Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, giovedì 23 maggio
A oltre sette mesi dagli attentati del 7 ottobre compiuti in Israele da Hamas e dalla Jihad Islamica, la guerra scatenata dallo Stato ebraico nella Striscia di Gaza non accenna a fermarsi: i morti ormai superano i 35.700 mentre i feriti sfiorano gli 80mila, in maggioranza civili secondo le Nazioni Unite. Intanto Tel Aviv schiera una quinta brigata a Rafah, dove i carri armati dell’Idf si avvicinano all’affollato centro città. A livello internazionale invece Norvegia, Spagna e Irlanda annunciano che riconosceranno lo Stato di Palestina a partire dal 28 maggio, attirandosi le critiche del governo israeliano che ha convocato gli ambasciatori dei tre Paesi e richiamato in patria i propri rappresentanti diplomatici a Oslo, Madrid e Dublino. Critiche anche dalla Casa bianca, mentre la mossa ha ricevuto il plauso dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Anp), dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), della Giordania, del Qatar, dell’Arabia Saudita e di altri Paesi della regione. Di seguito le ultime notizie di oggi, giovedì 23 maggio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.
Ore 18,00 – Israele: il ministro per l’Edilizia abitativa definisce i palestinesi “animali umani” – Il ministro israeliano per le Costruzioni e l’Edilizia abitativa, Yitzhak Goldknopf, leader del partito ultra-ortodosso United Torah Judaism, ha ribadito oggi la propria contrarietà a uno Stato di Palestina indipendente, definendo i palestinesi “animali umani”. “Il terrorismo brutale deve essere distrutto e certamente non deve essere dato loro un governo indipendente”, ha detto il ministro in un video pubblicato sul suo profilo X (ex Twitter). “Non desideriamo governare sugli abitanti di Gaza, ma non possiamo vivere accanto a uno Stato di animali umani”.
Ore 17,45 – Gaza: l’ospedale di Al-Aqsa sospenderà i servizi per mancanza di carburante – L’ospedale di Al-Aqsa, nel centro della Striscia di Gaza, dovrà sospendere le attività sanitarie a causa della mancanza del carburante necessario per far funzionare i generatori della struttura. Lo ha detto oggi in conferenza stampa Khalil al-Degran, portavoce del ministero della Sanità del territorio costiero palestinese controllato da Hamas. Secondo quanto riportato dall’emittente al-Jazeera, il funzionario palestinese ha attribuito la mancanza di combustibile “alle pratiche” di Israele e “alla procrastinazione delle Nazioni Unite”. L’ospedale, ha aggiunto al-Degran, ha ricevuto ieri tremila litri di carburante, quando ne servono cinquemila per far funzionare i genitori. Attualmente, ha precisato, il nosocomio ospita 1.300 pazienti tra malati e feriti. “Le loro cure mediche verranno interrotte a causa della mancanza di carburante”, ha proseguito al-Degran. “Abbiamo lanciato tanti appelli in questi giorni per ottenere urgentemente del carburante per l’ospedale ma nessuna delle parti interessate ha risposto”.
Ore 17,30 – Israele minaccia “ulteriori, gravi conseguenze” nelle relazioni con Spagna, Norvegia e Irlanda – Israele ha minacciato “ulteriori, gravi conseguenze” nelle relazioni con Spagna, Norvegia e Irlanda dopo il riconoscimento da parte di Madrid, Oslo e Dublino dello Stato di Palestina. La notizia è stata pubblicata dal portale israeliano Ynet, che cita le parole pronunciate dal direttore generale del ministero degli Esteri di Tel Aviv, Jacob Blitstein, durante l’incontro con gli ambasciatori dei tre Paesi europei, convocati dopo l’annuncio dato ieri dai rispettivi primi ministri. Ai diplomatici presenti, il funzionario israeliano ha fatto notare quanto “favorevolmente” Hamas abbia “accolto” tale annuncio. “Ciò dimostra quanto si tratti di una ricompensa per il terrorismo”, ha affermato Blitstein. “Questo riconoscimento non promuove la pace, favorisce Hamas e rende ancora più difficile raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi”, ha aggiunto. “Di conseguenza ci saranno ulteriori gravi conseguenze per le relazioni con i vostri Paesi”.
Ore 17,00 – Yemen, il leader degli Houthi: “In settimana abbiamo lanciato un attacco nel Mediterraneo” – Abdul Malik al-Houthi, leader dell’omonimo gruppo armato yemenita, ha dichiarato oggi che in settimana i ribelli sciiti filo-iraniani hanno lanciato un attacco nel Mar Mediterraneo. La dichiarazione, fatta durante un discorso trasmesso oggi dall’emittente al-Masirah, segue una serie di minacce lanciate negli scorsi giorni dagli Houthi e dal loro stesso leader, che ieri sulla piattaforma X (ex Twitter) aveva cripticamente scritto in post: “Quanto dista il Mar Mediterraneo dallo Yemen?”. Tuttavia, nessun incidente né attacco è stato segnalato negli ultimi giorni nel Mediterraneo né è stato possibile verificare in maniera indipendente il contenuto della dichiarazione del leader del gruppo armato yemenita. Un anonimo funzionario del Pentagono aveva però confermato al portale al-Monitor che i ribelli filo-iraniani hanno le capacità balistiche per colpire non solo i navigli in transito nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano ma anche nel Mar Mediterraneo.
Ore 16,00 – Israele, il ministro della Difesa Gallant conferma: “Stiamo dispiegando ulteriori forze a Rafah” – Israele sta dispiegando ulteriori forze a Rafah. Lo ha annunciato oggi il ministro della Difesa Yoav Gallant durante una visita lungo il fronte costiero della Striscia di Gaza. “Stiamo rafforzando il nostro impegno a Rafah. Questa operazione andrà avanti e vedrà un maggiore dispiegamento, con più forze sul campo, più forze aeree, per raggiungere i nostri obiettivi: sferrare un duro colpo a Hamas, privarli delle loro capacità militari e creare il condizioni necessarie per riportare gli ostaggi a casa”, ha dichiarato Gallant.
Ore 15,45 – Gaza: 35.800 morti e più di 80mila feriti dal 7 ottobre – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 35.800 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche oltre 80.011 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 91 persone. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 13mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e minori.
Ore 15,30 – Media, Pentagono: “Gli Houthi possono prendere di mira le navi nel Mediterraneo” – Il gruppo armato yemenita degli Houthi dispone di un arsenale capace di minacciare anche le navi in transito nel Mediterraneo. L’allarme è stato lanciato da un funzionario del Pentagono, che ha parlato in via anonima al portale al-Monitor durante un tour in Medio Oriente, confermando le capacità annunciate lo scorso mese dai ribelli yemeniti. Gli Stati Uniti, ha precisato però il funzionario del Pentagono, non hanno ancora assistito ad alcun tentativo da parte dei ribelli di mettere in atto le loro minacce, anche se gli Houthi “dispongono di un arsenale molto sviluppato”.
Ore 15,00 – Gaza, la Protezione civile locale: “26 morti, tra cui 15 minori, in due raid dell’Idf a Gaza City” – Almeno 26 persone, compresi 15 minori, sono morte oggi a Gaza City a seguito di due raid aerei delle forze armate di Israele (Idf), che hanno colpito alcune abitazioni civili e una scuola nelle vicinanze di una moschea. La denuncia arriva dal portavoce della Protezione civile di Gaza, Mahmoud Bassal, citato dall’agenzia di stampa francese Afp, secondo cui tra le vittime figurano 15 minorenni, dieci dei quali sono morti in un raid che ha colpito la loro casa nel quartiere di al-Daraj, nella Città Vecchia di Gaza, mentre gli altri cinque sono stati uccisi morti quando è stata colpita la loro scuola, che si trovava sul terreno di una moschea.
Ore 14,45 – Israele, il governo: “Nessun potere sulla Terra ci impedirà di attaccare Hamas a Gaza” – Il governo di Israele ha ribadito oggi che nulla impedirà allo Stato ebraico di continuare la guerra nella Striscia di Gaza, nemmeno un pronunciamento Corte internazionale di giustizia de L’Aja, che domani si pronuncerà sulla richiesta del Sud Africa di ordinare a Tel Aviv la fine dell’offensiva su Rafah. “Nessun potere sulla Terra impedirà a Israele di proteggere i suoi cittadini e di attaccare Hamas a Gaza”, ha detto oggi in conferenza stampa il portavoce del governo israeliano, Avi Hyman, rispondendo a una domanda sull’intenzione o meno di Tel Aviv di rispettare un’eventuale ordinanza dei giudici de L’Aja.
Ore 14,30 – Ue, Borrell: “Tutti i donatori dell’Unione hanno ripreso a sostenere l’Unrwa” – Tutti i Paesi donatori dell’Unione europea hanno ripreso a sostenere l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), che versa “ancora in una situazione finanziaria critica”. Lo ha annunciato oggi sui suoi canali social l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell, elogiando “l’iniziativa della missione diplomatica permanente della Slovenia presso le Nazioni Unite volta a sostenere il ruolo vitale dell’Unrwa nel fornire assistenza a generazioni di rifugiati palestinesi”.
Ore 14,00 – Israele, Idf confermano l’uccisione di un membro “di spicco” di Hezbollah – Le forze armate di Israele (Idf) hanno confermato di aver condotto l’attacco aereo che questa mattina ha ucciso un membro “di spicco” di Hezbollah nel sud del Libano. In una nota diramata anche sui canali social delle Idf, corredata dal video del raid aereo, i militari israeliani hanno rivendicato l’attacco condotto con un drone armato a Kafr Dajjal, vicino a Nabatieh, in cui è morto Nasser Farran, responsabile della produzione e dell’approvvigionamento di armi del gruppo armato sciita libanese. Secondo le Idf, Farran era coinvolto nella “produzione delle armi strategiche per Hezbollah” e il suo omicidio fa parte dell’attività condotte per “infliggere un colpo allo sviluppo dell’organizzazione terroristica Hezbollah con armi progettate per attaccare il fronte interno israeliano”.
Ore 13,00 – Cisgiordania, ong: 18 palestinesi arrestati nella notte – Almeno 18 palestinesi sono stati arrestati nella notte dalle forze di sicurezza israeliane nei Territori occupati della Cisgiordania. Lo riporta la Palestinian Prisoners’ Society, che monitora i detenuti nelle carceri israeliane, secondo cui gli arresti sono avvenuti nelle zone di Betlemme, Ramallah, Nablus, Hebron e Gerico. Secondo l’ong, dal 7 ottobre scorso, giorno degli attentati di Hamas e della Jihad Islamica in Israele, circa 8.840 palestinesi sono stati arrestati nei Territori occupati della Cisgiordania.
Ore 12,00 – Hezbollah rivendica il lancio di 45 razzi sul nord di Israele – Il gruppo armato sciita libanese Hezbollah ha rivendicato il lancio di almeno 45 razzi contro il nord di Israele, che ha risposto attaccando i siti nel sud del Libano da cui sono stati sparati i missili. La rivendicazione è arrivata tramite i canali social del gruppo armato libanese, mentre secondo una nota delle forze armate di Israele (Idf), alcuni razzi sono stati intercettati e altri sono caduti in aree disabitate. “Non sono stati segnalati feriti”, hanno fatto sapere i militari israeliani.
Ore 11,45 – Israele: pioggia di razzi dal Libano su alcune località del nord – Una serie di razzi lanciati dal Libano sono stati intercettati oggi sul nord di Israele. I media locali e diversi profili social mostrano le immagini dei missili intercettati vicino alla città di Safed e in altre località. Alcuni residenti della zona riferiscono di aver udito una serie di esplosioni. Le sirene di allerta hanno risuonato in diverse città del nord del Paese, da Yaron e Avivim vicino al confine con il Libano fino ad Ayelet Hashachar, che si trova a oltre 10 chilometri dalla frontiera, un’area solitamente non interessata dai razzi lanciati oltrefrontiera. Secondo una nota diramata dal Consiglio regionale dell’Alta Galilea però, nessun razzo è caduto nel kibbutz. L’allarme, secondo l’Homefront Command delle forze armate (Idf), era scattato anche in diverse località nelle vicinanze, tra cui Sde Eliezer, Alma e Ruheinah. Al momento non si hanno notizie di danni né di feriti.
Ore 11,00 – Domani la Corte de L’Aja si pronuncerà sulla richiesta di porre fine all’offensiva a Rafah – La Corte Internazionale di Giustizia si pronuncerà domani, venerdì 24 maggio, alle ore 15,00 sulla richiesta del Sud Africa di ordinare a Israele la fine dell’offensiva su Rafah, nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato oggi il Tribunale de L’Aja in una nota pubblicata sul proprio sito-web.
Ore 10,30 – Libano, Hezbollah conferma: “Ucciso un nostro miliziano nel raid a Nabatieh” – Un miliziano del gruppo armato sciita libanese Hezbollah è morto oggi a Kfar Dajjal vicino a Nabatieh, nel Libano meridionale, a seguito di un raid aereo attribuito a Israele che ha colpito il veicolo su cui viaggiava. La conferma è contenuta in una nota diramata da Hezbollah, secondo cui Muhammad Nasser, originario di Nabatieh, è stato ucciso “sulla strada per Gerusalemme”, un’espressione usata dal gruppo armato libanese per indicare i miliziani uccisi in attacchi israeliani. I media libanesi avevano riferito questa mattina di un raid aereo compiuto nell’area in cui erano morte due persone ed erano rimasti feriti tre minori. Le forze armate israeliane (Idf), come di consueto in questi casi, non hanno confermato né smentito la notizia.
Ore 10,00 – Gaza, Mezzaluna Rossa: “Ucciso un nostro volontario a Rafah, 29esima vittima dell’Idf dal 7 ottobre” – Un volontario della Mezzaluna Rossa Palestinese è rimasto ucciso insieme a sua moglie in un attacco aereo israeliano che nelle scorse ore ha colpito la loro casa a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, portando così a 29 il totale degli operatori dell’organizzazione umanitaria uccisi nel territorio costiero dal 7 ottobre. La denuncia della morte di Najm Tabassi e di sua moglie è stata rilanciata questa mattina sui propri canali social dalla Mezzaluna Rossa Palestinese, secondo cui 17 dei suoi 29 operatori uccisi nella Striscia di Gaza dalle forze israeliane sono morti in attacchi “mirati, mentre svolgevano i loro doveri umanitari”.
Ore 9,45 – Libano, media: “2 morti in un raid aereo attribuito a Israele a Nabatieh” – Almeno due persone sono rimaste uccise oggi a Nabatieh, nel sud del Libano, a seguito di raid aereo attribuito a Israele che ha colpito un’auto. Lo ha riferito questa mattina il quotidiano libanese An-Nahar. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, nell’attacco sono rimasti feriti anche tre bambini di passaggio che in quel momento stavano andando a scuola.
Ore 9,30 – Mar Rosso, attaccata nave mercantile al largo dello Yemen: “Non ci sono feriti né danni” – Una nave mercantile ha subito un “attacco missilistico” al largo del porto di Hodeidah, nello Yemen occidentale controllato dai ribelli sciiti filo-iraniani Houthi. Lo riporta la società di sicurezza britannica Ambrey, secondo cui “non sono stati segnalati feriti o danni” a seguito dell’attacco, avvenuto a circa 68 miglia nautiche a sud-ovest di Hodeidah. Anche l’agenzia britannica Maritime Trade Operations (Ukmto) aveva segnalato un incidente nell’area, collocandolo però a 98 miglia nautiche a sud della città portuale yemenita.
Ore 9,15 – Gaza, Idf: “Raid in corso nel nord a Beit Hanoun. Truppe avanzano a Rafah” – Le truppe israeliane sono impegnate in un nuovo raid a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, mentre i soldati stanno avanzando anche a Rafah, nel sud del territorio costiero. Lo riferiscono in due comunicati distinti le forze armate di Israele (Idf), secondo cui negli ultimi giorni il Battaglione Netzah Yehuda della Brigata Kfir e altre forze della Brigata Nord della Divisione Gaza hanno lanciato una nuova operazione a Beit Hanoun, dove ieri sono stati uccisi tre soldati israeliani e dove l’aviazione ha condotto una serie di raid aerei. A Rafah invece le truppe dell’Idf stanno avanzando attraverso i quartieri Brazil e Shaboura dopo aver ricevuto “informazioni su obiettivi terroristici nell’area”.
Ore 9,00 – Cisgiordania, truppe Idf si ritirano da Jenin dopo 2 giorni di assedio. Anp: “12 morti” – Almeno 12 persone sono morte a Jenin, in Cisgiordania, a seguito di due giorni di scontri tra alcuni gruppi terroristici palestinesi e le truppe israeliane, che oggi hanno cominciato il ritiro dalla città. Il bilancio delle vittime è stato confermato dall’agenzia Wafa, organo di stampa ufficiale dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), che cita fonti dell’ospedale locale, secondo cui un uomo di 30 anni rimasto ferito nelle scorse ore è deceduto oggi per le conseguenze riportate. Altre fonti palestinesi hanno invece riferito all’emittente al-Jazeera l’inizio del ritiro delle truppe dell’Idf dalla città.
Ore 8,30 – Egitto spinge per riprendere i negoziati per una tregua a Gaza – Le autorità egiziane si sono mosse per promuovere la ripresa dei colloqui al fine di raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza dopo la decisione del gabinetto di guerra israeliano di far tornare i rappresentanti dello Stato ebraico al tavolo dei negoziati. La notizia è stata pubblicata oggi dal quotidiano qatarino The New Arab, che cita fonti del governo dell’Egitto. “Le autorità del Cairo hanno avviato una serie di contatti per riprendere i negoziati per un cessate il fuoco e uno scambio tra ostaggi (israeliani) e detenuti (palestinesi)”, ha detto una fonte al giornale qatarino. “Le delegazioni israeliane visitano settimanalmente il Cairo per discutere questioni relative agli accordi di sicurezza tra Egitto e Israele e per presentare richieste di cooperazione con la parte egiziana per riaprire il valico di Rafah”.
Ore 8,00 – Israele: gabinetto di guerra ordina di riprendere i negoziati per liberare gli ostaggi a Gaza – Il gabinetto di guerra israeliano ha incaricato i negoziatori di riprendere i colloqui internazionali per la liberazione degli ostaggi trattenuti a Gaza. Lo ha reso noto oggi l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Inoltre, secondo il portale israeliano Walla, nel corso della riunione del gabinetto di ieri sera, i presenti hanno “approvato all’unanimità nuove linee guida per i negoziatori israeliani nel tentativo di rilanciare i colloqui su un accordo per una tregua con Hamas”. La testata israeliana non fornisce però alcun dettaglio sul contenuto di queste nuove linee guida. L’incontro si è tenuto dopo la pubblicazione, avvenuta ieri, da parte delle famiglie di alcuni ostaggi di una serie di filmati strazianti che mostrano il rapimento di cinque soldatesse dalla base militare di Nahal Oz, durante gli attentati del 7 ottobre scorso.
Ore 7,30 – Mar Rosso, Usa: “Abbattuti quattro droni Houthi lanciati dallo Yemen” – Le forze armate degli Stati Uniti hanno abbattuto ieri pomeriggio quattro droni lanciati verso il Mar Rosso da una zona dello Yemen controllata dal gruppo armato sciita filo-iraniano degli Houthi. Lo riporta oggi in una nota il Comando Centrale delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom), secondo cui questi “velivoli senza equipaggio” rappresentavano una minaccia immediata per i militari e le navi mercantili nell’area.
Ore 7,00 – Colombia: il presidente Gustavo Petro ordina l’apertura di un’ambasciata a Ramallah – Il presidente della Colombia Gustavo Petro ha ordinato l’apertura di un’ambasciata nella città palestinese di Ramallah. Lo ha annunciato ieri sera alla stampa il ministro degli Esteri colombiano, Luis Gilberto Murillo. “Il presidente Petro ha dato l’ordine di aprire l’ambasciata colombiana a Ramallah, una rappresentanza della Colombia in Palestina”, ha detto il ministro, secondo cui “presto” altri Paesi promuoveranno il riconoscimento dello Stato di Palestina presso le Nazioni Unite.
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