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    Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: 39.363 morti dal 7 ottobre. Libano: uccisi 2 miliziani di Hezbollah in un raid attribuito all’Idf. Israele: Netanyahu promette una “dura risposta” alla strage sul Golan. Tajani sente i ministri degli Esteri di Tel Aviv e Beirut: “Interrompere la spirale violenza è possibile” | DIRETTA

    Credit: AGF
    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 29 Lug. 2024 alle 07:00 Aggiornato il 29 Lug. 2024 alle 15:13

    Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 29 luglio

    A quasi dieci mesi dagli attentati del 7 ottobre in Israele, la guerra tra lo Stato ebraico e Hamas nella Striscia di Gaza non si ferma: i morti hanno ormai superato i 39mila e i feriti sono oltre 90mila. L’attacco di sabato 27 luglio su un villaggio a maggioranza drusa sulle Alture del Golan occupate da Israele, costato la vita a 12 persone (per lo più minorenni), rischia di provocare un’ulteriore escalation tra lo Stato ebraico e il gruppo armato sciita libanese Hezbollah, che nega ogni responsabilità. Intanto, ieri, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha paventato un intervento militare contro Tel Aviv come già fatto da Ankara in Libia e in Nagorno Karabakh, infiammando ancor di più il clima. Di seguito le ultime notizie di oggi, lunedì 29 luglio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

    DIRETTA

    Ore 15,00 – Israele: il premier Netanyahu visita il sito della strage di Majdal Shams e promette una “dura risposta” contro Hezbollah. Contestato da alcuni residenti – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato oggi il campo da calcio di Majdal Shams, dove il 27 luglio un razzo ha ucciso 12 minori, e ha promesso una “dura risposta” contro la strage dei bambini consumata nel villaggio a maggioranza drusa sulle alture del Golan occupate da Israele, in cui alcuni residenti lo hanno contestato. “Hezbollah, con il sostegno iraniano, ha lanciato un razzo iraniano qui, che ha tolto la vita a 12 anime pure. Dodici ragazzi e ragazze che giocavano a calcio qui e sfortunatamente non sono riusciti a raggiungere il rifugio”, ha detto Netanyahu, secondo quanto riporta una nota diramata dal suo ufficio. “Il nostro cuore è lacerato dalla grave tragedia. Abbracciamo le famiglie che stanno attraversando una sofferenza indescrivibile”. “Questi bambini sono i nostri figli, sono tutti figli di tutti noi”, ha aggiunto il premier, accompagnato – tra gli altri – dal direttore dello Shin Bet Ronen Bar e dal capo di stato maggiore delle forze armate (Idf) Tzachi Braverman. “Israele non lascerà che questo (attacco, ndr) passi inosservato. La nostra risposta arriverà, e sarà dura”. Netanyahu, che ha anche deposto una corona di fiori sul sito della strage, ha poi affermato che ebrei e drusi sono fratelli: “Abbiamo un patto di vita, ma sfortunatamente è anche un patto di momenti di lutto e dolore. Vi abbracciamo”. Il premier ha quindi esortato la comunità drusa a non perdere la speranza e ha promesso che Israele resterà al loro fianco, “oggi, domani e per sempre”. Alcuni residenti hanno urlato al premier di andarsene mentre un piccolo gruppo, in piedi dietro alle transenne vicino al sito ha esposto una serie di cartelli che accusavano Netanyahu di essere “un criminale di guerra”.

    Ore 14,00 – Libano: la Germania si appella all’Iran per evitare l’escalation – Il governo tedesco ha invitato tutte le parti in conflitto in Medio Oriente, in particolare l’Iran, a impedire un’escalation dopo la strage dei bambini avvenuta nel fine settimana sulle alture del Golan occupate da Israele. Lo ha affermato oggi in conferenza stampa il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, secondo cui Berlino “presuppone con certezza” che l’attacco sia stato condotto da Hezbollah. Anche le recenti azioni degli Houthi in Yemen, ha aggiunto Hebestreit, hanno contribuito in modo significativo all’instabilità nella regione nelle ultime settimane. “Siamo molto preoccupati per la situazione dei tedeschi sul campo e ci stiamo preparando tutto ciò che è necessario”, ha aggiunto. Ai cittadini tedeschi in Libano, che si stima siano circa 1.300, ha “consigliato” di lasciare “urgentemente” il Paese finché è ancora possibile.

    Ore 13,30 – Iran: sequestrata un’altra petroliera nel Golfo Persico – L’Iran ha sequestrato una petroliera che contrabbandava carburante nel nord del Golfo Persico e ha arrestato il suo equipaggio indiano. Lo ha riferito oggi l’agenzia di stampa Isna, secondo cui “la petroliera Pearl G, battente bandiera del Togo e appartenente a un cittadino iracheno” è stata assaltata la mattina di venerdì 26 luglio dalle Guardie della Rivoluzione. L’imbarcazione e i 9 membri dell’equipaggio di nazionalità indiana, riferisce l’agenzia di stampa, sono stati trasferiti nel porto dell’Imam Khomeini” a Mahshahr. La nave conteneva almeno 700mila litri di petrolio di contrabbando”. Il 22 luglio l’Iran aveva annunciato il sequestro di un’altra petroliera, anch’essa battente bandiera del Togo, che trasportava più di 1,5 milioni di litri di carburante “di contrabbando”, arrestando i dodici membri dell’equipaggio di nazionalità indiana e cingalese. A maggio, l’Iran ha rilasciato sette membri dell’equipaggio di una nave portacontainer battente bandiera portoghese sequestrata il 13 aprile nel Golfo, accusata di essere collegata a Israele.

    Ore 13,00 – Libano: la Germania chiede ai cittadini tedeschi di lasciare “con urgenza” il Paese – La Germania ha chiesto ai cittadini tedeschi “di lasciare con urgenza il Libano”. “Non si può escludere un’ulteriore escalation della situazione e un allargamento del conflitto”, si legge in una nota diramata oggi dal ministero degli Esteri di Berlino. “Ciò vale in particolare per le zone meridionali del Libano, comprese le aree urbane meridionali di Beirut e la valle della Bekaa, compreso il distretto di Baalbek-Hermel. Un’ulteriore escalation potrebbe anche portare a una sospensione completa del traffico aereo dall’aeroporto Rafiq Hariri. (A quel punto, ndr) Lasciare il Libano in aereo non sarebbe più possibile”.

    Ore 12,45 – Libano: anche l’altra vittima del raid attribuito a Israele era un miliziano di Hezbollah – Anche la seconda vittima morta oggi in Libano in un raid aereo attribuito a Israele era un miliziano di Hezbollah. Lo ha confermato in un’altra nota il gruppo armato sciita libanese, secondo cui l’uomo si chiamava Abbas Salami ed era originaria della località di Khirbet Selm. Il raid era stato condotto questa mattina con un drone armato che aveva colpito un’auto e una motocicletta sulla strada che collega le città di Mays al-Jabal e Shaqra, nel sud del Libano. La morte di Abbas Salami porta ad almeno 383 le vittime di Hezbollah dalla ripresa degli scontri con Israele cominciata il 7 ottobre scorso. Si tratta delle prime vittime del gruppo armato uccise dalla strage di Majdal Shams, sulle alture del Golan occupate da Israele, costata la vita a 12 minori.

    Ore 12,30 – Israele, raffica di razzi dal Libano: nessun ferito – Una raffica di razzi lanciati dal Libano ha colpito oggi l’area di Gomeh Junction, a sud di Kiryat Shmona, nel nord di Israele, precipitando in alcune aree all’aperto e senza provocare feriti. Lo riferiscono in una nota le forze armate di Israele (Idf), secondo cui l’attacco non ha fatto scattare le sirene di allerta.

    ore 12,05 – Tajani sente i ministri degli Esteri di Israele e Libano: “Interrompere la spirale violenza è possibile” – Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto colloqui telefonici separati con i suoi omologhi di Israele, Israel Katz, e Libano, Abdallah Bou Habib, “per evitare una nuova guerra”. Lo ha annunciato sui social il capo della Farnesina, secondo cui il nostro “Governo è impegnato per pace e stabilità, anche attraverso il contingente italiano nell’Unifil, per il quale ho chiesto protezione”. “Il rispetto della risoluzione Onu 1701 è cruciale”, ha aggiunto il leader di Forza Italia. “Interrompere la spirale violenza è possibile”.

    Ore 12,00 – Gaza: il bilancio dei morti sale a 39.363 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 39.363 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 90.923, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 39 persone e altre 93 sarebbero rimaste ferite. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 15mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto, mentre sono oltre 330 i soldati di Tel Aviv caduti nella Striscia dall’inizio dell’offensiva terrestre dello Stato ebraico. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e minori.

    Ore 11,30 – Libano, Hezbollah: “Ucciso un nostro miliziano” nel raid attribuito a Israele – Un miliziano di Hezbollah è morto oggi in un raid aereo attribuito a Israele nel sud del Libano, che ha provocato in tutto 2 vittime e 3 feriti. Secondo una nota diramata dal gruppo armato, la vittima di Hezbollah si chiamava Abbas Hijazi ed era originaria della località di Majdel Selm. Il raid era stato condotto questa mattina con un drone armato che aveva colpito un’auto e una motocicletta sulla strada che collega le città di Mays al-Jabal e Shaqra, nel sud del Libano. La morte di Abbas Hijazi porta ad almeno 382 le vittime di Hezbollah dalla ripresa degli scontri con Israele cominciata il 7 ottobre scorso. Si tratta del primo miliziano del gruppo armato ucciso dalla strage di Majdal Shams, sulle alture del Golan occupate da Israele, costata la vita a 12 minori.

    Ore 11,00 – Libano: Lufthansa proroga fino al 5 agosto la sospensione dei voli da e per Beirut – La compagnia aerea tedesca Lufthansa ha prorogato la sospensione dei voli da e per Beirut fino al 5 agosto, a seguito della minaccia di una rappresaglia da parte di Israele per l’attacco missilistico lanciato sabato 27 luglio dal Libano in cui sono morti 12 tra bambini e adolescenti nel villaggio a maggioranza drusa di Majdal Shams, sulle alture del Golan occupate dallo Stato ebraico. I voli verso il Libano, ha detto un portavoce di Lufthansa all’agenzia di stampa Afp, sono stati cancellati a causa degli “attuali sviluppi in Medio Oriente”.

    Ore 10,30 – Israele, media: “Dubbi sulle proposte di modifica da parte di Tel Aviv all’accordo per una tregua a Gaza” – La proposta di modifica dell’accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi ancora in mano a Hamas che Israele ha trasmesso alla Casa Bianca potrebbe non passare il vaglio dei mediatori. Lo riporta l’emittente israeliana Channel 12, che cita in proposito un funzionario dello Stato ebraico, secondo cui “è altamente improbabile che questa proposta passi attraverso i mediatori”. “È improbabile che accetteranno di passare la proposta ad Hamas alla luce di fondamentale cambiamenti in essa contenuti”, ha detto l’alto funzionario citato da Channel 12. Il documento, consegnato sabato 27 luglio ai rappresentanti Usa, prevede: l’istituzione di un meccanismo di ispezione all’interno della Striscia per garantire che i combattenti di Hamas non possano spostarsi da sud a nord del territorio costiero palestinese; la permanenza delle truppe di Israele nel cosiddetto “Corridoio di Filadelfia”, lungo il confine tra Gaza e l’Egitto, durante la prima fase dell’accordo; l’invio a Tel Aviv di un elenco di tutti gli ostaggi ancora in vita che Hamas intende liberare. Secondo l’emittente israeliana è stata l’amministrazione Biden a chiedere a Israele di chiarire le proprie richieste, nel tentativo di far progredire i negoziati. Ieri, l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva fatto sapere che i colloqui continueranno “nei prossimi giorni”, dopo il rientro in patria del direttore del Mossad David Barnea dagli incontri tenuti qui a Roma con i negoziatori degli Stati Uniti, dell’Egitto e del Qatar.

    Ore 10,00 – Parigi 2024: la delegazione di Israele osserva un minuto di silenzio per le vittime del raid di Majdal Shams – La delegazione di Israele alle Olimpiadi di Parigi 2024 ha osservato un minuto di silenzio per onorare le vittime dell’attacco missilistico attribuito al gruppo armato sciita libanese Hezbollah che sabato 27 luglio ha colpito la città a maggioranza drusa di Majdal Shams, sulle alture del Golan occupate dallo Stato ebraico, in cui sono morte 12 persone, per la maggior parte minori. L’emittente israeliana Channel 12 ha pubblicato sui social media una foto della squadra nel Villaggio Olimpico mentre onora le vittime.

    Ore 9,30 – Australia, Giappone, India e Usa chiedono un cessate il fuoco immediato a Gaza – I ministri degli Esteri di Australia, Giappone, India e Stati Uniti hanno lanciato l’appello per un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora in mano a Hamas. “Affermiamo l’imperativo di garantire il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas e sottolineiamo che l’accordo per la loro liberazione porterebbe a un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza”, si legge in una dichiarazione congiunta pubblicata nelle scorse ore a seguito di un incontro delle nazioni del “Quad” avvenuto nella capitale giapponese Tokyo. I firmatari hanno anche assicurato il loro impegno per uno “Stato palestinese sovrano, vitale e indipendente” come parte di una soluzione a due Stati. “Qualsiasi azione unilaterale che comprometta la prospettiva di una soluzione a due Stati, compresa l’espansione israeliana degli insediamenti e l’estremismo violento da tutte le parti, deve cessare”, prosegue il comunicato. “Sottolineiamo la necessità di impedire che il conflitto si intensifichi e si estenda al resto del regione”.

    Ore 9,00 – Libano, media: “2 morti e 3 feriti in un raid attribuito a Israele” – Almeno due persone sono state uccise e altre tre sono rimaste ferite oggi in Libano in un attacco aereo attribuito a Israele, che ha colpito un’auto e una moto sulla strada Qalaa tra le città di Mays al-Jabal e Shaqra, nel sud del Paese arabo. Lo riferisce l’emittente locale Lebanon 24, che cita i servizi sanitari di emergenza libanesi, secondo cui tra i feriti figura anche un minore. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, sarebbe soltanto una la vittima del raid. Tutte le persone colpite, secondo la Nna, sono state trasferite al Tebnin Governmental Hospital, nella vicina città di Tebnin. Le forze armate israeliane (Idf) non hanno ancora rilasciato dichiarazioni in merito al presunto attacco compiuto oltreconfine. Se confermato, si tratterebbe del primo attacco letale condotto da Israele in Libano da quando, sabato 27 luglio, un raid attribuito a Hezbollah ha ucciso 12 minori sulle alture del Golan occupate dallo Stato ebraico.

    Ore 8,30 – Gaza, Idf: “Oltre 35 raid nell’ultime 24 ore. Uccisi diversi uomini armati” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno colpito oltre 35 obiettivi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, mentre le truppe di terra continuano le proprie operazioni militari a Khan Younis, e Rafah, nel sud del territorio costiero palestinese, dove hanno ucciso un imprecisato numero di “uomini armati”. Lo hanno reso noto oggi in un comunicato le Idf, secondo cui tra gli obiettivi degli attacchi aerei figuravano “cellule di gruppi armati, edifici utilizzati da gruppi terroristici, edifici dotati di trappole esplosive e altre infrastrutture”. Intanto, i militari hanno fatto sapere che le truppe continuano ad avanzare a Khan Younis e Rafah. In quest’ultima località, nelle ultime 24 ore “i soldati della 162esima Divisione dell’esercito hanno ucciso diversi uomini armati in scontri ravvicinati e guidando attacchi aerei”. “Molti altri terroristi sono stati uccisi negli scontri e nei raid aerei svolti durante le operazioni della 98esima Divisione a Khan Younis”, si legge nella nota.

    Ore 8,00 – Libano: altri voli cancellati e in ritardo per Beirut – Continuano le cancellazioni e i ritardi dei voli al Rafic Hariri International Airport di Beirut, capitale del Libano, dove la compagnia libanese Middle East Airlines (MEA) del Libano ha fatto sapere che la situazione è legata ai rischi assicurativi, mentre aumentano le tensioni tra Israele e il gruppo armato sciita Hezbollah. In mattinata, anche il vettore tedesco Lufthansa ha sospeso, “per eccesso di cautela”, cinque rotte da e per Beirut attraverso le controllate Swiss Air, Eurowings e Lufthansa fino al 30 luglio compreso. Anche la compagnia aerea low cost turca SunExpress; la controllata di Turkish Airlines, AJet; il vettore greco Aegean Airlines e l’Ethiopian Air hanno cancellato i voli in arrivo oggi a Beirut. Ieri la Turkish Airlines aveva cancellato due voli in arrivo nella notte nella capitale libanese. Queste compagnie aeree non hanno pubblicamente commentato i motivi delle cancellazioni.

    Ore 7,00 – Turchia: il ministero degli Esteri paragona Netanyahu a Hitler. Il ministro Fidan difende Erdogan dagli attacchi di Israele: È “la voce della coscienza dell’umanità” – Il ministero degli Esteri della Turchia ha paragonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu ad Adolf Hitler, mentre il ministro Hakan Fidan ha difeso il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ieri aveva paventato un intervento militare contro Israele “come in Libia e in Nagorno Karabakh” dagli attacchi di alcuni esponenti dello Stato ebraico, definendolo “la voce della coscienza dell’umanità”. Dopo le dichiarazioni di ieri, le polemiche tra Ankara e Tel Aviv sono proseguite questa mattina quando il ministero degli Esteri turco ha pubblicato un post sulla piattaforma X (ex Twitter) in cui si legge: “Proprio come finì il genocidio di Hitler, così finirà il genocidio di Netanyahu”. “Proprio come i nazisti genocidi sono stati perseguitati, così saranno coloro che cercano di distruggere i palestinesi”, continua il post. “L’umanità starà al fianco dei palestinesi. Non distruggerete i palestinesi”. In seguito, sempre su X, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha difeso così il suo presidente Erdogan: “Il nostro Presidente è diventato la voce della coscienza dell’umanità”. “Coloro che cercano di mettere a tacere questa voce giusta, in particolare i circoli sionisti internazionali, tra cui Israele, sono in uno stato di grande panico”, ha proseguito Fidan. “La storia è finita allo stesso modo per tutti i responsabili del genocidio e i loro sostenitori”.

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