla ampie porzioni dello Yemen occidentale e settentrionale, ha promesso “un’escalation” dopo i raid aerei condotti ieri dalle forze armate degli Stati Uniti e del Regno Unito, che secondo i media locali avrebbero provocato almeno 16 morti e 35 feriti. “L’aggressione anglo-americana non ci dissuaderà dal continuare le nostre operazioni militari a favore della Palestina”, ha scritto sulla piattaforma X (ex Twitter) Mohammed Al-Bukhaiti, membro dell’ufficio politico del movimento Ansarullah, il braccio civile dei ribelli yemeniti. “Risponderemo all’escalation con l’escalation”.

    Ore 11,00 – Gaza, Idf annunciano il ritiro delle truppe da Jabalia: “Missione completata” – Le forze armate di Israele (Idf) hanno “completato la loro missione” nella zona orientale di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, e ora si preparano a nuove operazioni nel territorio costiero palestinese. Lo hanno annunciato oggi in una nota le Idf, secondo cui durante tre settimane di combattimenti, le truppe israeliane hanno “ucciso centinaia di terroristi, recuperato i corpi di sette ostaggi uccisi e distrutto 10 chilometri di tunnel sotterranei”. Secondo i corrispondenti dell’emittente al-Jazeera, la città palestinese e il suo campo profughi sono stati praticamente rasi al suolo dai raid aerei dell’Idf, in cui sarebbero morti “numerosi” civili.

    Ore 10,30 – Yemen, media Houthi: “Sale a 16 il bilancio delle vittime dei raid Usa-Gb” – È salito a 16 morti e almeno 35 feriti il bilancio delle vittime dei raid aerei condotti ieri dalle forze armate degli Stati Uniti e del Regno Unito nelle zone dello Yemen controllate dal gruppo armato sciita degli Houthi. Lo riporta l’emittente televisiva locale al-Masirah, controllata dal movimento Ansarullah, il braccio politico dei ribelli filo-iraniani, secondo cui gli attacchi aerei hanno colpito diverse aree nella capitale Sana’a, nella provincia occidentale di Hodeidah e in quella sud-occidentale di Taiz. Tra gli edifici colpiti, secondo l’emittente yemenita, figura anche la stazione Hodeidah Radio, dove il raid anglo-americano avrebbe provocato la morte di diversi civili. Secondo due diversi comunicati diramati ieri dal Comando centrale delle forze armate Usa (Centcom) e dal ministero della Difesa britannico, l’operazione congiunta ha preso di mira solo dei siti militari degli Houthi, un’affermazione ribadita oggi in via anonima all’agenzia di stampa Associated Press da alcuni funzionari statunitensi. L’attacco, ha sottolineato su X (ex Twitter) il capo-negoziatore degli Houthi in Arabia Saudita Mohammed Abdulsalam, costituisce una “brutale aggressione allo Yemen” e una “punizione” per il sostegno dei ribelli yemeniti alla popolazione della Striscia di Gaza.

    Ore 9,30 – Singapore: i ministri della Difesa di Cina e Usa discutono, tra l’altro, della crisi in Medio Oriente – Il ministro della Difesa della Repubblica popolare cinese, Dong Jun, e il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, si sono incontrati oggi a Singapore, dove hanno discusso insieme degli sviluppi della guerra nella Striscia di Gaza, dell’invasione della Russia in Ucraina e della situazione nello Stretto di Taiwan. Lo ha reso noto oggi l’emittente cinese Cgtn, citando un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, secondo cui l’incontro è avvenuto a margine del “Dialogo Shangri-La”, un vertice internazionale dedicato alle questioni di sicurezza. Stando a un comunicato diramato dal Dipartimento della Difesa statunitense, “il segretario Austin ha sottolineato l’importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione militare” tra Washington e Pechino.

    Ore 9,00 – Gaza, Idf conferma: “Operazioni mirate in corso nel centro di Rafah” – Le forze armate di Israele (Idf) hanno confermato oggi per la prima volta che i militari dello Stato ebraico stanno conducendo operazioni “mirate” e “basate su precise informazioni fornite dall’intelligence” nel centro di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato oggi in una nota le Idf, secondo cui qui le brigate Commando e Givati, schierate nel centro della città palestinese, “hanno localizzato postazioni lanciarazzi, ingressi ai tunnel sotterranei e depositi di armi usati da Hamas”. Secondo il comunicato, altre forze della 162esima divisione operano invece nella zona orientale di Rafah e lungo il cosiddetto “Corridoio Philadelphia” che corre al confine tra Gaza e l’Egitto, dove sarebbero stati rinvenuti “razzi a lungo raggio e ulteriori armi ed equipaggiamento militare”. Ieri, secondo l’esercito israeliano, le Idf hanno condotto “numerosi” attacchi contro diversi obiettivi in ​​tutta Gaza, mentre nella zona di Rafah un membro dell’unità speciale Nukhba di Hamas è rimasto ucciso in un raid aereo. In tutto, secondo i militari israeliani, sono 300 i combattenti del gruppo terroristico uccisi nella città più meridionale della Striscia dall’inizio dell’offensiva cominciata il 6 maggio.

    Ore 8,30 – Libano, Idf: “Bombardati quattro obiettivi di Hezbollah” – L’Aeronautica militare israeliana ha bombardato nella notte quattro complessi militari del gruppo armato sciita Hezbollah nel sud del Libano. Lo riferiscono oggi in una nota le forze armate di Israele (Idf), che hanno pubblicato sui propri canali social il filmato dell’attacco, che ha preso di mira quattro edifici nei villaggi di Aitaroun e Markaba, in Libano meridionale.

    Ore 8,00 – Yemen, Houthi: “14 morti in raid aerei Usa-Gb” – Almeno 14 persone sono state uccise e oltre una trentina sono rimaste ferite durante i raid aerei condotti ieri dalle forze armate degli Stati Uniti e del Regno Unito nella provincia di Hodeidah, nello Yemen occidentale controllato dal gruppo armato sciita filo-iraniano degli Houthi. Lo riporta l’emittente televisiva locale al-Masirah, controllata dal movimento Ansarullah, il braccio politico degli Houthi. Secondo l’agenzia di stampa yemenita Saba, controllata dal gruppo armato sciita filo-iraniano, i raid angloamericani hanno preso di mira una stazione radio nel distretto di Al-Hawk e il porto di Salif. Gli attacchi erano stati confermati ieri dal Comando centrale delle forze armate Usa (Centcom), secondo cui i raid compiuti insieme ai militari britannici “per legittima difesa” avevano colpito “13 obiettivi nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi”. Secondo il ministero della Difesa britannico, l’operazione congiunta ha preso di mira tre località nell’area portuale di Hodeidah, sul Mar Rosso, dove erano schierati droni armati, missili terra-aria e artiglieria contraerea. “Come sempre, è stata posta la massima cura nella pianificazione degli attacchi per ridurre al minimo qualsiasi rischio per i civili o le infrastrutture non militari”, si legge in una nota diramata dal ministero della Difesa di Londra. “Condurre i raid nelle ore notturne avrebbe dovuto mitigare ulteriormente tali rischi”.

    Ore 7,00 – Israele, Idf: “Uccisi due soldati a Gaza: 294 caduti dall’inizio dell’offensiva nella Striscia” – Due soldati israeliani sono rimasti uccisi ieri in combattimento nella Striscia di Gaza, portando a 294 il bilancio delle vittime militari dello Stato ebraico dall’inizio dell’offensiva nel territorio costiero palestinese. Lo hanno annunciato oggi in una nota le forze armate di Israele (Idf), secondo cui le vittime sono il sergente di prima classe Adar Gavriel, un riservista di 24 anni originario di Cesarea in servizio presso la Brigata Bislamach; e il sergente Yehonatan Elias, un 20enne originario di Gerusalemme dell’unità di ricognizione della Brigata Givati. Secondo l’Idf, Gavriel è stato ucciso nel nord della Striscia di Gaza, mentre Elias è morto in un attacco anticarro condotto nel sud del territorio costiero palestinese, che ha gravemente ferito un altro militare della sua unità.

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