La diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 13 novembre
Prosegue la guerra nella striscia di Gaza con morti innocenti ogni ora. Nella giornata di ieri le Forze di difesa israeliane hanno effettutato “pause tattiche nelle attività militari” nella città di Jabalya, situata a 4 chilometri a nord di Gaza, e nel vicino quartiere di Izbat Malien, in modo che i palestinesi potessero raggiungere i corridoi umanitari per evacuare verso sud. Nel frattempo aerei israeliani hanno colpito “infrastrutture terroristiche” in territorio siriano dopo il lancio dalla zona di razzi verso il Golan. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, lunedì 13 novembre 2023, sulla guerra tra Israele e Hamas.
Ore 20 – Hamas: “Hezbollah entra in guerra se noi distrutti da Israele” – Hezbollah entrerà pienamente in guerra con Israele se Hamas sarà completamente distrutta a Gaza. Lo riporta Nbc citando un membro di Hamas a Beirut. “Ora non è il momento. La linea rossa per Hezbollah è la totale distruzione della resistenza a Gaza”, ha detto Ahmed Abdul Hadi con Nbc.
Ore 19.30 – Gallant: “Hamas ha perso il controllo della Striscia, fuggono a Sud” – “Hamas ha perso il controllo della Striscia di Gaza” e i suoi combattenti “fuggono verso il sud” dell’enclave palestinese. È quanto ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, sostenendo che “le forze armate israeliane (Idf) stanno avanzando su ogni punto”. Secondo Gallant, negli ultimi giorni le truppe hanno “intensificato” l’attività contro i tunnel del Movimento islamico. “Lavoriamo in base ai compiti, non abbiamo un cronometro, abbiamo degli obiettivi e li raggiungeremo”, ha aggiunto il ministro della Difesa, un riferimento alle parole del ministro degli Esteri Eli Cohen secondo cui la pressione internazionale potrebbe costringere Israele a modificare i piani a Gaza.
Ore 19 – Scholz: “Soluzione a 2 Stati possibile solo senza Hamas” – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato che una soluzione a due Stati nel conflitto israelo-palestinese sarà possibile solo senza Hamas. “Questa è un’organizzazione terroristica e deve essere combattuta” e non è la base per un modello a due Stati, ha detto Scholz durante un incontro con il sindacato Ngg. Lo riporta Tagesschau.
Ore 18 – Netanyahu: “No pause, andiamo verso vittoria” – “Noi vinceremo. Non ci saranno pause. Questa non è un’operazione, non è un’altra serie di combattimenti. Stiamo andando verso la vittoria totale”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, rivolgendosi ai militari di Tel Aviv durante una visita al battaglione di ricognizione nel deserto, noto anche come Unità 585 o battaglione beduino. Lo riporta The Times of Israel. “Hamas sarà eliminato”, ha aggiunto.
Ore 17 – Borrell: “Il valico di Rafah non basta; valutiamo corridoio marittimo” – “Il valico di Rafah non basta, non riusciremo mai a fare entrare abbastanza camion da lì. Bisogna aprire altri valichi terrestri o aprire un corridoio marittimo, come proposto a Cipro, ma non ci sono porti a Gaza. Bisogna costruire dei porti galleggianti e su questa ipotesi stiamo lavorando”. Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in conferenza stampa al termine del Consiglio Esteri, in merito agli aiuti umanitari per Gaza.
Ore 16 – Onu avverte che le operazioni umanitarie a Gaza cesseranno entro 48 ore per mancanza di carburante – Il capo dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Gaza ha avvertito lunedì che “le operazioni umanitarie cesseranno entro 48 ore, poiché non è consentito l’ingresso di carburante a Gaza, assediata da Israele”. “Questa mattina, due dei nostri principali subappaltatori per la distribuzione dell’acqua hanno interrotto il lavoro – hanno finito il carburante – e questo priverà 200.000 persone di acqua potabile nel piccolo territorio, dove più della metà dei 2,4 milioni di abitanti sono sfollati e ora dipendono totalmente dagli aiuti umanitari per sopravvivere”, ha dichiarato Thomas White su X.
Ore 15.30 – Netanyahu a Hezbollah: “Stanno giocando con il fuoco” – “Chi pensa che può estendere gli attacchi contro le nostre forze e i nostri civili gioca con il fuoco”. Lo ha detto il premier Benjamin Netanyahu riferendosi alla situazione al confine nord di Israele ma senza nominare direttamente Hezbollah. “Al fuoco – ha aggiunto parlando in una base militare – risponderemo con un fuoco ancora maggiore. Che non ci mettano alla prova. Finora abbiamo mostrato solo una minima parte delle nostre potenzialità”.
Ore 12,20 – Israele annuncia pausa umanitaria a Rafah – Israele ha annunciato una pausa umanitaria di quattro ore nell’agglomerato urbano di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. La ‘sospensione tattica’ delle attività militari in quell’area è in vigore nelle ore 10-14 locali. A quanto risulta è la prima volta che Israele osserva una pausa umanitaria nel settore a sud del Wadi Gaza. Intanto, secondo la radio pubblica israeliana Kan, il valico di Rafah di transito verso l’Egitto e’ stato aperto per consentire l’uscita di circa 500 persone in possesso di una doppia nazionalita’. Oggi è previsto l’ingresso di 85 camion di aiuti umanitari
Ore 12,00 – Medici Senza Frontiere: “Da due giorni non riusciamo a sentire il personale medico dell’ospedale di Al Shifa” – Da sabato sera non riusciamo più a metterci in contatto con i nostri operatori che lavorano all’ospedale di #AlShifa. Il personale medico, compreso quello di MSF, i pazienti in condizioni critiche e i civili sfollati sono ancora all’interno dell’ospedale Al Shifa.
Ore 11,00 – Idf: “200mila palestinesi si sono trasferiti a sud di Gaza dal nord” – Sono 200mila i palestinesi che hanno lasciato il nord della Striscia di Gaza per trasferirsi a sud dell’enclave palestinese lungo i corridoi di evacuazione dell’esercito israeliano. Lo riferiscono le Forze della difesa israeliana (Idf) in un tweet, sottolineando che si ”continua a incoraggiare i civili a trasferirsi temporaneamente a sud per la loro sicurezza”.
Ore 10,00 – Appello di 4000 accademici a governo per cessate fuoco a Gaza – Sono oltre 4 mila gli accademici italiani che hanno aderito all’appello inviato al ministro degli Esteri Tajani, alla ministra dell’Università Bernini e alla Conferenza dei rettori delle università per chiedere un’azione urgente per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e il rispetto del diritto umanitario internazionale. Proseguono intanto le iniziative negli atenei, di questi giorni quelle all’Orientale di Napoli, alla Cà Foscari a Venezia, all’ateneo di Padova e alla Sapienza di Roma. A Roma inoltre con istanze pro Palestina sono stati occupati nelle ultime ore tre lice, Pilo Albertelli, Visconti, Enzo Rossi e a Napoli il liceo Vico. Il 17 novembre gli studenti dell’Uds scenderanno in piazza per portare all’attenzione della politica e del paese tutto le richieste del manifesto nazionale ‘I diritti non si meritano’. A questa manifestazione, dopo le occupazioni, verranno portate anche istanze a favore del popolo palestinese.
Ore 07,00 – Guerra Israele-Hamas, Netanyahu contro l’Onu: “Ha attaccato Israele invece di Hamas” – Il premier israeliano, nel corso di un’intervista alla Cnn, ha ribadito che risponderà alle domande sulla sua responsabilità nella guerra solo dopo aver vinto: “La gente ha chiesto qualcosa a Franklin Roosevelt dopo Pearl Harbor? O a George W. Bush dopo l’11 settembre?”. Poi alla Nbc riferisce di aver offerto carburante all’ospedale di Shifa, ma che le forniture sono state rifiutate. La battaglia contro Hamas, dice, è lo scontro fra “civiltà e barbarie”
Ore 06,00 – Gaza, colpiti anche gli ospedali. Neonati tra le vittime. MSF: “Rischio diventino obitori” – La situazione nelle strutture sanitarie della Striscia è sempre più grave, visto che nei loro pressi si svolgono i combattimenti più accesi fra i militari israeliani e i terroristi di Hamas. “L’Oms è molto preoccupata per la sicurezza del personale sanitario delle centinaia di pazienti malati e feriti e dei neonati che hanno bisogno di assistenza respiratoria, e degli sfollati che si trovano all’interno degli ospedali”, ha dichiarato il segretario generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus