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    Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza, Unrwa: “Nove persone su dieci” risultano sfollate. Israele proroga il bando ad al-Jazeera. Libano, Idf: “Colpita una cellula di Hezbollah”. Australia, Nuova Zelanda e Canada chiedono una tregua | DIRETTA

    Credit: Agf
    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 26 Lug. 2024 alle 07:00 Aggiornato il 26 Lug. 2024 alle 14:11

    Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 26 luglio

    A quasi dieci mesi dagli attentati del 7 ottobre in Israele, la guerra tra lo Stato ebraico e Hamas nella Striscia di Gaza non si ferma: i morti hanno ormai superato i 39mila e i feriti sono oltre 90mila. Almeno 129 persone, secondo la Protezione civile locale, sono già morte in quattro giorni di offensiva delle forze armate israeliane (Idf) a Khan Younis, nel sud del territorio costiero palestinese, dove le Idf hanno ammesso di aver compiuto oltre un centinaio di raid aerei. Si infiamma anche il fronte del Libano, dove il fuoco incrociato tra Israele e il gruppo armato sciita Hezbollah continua a mietere vittime. Aumenta l’escalation anche in Yemen, dove il leader dei ribelli sciiti filo-iraniani Houthi, Abd al-Malik Badr al-Din al-Houthi, ha promesso nuovi attacchi contro lo Stato ebraico. Intanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu è ancora negli Stati Uniti, dove ha tenuto un discorso al Congresso e ha incontrato sia il presidente Joe Biden che la sua vice Kamala Harris, mentre oggi si recherà a Mar-a-Lago, in Florida, per vedere Donald Trump. Di seguito le ultime notizie di oggi, venerdì 26 luglio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

    DIRETTA

    Ore 14,00 – Gaza, Wfp: “Costretti a ridurre le razioni di cibo” – Il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme, Wfp) è stato costretto a ridurre le razioni di cibo a Gaza “per garantire una più ampia copertura alimentare ai nuovi sfollati”. Sui social l’agenzia dell’Onu ha fatto sapere che nella zona centrale e meridionale della Striscia le forniture sono scarse, in quanto praticamente non arrivano più provviste commerciali. Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha attribuito a Israele la responsabilità dell’inizio della carestia nel territorio costiero palestinese, accusando Tel Aviv di aver portato avanti una “campagna di carestia mirata”, in gran parte impedendo la consegna degli aiuti umanitari e attraverso incessanti bombardamenti sulla Striscia, un’accusa sempre respinta dallo Stato ebraico

    Ore 13,30 – Libano, Idf: “Colpita una cellula di Hezbollah” – L’Aeronautica militare israeliana ha colpito una cellula di Hezbollah a Markaba, nel Libano meridionale. Lo riferiscono in una nota diramata oggi le forze armate di Israele (Idf), secondo cui i miliziani erano stati avvistati dalle truppe dell’869esima Combat Intelligence Collection Unit mentre entravano in un edificio utilizzato dal gruppo armato sciita libanese, su cui poco dopo un caccia ha compiuto un raid aereo.

    Ore 13,15 – Il governo britannico ritira le obiezioni alla richiesta di arresto di Netanyahu da parte della Cpi – Il nuovo governo britannico del premier laburista Keir Starmer ritirerà le obiezioni sollevate dal precedente esecutivo conservatore rispetto alla richiesta di mandato di arresto avanzata dalla procura della Corte penale internazionale contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo ha annunciato oggi un portavoce del governo britannico, confermando le indiscrezioni pubblicate nelle scorse ore dal New York Times. La scorsa settimana il governo di Londra aveva annunciato che avrebbe ripreso a finanziare l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), dopo che il governo di Rishi Sunak li aveva congelati in seguito alle accuse israeliane secondo cui alcuni dipendenti dell’Unrwa avrebbero preso parte al massacro del 7 ottobre perpetrato da Hamas. Il governo di Londra ha comunque ricordato che la decisione se emettere o meno un mandato di arresto spetta alla Corte penale internazionale.

    Ore 13,00 – Gaza, Unrwa: “Nove persone su dieci” risultano sfollate – Nove persone su dieci nella Striscia di Gaza sono state “sfollate con la forza” durante la guerra in corso dal 7 ottobre. La denuncia arriva dall’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), secondo cui “le famiglie cercano riparo dove possono: scuole sovraffollate, edifici distrutti, tende improvvisate sulla sabbia o in mezzo a mucchi di spazzatura”. “Nessuno di questi luoghi è sicuro, denuncia l’Unrwa. “Ma le persone non hanno più un posto dove andare”.

    Ore 12,30 – Israele: prorogata di altri 45 giorni l’interruzione delle trasmissioni di al-Jazeera – La Corte distrettuale di Tel Aviv ha confermato e prorogato per altri 45 giorni il provvedimento che dispone l’interruzione delle trasmissioni dell’emittente televisiva del Qatar al-Jazeera, accusata dal governo di Israele di sostenere Hamas. Lo ha reso noto oggi in un comunicato pubblicato sul proprio sito-web il ministero della Giustizia dello Stato ebraico. Il provvedimento è stato adottato ai sensi di una nuova legge approvata all’inizio di aprile dalla Knesset, che consente all’esecutivo di bandire le trasmissioni dei media stranieri che mettono a repentaglio la sicurezza nazionale. Così il 5 maggio il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi ha deciso di oscurare al-Jazeera in Israele per un periodo di 45 giorni. Tuttavia il 9 giugno, accogliendo un ricorso dell’Associazione israeliana per i Diritti Civili che contestava la chiusura del canale tv qatarino, la Corte Suprema ha rinviato il caso al Tribunale distrettuale di Tel Aviv che, citando una serie di vizi procedurali, ha dato ragione al governo, riducendo però a 35 giorni il periodo di interruzione delle trasmissioni di al-Jazeera. Il provvedimento era già stato prorogato in precedenza.

    Ore 12,00 – Il direttore dell’Unrwa Philippe Lazzarini: “A Gaza è tornata la Polio” – Nella Striscia di Gaza è tornata la poliomielite, una malattia che “non conosce confini né ha bisogno del visto o di un permesso per viaggiare” e la cui diffusione potrebbe colpire altri Paesi a meno che un cessate il fuoco non consenta la ripresa delle vaccinazioni. La denuncia arriva direttamente sui social dal direttore dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, che cita alcune analisi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), secondo cui – malgrado non siano stati ancora rilevati casi di paralisi nel territorio costiero palestinese – hanno confermato la diffusione della poliomielite nelle acque reflue di Gaza. “Questo è un altro serio sviluppo nel viaggio infinito della miseria”, ha scritto Lazzarini sui social. “La diffusione della poliomielite a Gaza e altrove può essere controllata attraverso campagne di vaccinazione che raggiungano ogni bambino, ovunque si trovi”.

    Ore 11,00 – Gaza: l’Unesco inserisce il monastero di Sant’Ilario nella lista dei Patrimoni dell’umanità a rischio – Il complesso di Sant’Ilario, uno dei monasteri più antichi del Medio Oriente, è stato inserito dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’umanità a rischio a causa della guerra in corso nella Striscia di Gaza. Lo riferisce una nota pubblicata dall’Agenzia delle Nazioni Unite, secondo cui il sito, che risale al IV secolo d.C., è stato inserito nella lista dei monumenti in pericolo su richiesta delle autorità palestinesi, a causa delle “imminenti minacce” che si trova ad affrontare. “È l’unica risorsa che abbiamo per proteggere il sito dalla distruzione”, ha detto all’agenzia di stampa Afp il direttore del Centro del patrimonio mondiale Unesco, Lazare Eloundou Assomo. A dicembre, il Comitato Unesco per la tutela dei beni culturali in caso di conflitto armato ha deciso di concedere al sito una “protezione provvisoria rafforzata”, il livello più alto stabilito dalla Convenzione del L’Aja del 1954. Allora l’Agenzia delle Nazioni Unite si disse “già preoccupata per lo stato di conservazione dei siti prima del 7 ottobre, a causa della mancanza di politiche adeguate per proteggere il patrimonio e la cultura” a Gaza.

    Ore 9,30 – Australia, Nuova Zelanda e Canada chiedono un immediato cessate il fuoco a Gaza – I primi ministri di Australia, Nuova Zelanda e Canada hanno chiesto oggi un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. In una dichiarazione congiunta diramata stamattina, i primi ministri Anthony Albanese (Australia), Justin Trudeau (Canada) e Christopher Luxon (Nuova Zelanda) definiscono “disperatamente necessaria” una tregua a Gaza. “Restiamo inequivocabili nella nostra condanna di Hamas per le atrocità del 7 ottobre e per gli atti di terrore in corso. Hamas deve deporre le armi e liberare tutti gli ostaggi. Non vediamo alcun ruolo per Hamas nella futura governance di Gaza”, si legge nel comunicato congiunto. “Israele deve ascoltare le preoccupazioni della comunità internazionale. La protezione dei civili è fondamentale e un requisito del diritto umanitario internazionale. I civili palestinesi non possono essere costretti a pagare il prezzo della sconfitta di Hamas. Tutto questo deve finire”. “Siamo pienamente a favore dell’accordo di cessate il fuoco globale, delineato dal Presidente Biden e approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Invitiamo le parti in conflitto ad accettare l’accordo. Qualsiasi ritardo comporterà solo la perdita di altre vite”, prosegue la nota.

    Ore 9,00 – Gaza, Idf: “Oltre 100 terroristi uccisi nell’operazione in corso a Khan Younis. Oltre 40 raid in tutta la Striscia nelle ultime 24 ore” – Più di 100 terroristi sono rimasti uccisi durante l’operazione lanciata il 22 luglio scorso dalle forze armate israeliane (Idf) a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, dove nelle ultime 24 ore le truppe dello Stato ebraico hanno condotto oltre una quarantina di raid aerei. Lo riferiscono in una nota le Idf, secondo cui l’azione è stata condotta dalle truppe della 98esima Divisione dell’esercito. Inoltre, nei giorni scorsi, alcuni droni dell’Aeronautica militare israeliana, guidati dalle informazioni raccolte dai soldati della 98esima Divisione, hanno anche colpito sette postazioni di lancio di mortai a Khan Younis. Più a sud, nella città Rafah, le truppe della 162esima Divisione hanno ucciso “numerosi terroristi” e “individuato tunnel e depositi di armi, tra cui lanciarazzi a lungo raggio”. Sempre a Rafah, un raid aereo “ha ucciso due uomini armati individuati dalle truppe della 414esima Combat Intelligence Collection Unit”. In seguito, un secondo attacco ha ucciso altri due uomini armati intervenuti sulla scena. Al contempo, nell’arco dell’ultima giornata, i caccia, gli elicotteri da combattimento e i droni dell’Aeronautica hanno colpito circa 45 obiettivi nella Striscia di Gaza. Tra questi figuravano cellule armate, tunnel, edifici e altre infrastrutture utilizzati da gruppi terroristici, tra cui lanciarazzi precedentemente usati per attaccare la città di Beersheba, nel sud di Israele.

    Ore 8,30 – Libano, Hezbollah: “Un nostro missile guidato ha distrutto un dispositivo tecnologico israeliano a Ramyah” – Un “missile guidato” lanciato da Hezbollah ha colpito un “dispositivo tecnologico” installato dall’esercito israeliano vicino al villaggio di Ramyah, nel sud del Libano. Lo ha reso noto oggi il gruppo armato sciita libanese in un comunicato diramato su Telegram, citato dall’emittente al-Jazeera, secondo cui il missile ha colpito direttamente l’equipaggiamento militare israeliano, distruggendolo. Le forze armate israeliane (Idf) non hanno commentato la rivendicazione.

    Ore 8,00 – Cisgiordania, raid dell’Idf a Qalqiliya: “Feriti due palestinesi” – Due giovani palestinesi sono rimasti feriti nella notte durante un raid militare delle forze armate israeliane (Idf) nella città di Qalqiliya, nella Cisgiordania occupata. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, citando fonti locali, secondo cuii soldati israeliani hanno fatto irruzione in città da est, inseguendo un veicolo, aprendo il fuoco e ferendo il conducente e il passeggero. Secondo il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), uno dei feriti versa in gravi condizioni mentre l’altro ha riportato solo ferite lievi. Entrambi sono stati ricoverati presso l’ospedale Darwish Nazzal di Qalqiliya. Durante il raid, secondo Wafa, le truppe israeliane hanno anche chiuso il principale ingresso orientale alla città con un cancello, impedendo la circolazione dei residenti.

    Ore 7,30 – Gaza, Idf: “Ucciso un altro soldato in azione” – Il caporale dell’esercito israeliano Moti Rave, 37 anni, originario dell’insediamento di Shani in Cisgiordania, è rimasto ucciso in azione nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono in una nota diramata oggi le forze armate di Israele (Idf), secondo cui la vittima è il caporale Moti Rave, 37 anni, originario dell’insediamento di Shani (Livne) in Cisgiordania, che prestava servizio come operatore logistico nella Brigata Givati. Secondo una prima ricostruzione, Rave sarebbe stato ucciso dal fuoco anticarro che avrebbe colpito un bulldozer D9 che stava manovrando. Dal 7 ottobre sono stati uccisi 688 militari israeliane, di cui 330 morti durante l’offensiva nella Striscia di Gaza.

    Ore 7,00 – Israele: muore in carcere un leader di Hamas in Cisgiordania – Un leader di Hamas in Cisgiordania è morto mentre si trovava sotto la custodia israeliana a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. La notizia è stata diramata nella notte dalla Commissione per gli affari dei detenuti dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), secondo cui il 63enne Mustafa Muhammad Abu Ara è morto dopo essere stato trasferito in ospedale dal carcere di Ramon, nel sud di Israele. “Prima del suo arresto, soffriva di gravi problemi di salute e necessitava di continui controlli medici”, si legge nel comunicato pubblicato dalla Commissione e citato dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. “Tuttavia, dal momento del suo arresto, Sheikh Abu Ara, come tutti i prigionieri, ha dovuto affrontare crimini senza precedenti”. Hamas ha accusato le autorità di Tel Aviv di aver intenzionalmente negato le cure e torturato Abu Ara, che era stato arrestato l’ultima volta a ottobre e che ha trascorso complessivamente 12 anni nelle carceri israeliane. “Piangiamo la scomparsa del leader e prigioniero Sheikh Mustafa Muhammad Abu Ara e riteniamo l’occupante (Israele, ndr) responsabile del suo assassinio attraverso una deliberata negligenza medica”, si legge in una nota pubblicata dal gruppo terroristico, citata dall’emittente al-Jazeera. “Il movimento ha sottolineato che questo crimine atroce rientra nel quadro della guerra di sterminio e delle uccisioni sistematiche in corso portate avanti dall’occupante”. Hamas ha poi invitato i suoi sostenitori a compiere attentati in Israele per vendicare la morte del suo esponente in Cisgiordania. “Invitiamo tutti i combattenti a sparare con proiettili ed esplosivi contro i soldati e i coloni occupanti per vendicare il sangue del nostro martire e di altri”.

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