Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, domenica 19 maggio
Mentre i negoziati Israele-Hamas sono in un vicolo cieco, nella giornata di ieri l’esercito israeliano ha confermato che il “terrorista Islam Khamayseh” è stato “eliminato” in un raid a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Nel frattempo, secondo il ministero della salute di Gaza, sono 35.386 i morti registrati nella Striscia dall’inizio dell’operazione militare israeliana e “almeno 650.000 persone sono fuggite da Rafah”, al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, a causa dell’intensificarsi dell’offensiva militare israeliana. Lo riferisce su X Louise Wateridge, addetta stampa dell’Unrwa. Di seguito le ultime notizie di oggi, domenica 19 maggio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.
Ore 11 – Sullivan in Israele per incontrare il premier Netanyahu – Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan – che dopo l’Arabia Saudita èvolato in Israele- incontra oggi il suo omologo israeliano Tzachi Hanegbi e subito dopo il primo ministro Benjamin Netanyahu. Nel primo pomeriggio Sullivan -che è tra i più stretti collaboratori del presidente Usa, Joe Biden- parteciperà a una riunione con l’Agenzia per la sicurezza nazionale israeliana.
Ore 10,50 – Riad: “Con gli Usa discussa versione quasi definitiva degli accordi” – Il principe Mohammed bin Salman e il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan, nei loro colloqui nella città saudita di Dhahran, hanno discusso una versione “quasi definitiva” degli accordi strategici tra i loro due Paesi. Lo riferiscono i media locali. Sullivan e Bin Salman, sovrano ‘de facto’ del regime e anche primo ministro, hanno discusso anche “dell’evoluzione degli eventi nella regione, compresa la situazione a Gaza e la necessità di fermare la guerra e facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari” nell’enclave palestinese. Gli accordi tra Usa e Arabia Saudita sono una parte nodale degli sforzi di Washington per far sì che Riad riconosca lo Stato di Israele, sforzi complicati dalla guerra in corso a Gaza. Il ruolo dell’Arabia Saudita potrebbe essere fondamentale in un ipotetico accordo per porre fine alla guerra a Gaza, in cui Riad normalizzerebbe i rapporti con lo Stato ebraico nell’ambito dello sforzo per concretizzare la soluzione dei ‘due Stati’. L’Arabia Saudita ha già avvertito che la sua linea rossa per la firma di qualsiasi accordo di difesa con gli Stati Uniti o di normalizzazione con Israele è la creazione di uno Stato palestinese. Raggiungere una normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita, sulla falsariga degli accordi raggiunti con altri paesi arabi, è uno dei principali obiettivi diplomatici della presidenza Biden. L’Arabia Saudita chiede in cambio un rapporto di sicurezza rafforzato con Washington, il più importante partner di sicurezza del regno, che si è detto pronto a offrirlo, ma chiede anche la creazione di uno Stato palestinese, che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non vuole. Riad sta anche negoziando aiuti per lo sviluppo di un programma nucleare civile. A settembre, Mohammed bin Salman ha espresso ottimismo sulla possibilità di un tale accordo in un’intervista a Fox News, ma la guerra a Gaza ha complicato la situazione.
Ore 10,30 – Israele: sirene di allarme al nord del confine con il Libano – Le sirene di allarme per l’arrivo di razzi o droni dal Libano stanno risuonando a nord di Israele. Lo ha fatto sapere l’esercito.
Ore 10,15 – L’Iran conferma: in corso negoziati indiretti con gli Usa in Oman – L’Iran ha confermato che sta tenendo negoziati indiretti con gli Stati Uniti in Oman. Citato dall’agenzia di stampa Mehr, l’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Saeed Iravani, ha detto: “Questi negoziati sono un processo in corso”, non sono i primi e non saranno gli ultimi. Il rappresentante di Teheran non ha fornito dettagli sul contenuto dei colloqui, che, secondo quanto rivelato ieri dal sito americano Axios, riguarderebbero il tentativo di evitare un’ulteriore escalation regionale della guerra a Gaza. Ai colloqui che si sono tenuti nella settimana appena conclusa – i primi da gennaio, sempre in Oman, e i primi dopo l’attacco iraniano a Israele del 13 aprile scorso – avrebbero partecipato il consigliere di Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, e l’inviato ad interim per l’Iran Abram Paley.
Ore 8,50 – Morti 2 soldati israeliani nel sud di Gaza, bilancio ora a 282 – L’esercito israeliano ha annunciato la morte in combattimento di due soldati della Brigata Givati nel sud della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui si tratta Nachman Meir Haim Vaknin (20 anni) e Noam Bittan (20). Il bilancio dei soldati caduti dall’avvio della guerra è ora – secondo i dati dell’esercito – di 282.
Ore 8 – Sullivan dal principe bin Salman, dossier Gaza e rapporti con Usa – Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, hanno discusso di un ampio accordo bilaterale e della guerra di Israele contro Hamas a Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale saudita riportata dal Times of Israel. Durante l’incontro avvenuto nella città di Dhahran è stata discussa “la versione semifinale dei progetti di accordi strategici tra i due Paesi, che sono quasi in fase di finalizzazione”, riporta una nota.
Ore 3,30 – Al Jazeera, almeno 64 morti a Gaza nelle ultime 24 ore – Sono almeno 64 i palestinesi morti a seguito di attacchi israeliani nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo sostiene Al Jazeera in base ai report dei propri corrispondenti sul campo. In dettaglio secondo l’emittente qatariota ci sono stati: 28 morti e decine di feriti in un attacco in un edificio residenziale vicino all’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza; 12 morti e 25 feriti nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza; otto morti e 10 feriti in un attacco di artiglieria a Falujah, a ovest del campo profughi di Jabalia; cinque morti nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza; quattro morti nella città di Khan Younis, nel sud di Gaza; tre morti nella zona di Al-Farahin nella città di Abasan Al-Kabira, a est di Khan Yunis; e quattro morti a Rafah.
Ore 00,40 – L’Onu: 800 mila persone in fuga da Rafah – Le Nazioni Unite hanno stimato in 800 mila le persone in fuga dai combattimenti in corso a Rafah, nella Striscia di Gaza.
Ore 00,30 – Recuperato a Gaza il corpo di un altro ostaggio israeliano: Ron Benjamin – Il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, in una conferenza stampa ha affermato che i militari hanno recuperato il corpo di un altro ostaggio dalla Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel. L’ostaggio si chiamava Ron Benjamin, 53 anni, rapito da Hamas la mattina del 7 ottobre. Hagari ha spiegato che Benjamin è stato ucciso dai terroristi di Hamas il 7 ottobre vicino a Mefalsim e il suo corpo è stato preso in ostaggio a Gaza. Il suo corpo – ha precisato – è stato recuperato insieme a Itzhak Gelerenter, Amit Buskila e Shani Louk nell’operazione di giovedì notte.
Ore 00,00 – Ultimatum di Gantz a Netanyahu – Dopo il ministro della Difesa Yov Gallant, a dare fuoco alle polveri è stato Benny Gantz, che ha dato un ultimatum al premier: se entro l’8 giugno non verrà formalizzato un piano d’azione generale su Gaza, che includa il futuro politico della Striscia “in una direzione Usa-Ue-araba”, il leader centrista lascerà l’esecutivo d’emergenza. Pronta la replica del premier: “Gantz sceglie di lanciare un ultimatum al Primo Ministro invece di lanciarne uno a Hamas”.
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