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    Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza, la Corte dell’Aia ordina a Israele di fermare atti di genocidio. Netanyahu: “Oltraggioso. Continueremo a fare ciò che è necessario per difenderci” | DIRETTA

    Corte internazionale di giustizia, i giudici non ordinano un cessate il fuoco immediato: Israele dovrà riferire entro un mese. Netanyahu ordina ai ministri di non commentare la decisione. Crosetto: "L’Italia è pronta per il comando della missione nel Mar Rosso". Più di 26mila i morti a Gaza

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 26 Gen. 2024 alle 09:44 Aggiornato il 26 Gen. 2024 alle 19:37

    Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, venerdì 26 gennaio

    La Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di fare “tutto ciò che è in suo potere” per prevenire violazioni della Convenzione sul crimine di genocidio. Una decisione che accoglie in parte la richiesta del Sudafrica, che ha citato lo Stato ebraico per violazione della Convenzione del 1948 e non prevede un cessate il fuoco esplicito. Secondo il governo sudafricano si tratta di una “vittoria decisiva per il diritto internazionale” mentre il primo ministro israeliano Netanyahu ha definito le accuse di genocidio un “oltraggio”, ribadendo che Israele “continuerà a difendersi da Hamas”. Nel frattempo sulla Striscia continuano gli attacchi israeliani, che finora hanno causato più di 26mila vittime. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, venerdì 26 gennaio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

    DIRETTA

    Ore 19.30 – “Mercantile colpito da un missile nel Golfo di Aden” – Una nave mercantile in transito nel Golfo di Aden è stata colpita da un “missile”, secondo la società britannica di sicurezza marittima Ambrey citata da Sky News. L’impatto ha provocato un incendio ma l’equipaggio è stato tratto in salvo, in quello che con ogni probabilità rappresenta l’ultimo incidente legato agli Houti yemeniti, che hanno attaccato le navi internazionali nel Mar Rosso e nelle aree circostanti.

    Ore 19 – Greta Thunberg alla manifestazione all’Aia: “La Palestina sarà libera” – L’attivista per il clima Greta Thunberg ha preso parte oggi ad una manifestazione di protesta a sostegno dei palestinesi che si è tenuta nei pressi della Corte internazionale di Giustizia all’Aia. L’arrivo di Thunberg all’Aia è coinciso con la decisione della Corte in merito al ricorso presentato dal Sudafrica. “Non possiamo rimanere in silenzio durante un genocidio”, ha postato su X la 21enne attivista che ha preso parte alla dimostrazione mostrando un cartello con la scritta “La Palestina sarà libera”.

    Ore 16.50 – L’Aia, l’Ue: “Ci aspettiamo piena e immediata attuazione della decisione della Corte” – “Prendiamo atto dell’ordinanza odierna della Corte internazionale di giustizia sulla richiesta del Sudafrica di indicare misure cautelari. L’Ue ribadisce il suo sostegno incessante alla Corte internazionale di giustizia, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. Le ordinanze della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti per le parti e queste devono rispettarle. L’Ue si aspetta la loro piena, immediata ed efficace attuazione. Il diritto di ciascuna parte di presentare argomenti in merito alla giurisdizione, all’ammissibilità o al merito rimane inalterato dalla decisione odierna sulla richiesta del Sudafrica di indicare misure cautelari”. Lo ha detto in una nota la Commissione europea.

    Ore 16.30 – Usa sospendono finanziamenti all’Unrwa – Gli Stati Uniti hanno sospeso temporaneamente i finanziamenti all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) dopo che alcuni dipendenti sono stati accusati di legami con Hamas. Il commissario generale dell’agenzia Onu, Philippe Lazzarini, ha affermato che le autorità israeliane hanno fornito informazioni sul presunto coinvolgimento dei suoi dipendenti negli attacchi del 7 ottobre, aggiungendo che l’Unrwa ha interrotto i rapporti con loro.

    Ore 15.50 – Guterres “inorridito” dalle accuse a Unrwa: “Indagine rapida” – Il segretario generale Onu Antonio Guterres è stato informato dal commissario generale di Unrwa, Philippe Lazzarini, delle accuse che coinvolgono diversi membri dello staff dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi negli attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele. In una nota del portavoce Guterres si è detto “inorridito dalla notizia, ha chiesto a Lazzarini di indagare rapidamente sulla questione e garantire che qualsiasi dipendente Unrwa che ha partecipato o favorito gli attacchi venga immediatamente licenziato e deferito per un potenziale procedimento penale”.

    Ore 15.30 – Unrwa rimuove dipendenti sospettati di legami con Hamas – L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha detto di aver aperto un’inchiesta sul presunto coinvolgimento di diversi suoi dipendenti negli attacchi del 7 ottobre nel sud di Israele da parte di Hamas e di aver interrotto i rapporti con loro. “Le autorità israeliane hanno fornito all’Unrwa informazioni sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti dell’Unrwa negli orribili attacchi contro Israele del 7 ottobre”, ha riportato l’agenzia di stampa Reuters citando il commissario generale dell’agenzia Onu Philippe Lazzarini. “Per proteggere la capacità dell’agenzia di fornire assistenza umanitaria, ho preso la decisione di risolvere immediatamente i contratti di questi membri del personale e di avviare un’indagine per stabilire senza indugio la verità”.

    Ore 14.50 – L’Aia, Sudafrica: “Vittoria decisiva per il diritto internazionale” – Una “vittoria decisiva”. Così il Sudafrica ha definito la decisione della Corte di giustizia internazionale di accogliere parte delle sue richieste nel procedimento contro Israele per la violazione della Convenzione sul crimine di genocidio. “La giornata di oggi segna una vittoria decisiva per lo stato di diritto internazionale e una pietra miliare significativa nella ricerca della giustizia per il popolo palestinese”, ha affermato il governo, auspicando che Israele non ostacoli l’esecuzione della decisione.

    Ore 14.40 – L’Aia, Netanyahu: “Oltraggioso. Continueremo a fare ciò che è necessario per difenderci” – Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che l’accusa di genocidio mossa contro Israele alla Corte mondiale è “oltraggiosa” e ha detto che farà tutto il necessario per difendersi. “Come ogni paese, Israele ha il diritto intrinseco di difendersi”, ha affermato in una dichiarazione in inglese. “Il vile tentativo di negare a Israele questo diritto fondamentale costituisce una palese discriminazione contro lo Stato ebraico, ed è stato giustamente respinto”.

    Ore 14.30 – L’Aia, Netanyahu ordina ai ministri di astenersi dal commentare la decisione – Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di astenersi dal rispondere alla decisione della Corte internazionale di giustizia sul caso di genocidio del Sudafrica contro Israele. Secondo la televisione pubblica Kan, Netanyahu, tramite il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, ha detto ai ministri di astenersi da qualsiasi dichiarazione pubblica prima del rilascio di una posizione ufficiale del governo sulla questione. Sebbene la corte abbia rifiutato di ordinare a Israele di sospendere le sue operazioni militari nella Striscia di Gaza, la sua sentenza invita Gerusalemme ad adottare misure per impedire la commissione di atti di genocidio contro i palestinesi. Nonostante la richiesta Netanyahu, il ministro Yitzhak Wasserlauf e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, entrambi membri del partito di estrema destra Otzma Yehudit, hanno condannato la Corte, definita antisemita da Ben Gvir.

    Ore 14.10 – L’Aia, la Corte non ha ordinato cessate il fuoco –  La Corte internazionale di giustizia oggi ha chiesto a Israele di fare “tutto ciò che è in suo potere” per prevenire violazioni della Convenzione sul crimine di genocidio, senza ordinare un cessate il fuoco. I giudici, con larga maggioranza, hanno accolto gran parte delle misure cautelare chieste dal Sudafrica, con l’eccezione di chiedere un cessate il fuoco immediato. La corte ha ordinato a Israele di astenersi da qualsiasi atto che potrebbe rientrare nella convenzione sul genocidio e anche di garantire che le sue truppe non commettano alcun atto di genocidio a Gaza. Ha inoltre ordinato un miglioramento della situazione umanitaria.

    Ore 13.50 – Corte, “Israele faccia tutto ciò che è in suo potere per impedire violazione Convenzione” – La Corte ha ordinato a Israele di fare tutto ciò che è in suo potere per prevenire violazioni dell’articolo 2 della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948. Queste riguardano gli “atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religiose, come tale” ossia “uccisione di membri del gruppo”, “lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo”, “il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale”, “misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo” e “trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro”. La Corte ha anche chiesto di prevenire e punire l’incitamento diretto al genocidio e di adottare misure per salvaguardare gli elementi di prova relativi al procedimento.

    Ore 13.43 – La Corte dell’Aia ordina a Israele di fermare atti di genocidio – La decisione presa con una maggioranza di 15 giudici a 2.

    Ore 13.35 – L’Aia: “Le condizioni per le misure d’emergenza sono soddisfatte” – La presidente Donoghue: “Rischio reale e immediato di danni irreparabili”

    Ore 13.25 – L’Aia: “La Corte ha giurisdizione ‘prima facie’ sulle accuse di genocidio contro Israele” – La presidente Donoghue afferma che la Corte internazionale di giustizia ha giurisdizione “prima facie” su questo caso. Significa che può deliberare sulla richiesta di misure cautelari fatta dal Sudafrica.

    Ore 13.16 – L’Aia, la Corte respinge la richiesta di Israele di rigettare le accuse – “La Corte ritiene di non poter accogliere la richiesta di Israele di rimuovere il caso”, ha detto la presidente Joan E. Donoghue.

    Ore 13.13 – Corte dell’Aia in seduta: attesa per la decisione sul caso di genocidio contro Israele – “La Corte è preoccupata per la perdita di vita a Gaza”, ha detto la presidente della Corte internazionale di giustizia Joan Donoghue, nel ripercorrere le accuse rivolte da Pretoria e la difesa di Tel Aviv. Il Sudafrica richiede l’adozione di misure cautelari per fermare la guerra a Gaza in attesa del giudizio sulla causa per la violazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948.

    Ore 13.00 – Bombardamenti di Israele nel sud del Libano – Bombardamenti aerei e di artiglieria israeliani si registrano nel sud del Libano nelle aree a ridosso del fronte di guerra tra gli Hezbollah libanesi e Israele. Secondo media locali, stamani sono state colpite le località di Naqura, Tayr Harfa, Blida, Aytarun, Marun ar Ras, Beit Lif, Halta e Hula, situate nella zona costiera mediterranea, nel settore centrale e in quello orientale della linea di demarcazione tra i due paesi.

    Ore 12.00 – Soldato israeliano morto a Gaza, bilancio perdite sale a 220 –Un soldato israeliano è rimasto ucciso ieri nel corso di combattimenti avvenuti nel sud della Striscia. Si tratta, ha reso noto il portavoce militare, del riservista del genio Eliran Yeger, 38 anni. Sale così a 220 – secondo i media – il numero complessivo dei soldati morti sul campo di battaglia con l’inizio delle operazioni terrestri contro Hamas a Gaza, alla fine di ottobre.

    Ore 10.00 – Pressioni della Cina sull’Iran per frenare gli huthi nel Mar Rosso – Funzionari cinesi hanno chiesto alle loro controparti iraniane di aiutare a frenare gli attacchi alle navi nel Mar Rosso da parte degli huthi sostenuti dall’Iran, per non danneggiare le relazioni commerciali con Pechino. Lo hanno riferito fonti iraniane e un diplomatico, scrive Reuters sul suo sito. I colloqui tra Cina e Iran hanno avuto luogo in diversi incontri a Pechino e Teheran. “Fondamentalmente, la Cina dice: ‘Se i nostri interessi vengono danneggiati, ciò avrà un impatto sui nostri affari con Teheran. Quindi dite agli Houthi di mostrare moderazione”, ha detto un funzionario iraniano informato sui colloqui.

    Ore 9.50 – Gaza, 183 palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore – Sono 183 i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, e 377 quelli rimasti feriti. È l’ultimo bilancio del ministero della Salute di Gaza, secondo il quale, dal 7 ottobre, le vittime della campagna israeliana sono almeno 26.083 e i feriti 64.487.

    Ore 9.30 – Financial Times: “Compagnie di navigazione cinesi sfruttano la situazione nel Mar Rosso” – Diverse compagnie di navigazione cinesi hanno redistribuito le loro navi per servire il Mar Rosso e il Canale di Suez, in quello che gli analisti hanno definito come un tentativo di sfruttare la percepita immunità della Cina dagli attacchi Houti che, cacciando la gran parte degli altri operatori dall’area per i legami con Israele, hanno dichiarato di agire a sostegno dei palestinesi di Gaza durante la guerra Israele-Hamas. Queste linee cinesi più piccole, scrive il Financial Times, “servono porti come Doraleh a Gibuti, Hodeidah nello Yemen e Jeddah in Arabia Saudita, che hanno tutti dovuto affrontare grandi cali di traffico”.

    Ore 9.20 – Israele sotto accusa per genocidio, attesa oggi la sentenza della Corte dell’Aia – È atteso per oggi il pronunciamento della Corte internazionale di giustizia (Cig) sulla richiesta dal Sudafrica, che accusa Israele di violare la Convenzione sul genocidio sulla Striscia di Gaza. Presente all’Aia anche la ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor. Pretoria ha chiesto ai giudici di adottare una serie di misure cautelari in attesa del giudizio sulle accuse di genocidio, che potrebbe richiedere anni. La Corte potrebbe imporre a Israele un cessate il fuoco per difendere le vite dei palestinesi. Israele si aspetta che la Corte respinga l’accusa di commettere il crimine di genocidio a danno dei palestinesi di Gaza, come ha detto nelle scorse ore il portavoce del governo israeliano Eylon Levy.

    Ore 9.10 – Al Jazeera: cecchini sparano alle persone che cercano di lasciare l’ospedale di Khan Yunis – I cecchini nei pressi dell’ospedale al-Amal a Khan Younis, nel sud di Gaza, stanno sparando alle persone mentre cercano di lasciare gli edifici. Lo ha riportato un giornalista di al Jazeera, Hani Mahmud. “Questo ospedale è stato sotto assedio negli ultimi giorni e ora è completamente fuori servizio. Ma ciò che è veramente scioccante in questo momento è il fatto che ci siano dei cecchini nelle vicinanze di questo ospedale. Gli edifici dell’ospedale ospitano centinaia di palestinesi sfollati. Se tentano di lasciare gli edifici vengono colpiti”. Ha anche detto che i bombardamenti sono proseguiti nella notte su tutta la città, con un attacco nelle vicinanze dell’ospedale Nasser.

    Ore 9.00 – Haaretz: accordo su principali punti per il rilascio ostaggi – Israele e Hamas avrebbero raggiunto un’intesa di base sulla maggior parte dei termini dell’accordo che riguarda il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Lo ha scritto il quotidiano Haaretz citando fonti. Le parti, secondo il giornale israeliano, avrebbero concordato un periodo di 35 giorni per la liberazione degli ostaggi probabilmente in tre o quattro fasi mentre Israele dovrebbe rilasciare i prigionieri palestinesi ampliando l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia. Resterebbero sul tavolo il nodo che riguarda l’identità e il numero dei prigionieri palestinesi. Secondo Haaretz tuttavia mentre Hamas chiede un cessate il fuoco completo, Israele rifiuta la richiesta. La notizia pubblicata da Haaretz nella tarda serata di ieri tuttavia non trova conferme da altre fonti e altri media israeliani scrivono che i capi di Cia e Mossad incontreranno i vertici del Qatar per proseguire la trattativa.

    Ore 8.30 – Crosetto: “L’Italia è pronta per il comando della missione nel Mar Rosso” – “Se ci chiederanno di averlo lo prenderemo, ne abbiamo le capacità, se il comando della missione nel Mar Rosso, lo vogliono i francesi va benissimo, il problema è avere presto una missione efficace per tutelare la sicurezza delle navi commerciali e le nostre economie, oltre al diritto internazionale”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista al Corriere della Sera aggiungendo che “l’Europa al momento è fatta così, è un dato di fatto: esistono 27 politiche estere diverse, ogni paese ha una sua agenda non solo a Gaza, ma anche in Libano, in Niger, nel Nord Africa, in Kosovo. Per questo non abbiamo un ruolo rilevante nel mondo”.

     

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