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    Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Gaza: oltre 37.200 morti dal 7 ottobre. Hamas chiede agli Usa garanzie scritte su una tregua permanente. Blinken: “Ritardano l’accordo”. Commissione d’inchiesta Onu accusa Israele di “crimini contro l’umanità”. Libano, raid dell’Idf: “Ucciso un importante comandante di Hezbollah”. Lanciati oltre 200 razzi contro lo Stato ebraico. Mar Rosso: mercantile colpito al largo dello Yemen | DIRETTA

    Credit: AGF
    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 12 Giu. 2024 alle 07:00 Aggiornato il 12 Giu. 2024 alle 17:59

    Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 12 giugno

    Malgrado l’approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di una risoluzione presentata dagli Stati Uniti a sostegno della proposta del presidente Joe Biden per un cessate il fuoco tra Israele e e Hamas nella Striscia di Gaza, non si fermano le ostilità nel territorio costiero palestinese dove i morti superano i 37mila e i feriti sono oltre 84mila. Hamas ha accettato la proposta e si è detto pronto a negoziare e anche il governo di Israele è disposto a partecipare ai colloqui, sottolineando come il potenziale accordo consenta a Tel Aviv di raggiungere tutti i suoi obiettivi militari sul campo. Intanto proseguono gli scontri anche con Hezbollah, infiammando il confine tra lo Stato ebraico e il Libano mentre l’Onu indaga sul raid condotto l’8 giugno da Israele a Nuseirat per liberare 4 ostaggi, definendo l’uccisione di centinaia di civili palestinesi un potenziale “crimine di guerra”. Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 12 giugno 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

    DIRETTA

    Ore 18,00 – Hamas: Blinken è “parte del problema, non della soluzione” – Il segretario di Stato Usa Antony Blinken è “parte del problema e non della soluzione” alla guerra in corso nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato oggi all’emittente tv Al-Araby l’esponente di Hamas, Osama Hamdan, che ha negato le accuse del capo della diplomazia Usa, secondo cui il gruppo terroristico palestinese avrebbe suggerito numerose modifiche, alcune impraticabili, alla proposta di cessate il fuoco per Gaza. Un’accusa in seguito ribadita anche dal consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan. “Molti dei cambiamenti proposti sono minori e non imprevisti”, ha detto oggi il funzionario americano durante una conferenza stampa. “Altri differiscono in modo più sostanziale da quanto delineato nella risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.

    Ore 17,00 – Israele, Idf: “Almeno 215 razzi lanciati dal Libano” – Il gruppo armato sciita Hezbollah ha lanciato oggi almeno 215 razzi dal Libano contro il nord di Israele. Lo riferiscono in una nota le forze armate di Israele (Idf), secondo cui l’ultimo attacco ha preso di mira la comunità settentrionale di Shlomi, dove un missile ha colpito un’area all’aperto senza provocare feriti. I raid sono una risposta di Hezbollah agli attacchi aerei condotti nella notte dall’Idf in cui sono morti quattro suoi miliziani, tra cui Taleb Sami Abdallah, comandante dell’unità Nasr di Hezbollah, una delle tre divisioni regionali schierate dal gruppo armato nel sud del Libano, responsabile del settore tra il monte Dov e l’area di Bint Jbeil.

    Ore 16,15 – Libano: Hezbollah promette di intensificare gli attacchi contro Israele. L’Idf bombarda altri due obiettivi nel sud – Hezbollah ha promesso di intensificare gli attacchi contro Israele dopo l’uccisione di uno dei suoi comandanti più alti in grado in un raid aereo delle forze armate dello Stato ebraico (Idf), che intanto hanno bombardato altri due lanciarazzi del gruppo armato sciita libanese nel sud del Paese arabo. “Aumenteremo l’intensità, la forza, la quantità e la qualità dei nostri attacchi”, ha detto Hashem Safieddine, un importante esponente di Hezbollah, intervenendo al funerale del comandante Taleb Sami Abdallah, ucciso nella notte in un raid israeliano a Jouaiyya, nel sud del Libano, insieme ad altri tre miliziani del gruppo. Abdallah comandava l’unità Nasr di Hezbollah, una delle tre divisioni regionali schierate dal gruppo armato nel sud del Libano, responsabile del settore tra il monte Dov e l’area di Bint Jbeil. Intanto, l’Idf ha bombardato due diversi siti lanciarazzi nei pressi di Taybeh e Markaba, nel sud del Libano, utilizzati questa mattina per gli attacchi missilistici contro Israele.

    Ore 15,30 – Gaza, Blinken: “Hamas ritarda il raggiungimento di una tregua” – È ora di concludere i negoziati e di dare il via a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, che è il “modo più immediato” per prevenire l’escalation del conflitto in Medio Oriente, anche se “non c’è alcuna garanzia” di raggiungere un accordo tra Israele e Hamas, le cui richieste sono realizzabili solo in parte ma il cui rifiuto sta ritardando il raggiungimento di una tregua. Lo ha detto oggi a Doha, dove si trova in visita ufficiale, il segretario di Stato Usa Antony Blinken durante una conferenza stampa congiunta con il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. “Il modo più efficace e immediato per porre fine alla sofferenza della popolazione di Gaza, per porre fine al dolore sia dei palestinesi che degli israeliani, è affrontare la crisi dell’assistenza umanitaria”, ha dichiarato Blinken. “Per impedire l’escalation del conflitto e il suo allargamento ad altre aree (della regione, ndr), bisogna raggiungere un cessate il fuoco”. In questo, ha aggiunto il segretario di Stato Usa, “il Qatar è stato un partner instancabile”. La mancanza di un accordo però, secondo Blinken, va attribuita a Hamas, accusato di ritardare gli sforzi per il cessate il fuoco non avendo ancora sostenuto ufficialmente il piano proposto a fine maggio dal presidente Joe Biden e approvato anche dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. “Hamas avrebbe potuto rispondere con una sola parola: sì”, ha sottolineato il capo della diplomazia Usa. “Invece ha aspettato quasi due settimane e ha richiesto numerosi cambiamenti”, ha aggiunto Blinken, secondo cui solo alcune delle richieste del gruppo terroristico palestinese sono realizzabili. Intanto però, ha proseguito, sempre più persone “ne soffriranno”. “Ricordate: Hamas ha avuto 12 giorni (per valutare il piano, ndr) e non è che il mondo sia rimasto fermo in quei 12 giorni”, ha ribadito il segretario di Stato Usa. “Le persone hanno sofferto in quei 12 giorni. Più a lungo andrà avanti, più persone soffriranno. È ora che i negoziati si concludano e che inizi il cessate il fuoco. È così semplice: Israele ha accettato la proposta così com’era e così com’è, mentre Hamas no”, ha spiegato Blinken. “Se Hamas continua a dire di no, sarà chiaro a tutti nel mondo che dipende da loro e che hanno scelto di continuare la guerra che hanno iniziato”. Tuttavia, ha ammonito il segretario di Stato Usa, a questo punto “non vi è alcuna garanzia” che la “distanza” tra il gruppo terroristico palestinese e Israele sia “colmabile”. “Non posso dirvi in ​​questo momento se noi (mediatori, ndr) ci riusciremo (ad assicurare il raggiungimento un accordo, ndr)”, ha aggiunto Blinken. “Ma credo che sia fattibile e che sia assolutamente necessario fare del nostro meglio”. L’accordo si articolerebbe in tre fasi ma Hamas teme che l’attuale proposta Usa non fornisca sufficienti garanzie sulla transizione dalla prima, che prevede una tregua di sei settimane e la liberazione di alcuni ostaggi, alla seconda, che comporta un cessate il fuoco permanente e il ritiro israeliano da Gaza. Il gruppo terroristico vorrebbe invece dagli Usa delle garanzie scritte in questo senso.

    Ore 15,00 – Gaza: il bilancio dei morti sale a 37.202 vittime – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre si è attestato a 37.202 morti. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 84.932 feriti, mentre solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 38 persone. Secondo le autorità israeliane, le forze armate (Idf) avrebbero ucciso non meno 15mila membri di Hamas dall’inizio del conflitto, mentre sono 299 i soldati di Tel Aviv caduti nella Striscia. Per le Nazioni Unite invece, la maggior parte delle vittime della guerra sono donne e minori.

    Ore 14,30 – Hamas chiede garanzie scritte agli Usa su un cessate il fuoco permanente a Gaza – Hamas chiede garanzie scritte agli Stati Uniti su un cessate il fuoco permanente e sul ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza per arrivare a firmare un accordo di tregua con Israele in cambio della liberazione degli ostaggi. Lo hanno riferito all’agenzia di stampa Reuters due fonti delle forze di sicurezza egiziane. I mediatori del Qatar e dell’Egitto hanno ricevuto ieri sera la risposta ufficiale di Hamas al piano per una graduale tregua a Gaza presentato a fine maggio dal presidente Usa Joe Biden e approvato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’accordo si articolerebbe in tre fasi: la prima, che dovrebbe durare sei settimane, prevede il ritiro delle forze armate di Israele (Idf) da tutti i centri abitati del territorio costiero; la seconda comporta la liberazione degli ostaggi israeliani in cambio del rilascio di centinaia di detenuti palestinesi attualmente in carcere nello Stato ebraico; mentre l’ultima consentirebbe ai civili sfollati della Striscia di tornare alle proprie case, anche nella parte settentrionale di Gaza, dove ogni giorno dovrebbero entrare almeno 600 camion carichi di aiuti umanitari per la popolazione. Washington afferma che Israele ha accettato la proposta, anche se il governo di Tel Aviv non l’ha mai confermato pubblicamente. Fonti egiziane e una terza fonte coinvolta nei negoziati per la tregua hanno rivelato a Reuters come Hamas tema che l’attuale proposta Usa non fornisca sufficienti garanzie sulla transizione dalla prima fase del piano, che prevede una tregua di sei settimane e la liberazione di alcuni ostaggi, alla seconda, che comporta un cessate il fuoco permanente e il ritiro israeliano da Gaza. Fonti egiziane hanno ribadito che il gruppo terroristico palestinese sarebbe disposto ad accettare il piano solo a fronte di una serie di garanzie scritte, una richiesta che l’Egitto sta discutendo con gli Stati Uniti. “Hamas vuole rassicurazioni su una transizione automatica da una fase all’altra, secondo l’accordo stipulato dal presidente Biden”, ha detto la terza fonte citata dall’agenzia di stampa britannica.

    Ore 14,00 – Russia, il viceministro degli Esteri Bogdanov: “Hamas ha promesso di liberare due ostaggi russi” – Hamas ha promesso a Mosca di liberare due ostaggi israeliani con cittadinanza russa tuttora trattenuti contro la loro volontà nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato oggi il viceministro degli Esteri nonché rappresentante speciale del presidente russo per il Medio Oriente Mikhail Bogdanov, citato dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui però la liberazione avverrà soltanto dopo un cessate il fuoco nella Striscia.

    Ore 13,30 – Qatar: il segretario di Stato Usa Blinken in visita a Doha – Il segretario di Stato Usa Antony Blinken è arrivato oggi in visita a Doha, in Qatar, per la terza tappa del suo tour diplomatico regionale. Blinken è atterrato nella capitale qatarina dopo aver partecipato ieri a una conferenza per raccogliere fondi a favore della popolazione palestinese della Striscia di Gaza, tenuta in Giordania, e dopo aver visitato Israele nei giorni precedenti. Oggi a Doha il segretario di Stato Usa incontrerà l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani e il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, con cui discuterà gli sviluppi della proposta di cessate il fuoco a Gaza sostenuta dalle Nazioni Unite. “Il segretario di Stato Blinken è a Doha per continuare le discussioni su come raggiungere un accordo di cessate il fuoco che assicuri il rilascio degli ostaggi e invii assistenza umanitaria a Gaza”, ha scritto su X (ex Twitter) il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller. In seguito Blinken è atteso nel nostro Paese per partecipare al vertice del G7 di Borgo Egnazia insieme al presidente Joe Biden.

    Ore 13,00 – Libano, Idf confermano: “Ucciso il comandante di Hezbollah Taleb Abdullah” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato oggi in una nota la morte di Taleb Abdullah, figura di spicco del gruppo armato sciita Hezbollah, durante un raid aereo condotto la scorsa notte a Jouaiyya, nel sud del Libano. Secondo l’Idf, la vittima è il comandante Hezbollah più alto in grado rimasto ucciso durante i combattimenti in corso dal 7 ottobre. Taleb Abdullah comandava l’unità Nasr di Hezbollah, una delle tre divisioni regionali schierate dal gruppo armato nel sud del Libano, responsabile del settore tra il monte Dov e l’area di Bint Jbeil. Israele accusa Abdullah di essere stato responsabile di numerosi attacchi condotti negli ultimi otto mesi contro Israele, principalmente contro la città di Kiryat Shmona e altre località e postazioni dell’esercito nel nord dello Stato ebraico. Nel raid, secondo l’Idf (che ha pubblicato il filmato dell’attacco), sono rimasti uccisi altri tre miliziani di Hezbollah. La Protezione civile libanese riferisce anche di tre feriti. Per tutta risposta, questa mattina il gruppo armato sciita ha lanciato oltre 170 razzi contro Israele

    Ore 12,30 – Gaza, Wafa: “14 morti in un raid dell’Idf a Gaza City” – Almeno 14 persone sono rimaste uccise oggi a Gaza City a seguito di un raid aereo condotto all’alba dalle forze armate israeliane (Idf) contro un’abitazione nel quartiere di Zeitoun. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità nazionale palestinese Wafa, che non ha precisato il numero di feriti.

    Ore 12,00 – Israele, Idf: “Altri 10 missili lanciati dal Libano. Bombardati lanciarazzi di Hezbollah” – Altri 10 razzi lanciati dal Libano hanno attraversato il confine nord di Israele, colpendo l’area dell’insediamento di Zar’it nel nord dello Stato ebraico, che ha risposto bombardando due siti di lancio del gruppo armato sciita libanese Hezbollah. Lo riferiscono in una nota le forze armate di Israele (Idf), secondo cui solo alcuni dei missili lanciati su Zar’it sono stati intercettati dalle difese aeree. Non si registrano comunque feriti nemmeno nella terza ondata di attacchi di Hezbollah contro il nord di Israele. Per tutta risposta, le Idf hanno fatto sapere di aver bombardato due diversi siti lanciarazzi nei pressi di Yater e di Hanine, nel sud del Libano, utilizzati questa mattina per gli attacchi missilistici contro Israele.

    Ore 11,30 – Gaza, Idf: 30 obiettivi colpiti nella Striscia nelle ultime 24 ore – L’aeronautica israeliana ha colpito una trentina di obiettivi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo hanno reso noto oggi le forze armate dello Stato ebraico (Idf), secondo cui tra i siti colpiti figurano “edifici utilizzati da organizzazioni terroristiche, gruppi armati, sistemi lanciarazzi, tunnel e altre strutture”. Intanto, le truppe israeliane continuano le operazioni militari a Rafah, nel sud di Gaza, e nel corridoio Netzarim, nel centro della Striscia. A Rafah, secondo l’Idf, i soldati dello Stato ebraico avrebbero ucciso diversi uomini armati in combattimento, individuato e distrutto diversi edifici dotati di trappole esplosive e localizzato altre attrezzature a scopo militare. Nel centro della Striscia invece, l’Idf ha attaccato una cellula di Hamas e un deposito di armi.

    Ore 11,00 – Israele: scoppiati tre incendi nel nord dopo gli attacchi di Hezbollah – Almeno 21 squadre e 8 aerei dei Vigili del Fuoco sono al lavoro in Israele per estinguere i diversi incendi scoppiati nel nord dello Stato ebraico a causa degli attacchi missilistici lanciati dal confine con il Libano da Hezbollah. Lo riferisce il Fire & Rescue Service del governo di Tel Aviv, citato dal quotidiano online The Times of Israel, secondo cui le fiamme sono divampate principalmente in tre località settentrionali: vicino al kibbutz di Ami’ad, nell’area naturalistica di Ein Zeitim e nei pressi del villaggio a maggioranza drusa di Beitegen. Alcuni video pubblicati sui social israeliani, verificati dall’emittente tv al-Jazeera, mostrano esplosioni nei cieli del nord di Israele e del fumo che si alza dalla città di Tiberiade, che potrebbe essere stata colpita da alcuni razzi. In mattinata, il gruppo armato sciita libanese ha lanciato oltre 160 missili sul nord di Israele a seguito di una serie di attacchi aerei condotti nelle ultime ore da Israele in cui sono morti tre suoi miliziani, tra cui due comandanti di alto rango.

    Ore 10,30 – Mar Rosso: nave mercantile colpita al largo dello Yemen – Una nave mercantile ha lanciato una richiesta di soccorso dopo essere stata colpita nel Mar Rosso, al largo dello Yemen. Lo riferisce la società di sicurezza marittima Ambrey, citata dall’agenzia di stampa Reuters, secondo cui la nave è stata colpita a circa 68 miglia nautiche (126 chilometri) a sud-ovest della città portuale di Hodeida, controllata dal gruppo armato sciita filo-iraniano Houthi. Secondo la compagnia, si legge nella nota di Ambrey, “al momento dell’incidente” l’imbarcazione che lanciato la richiesta di soccorso era “in linea con il profilo target degli Houthi”. Non sono stati forniti ulteriori dettagli in merito al presunto attacco degli Houthi. L’attacco è stato confermato anche dall’agenzia britannica United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto).

    Ore 10,00 – Israele, Idf: “Altri 70 razzi lanciati dal Libano. Bombardate postazioni di Hezbollah” – Altri 70 razzi lanciati dal Libano hanno attraversato il confine nord di Israele, causando una serie di danni in diverse zone dello Stato ebraico, che ha risposto bombardando i siti di lancio del gruppo armato sciita libanese Hezbollah. Lo riferiscono in una nota le forze armate di Israele (Idf), secondo cui la maggior parte dei missili ha colpito aree all’aperto ma alcuni “hanno causato danni in diversi punti”. “Diversi razzi sono stati intercettati anche dalle difese aeree”, si legge nel comunicato, secondo cui non si registrano feriti nella seconda ondata di attacchi di Hezbollah contro il nord di Israele. Per tutta risposta, le Idf hanno fatto sapere di aver bombardato un sito lanciarazzi a Yaroun, nel sud del Libano, utilizzato questa mattina per il primo attacco missilistico contro Israele. Il raid potrebbe essere una risposta del gruppo armato sciita libanese agli attacchi aerei condotti nelle ultime ore dall’Idf in cui sono morti tre suoi miliziani, tra cui due comandanti di alto rango.

    Ore 9,30 – Commissione d’inchiesta Onu accusa Israele di “crimini contro l’umanità” a Gaza – Un’indagine indipendente istruita dalle Nazioni Unite accusa Israele di aver commesso “crimini contro l’umanità” durante la guerra in corso da oltre otto mesi nella Striscia di Gaza, tra cui il reato internazionale di “sterminio”, mentre afferma che i gruppi armati israeliani e palestinesi hanno entrambi commesso crimini di guerra. Il rapporto della Commissione d’inchiesta indipendente, istituita nel 2021 dal Consiglio Onu per i diritti umani per indagare sulle presunte violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani in Israele e nei Territori palestinesi, è la prima indagine approfondita del Palazzo di Vetro sul conflitto scoppiato dopo gli attentati terroristici del 7 ottobre nello Stato ebraico. La relazione, che sarà presentata la prossima settimana al Consiglio per i diritti umani dell’Onu, rileva “un attacco diretto, diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”. “La commissione ha riscontrato che sono stati commessi crimini contro l’umanità quali sterminio, omicidio, persecuzione di genere contro uomini e ragazzi palestinesi, trasferimento forzato, tortura e trattamenti inumani e crudeli”, si legge nel rapporto, che accusa Israele di aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità e di aver violato il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale a tutela dei diritti umani. Tel Aviv ha già respinto le conclusioni contenute nella relazione, accusando l’organismo istituito dall’Onu di “discriminazione sistematica anti-israeliana”. La Commissione d’inchiesta “ha dimostrato ancora una volta che le sue azioni sono tutte al servizio di un programma politico contro Israele”, ha affermato l’ambasciatrice israeliana presso le Nazioni Unite a Ginevra Meirav Eilon Shahar. L’indagine accusa anche diversi gruppi terroristici palestinesi di aver commesso “crimini di guerra” dal 7 ottobre. “È imperativo che tutti coloro che hanno commesso crimini siano assicurati alla giustizia”, ha dichiarato la presidente della Commissione d’inchiesta, Navi Pillay.

    Ore 9,00 – Israele, Idf: “Almeno 90 razzi lanciati dal Libano” – Almeno una novantina di razzi lanciati dal Libano hanno attraversato il confine nord di Israele e solo alcuni sono stati intercettati dalle difese aeree dello Stato ebraico. Lo riferiscono in una nota le forze armate di Israele (Idf), secondo cui alcuni missili “hanno colpito diverse località” del Paese, provocando “una serie di incendi”. Al momento però non si hanno notizie di feriti né di danni rilevanti. Tra gli obiettivi dell’attacco figura anche la città di Tiberiade, che finora non era ancora stata presa di mira dai raid provenienti dal Libano attribuiti a Hezbollah. L’ultimo lancio potrebbe essere una risposta del gruppo armato sciita libanese ai raid aerei condotti nelle ultime ore dall’Idf in cui sono morti tre suoi miliziani, tra cui due comandanti di alto rango.

    Ore 8,00 – Libano, raid dell’Idf contro Hezbollah: “Uccisi due comandanti e un miliziano del gruppo” – Almeno tre miliziani, tra cui due comandanti di alto rango, del gruppo armato sciita libanese Hezbollah sono morti nelle ultime 24 ore a seguito di una serie di raid aerei attribuiti alle forze armate di Israele (Idf). Secondo un comunicato pubblicato ieri notte da Hezbollah, il comandante Taleb Abdullah, originario della città di Aadachit, nel sud del Libano, è rimasto ucciso in un attacco aereo attribuito a Israele nella città di Jouaiyya, nel distretto di Tiro, a circa 95 chilometri dalla capitale Beirut. Secondo l’emittente tv saudita Al Hadath, tra i morti figurano anche un altro comandante dell’organizzazione libanese, Hussein Qassem Hamid detto “Sajid”, e un miliziano identificato come Ali Salim Soufan. Dall’inizio della guerra a Gaza e della ripresa degli scontri con Israele, Hezbollah ha annunciato la morte di 342 miliziani tra le sue fila.

    Ore 7,30 – Yemen: Usa distruggono due lanciamissili Houthi – Gli Stati Uniti hanno distrutto ieri due lanciatori di missili da crociera antinave in un’area dello Yemen controllata dagli Houthi. Lo riferisce oggi in una nota il Comando centrale delle forze armate Usa (Centcom), secondo cui tali armi “rappresentavano una minaccia imminente per le forze statunitensi e della coalizione e per le navi mercantili in transito nella regione”. “Le forze Usa continueranno a intraprendere azioni che tutelino la libertà di navigazione e rendano le acque internazionali più sicure per le navi in transito nella regione del Mar Rosso”.

    Ore 7,00 – Hamas risponde alla proposta di tregua. Media israeliani: “Accordo lontano” – Hamas ha risposto nella notte alla bozza di accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza presentata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, formulando una controproposta che secondo fonti del governo Tel Aviv citate dai media israeliani comporta di fatto un rifiuto del progetto di tregua. “Lo Stato del Qatar e la Repubblica Araba d’Egitto annunciano di aver ricevuto oggi una risposta da Hamas e dalle fazioni palestinesi in merito all’ultima proposta per un accordo di cessate il fuoco e lo scambio tra ostaggi (israeliani, ndr) e detenuti (palestinesi, ndr)”, si legge in una nota diramata ieri sera dal ministero degli Esteri del Qatar, citata dall’agenzia di stampa ufficiale Qna. In seguito, anche il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha confermato che gli Stati Uniti hanno ricevuto la risposta di Hamas attraverso i mediatori qatarini ed egiziani, affermando che Washington ne sta esaminando attentamente i dettagli. Tuttavia, secondo il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, alcuni funzionari dello Stato ebraico che hanno visto la risposta di Hamas hanno chiarito come il gruppo terroristico abbia di fatto respinto la proposta presentata da Biden. Secondo la testata, nella notte il direttore del Mossad David Barnea è stato aggiornato sui dettagli della controproposta di Hamas direttamente dal premier del Qatar Mohammed Al-Thani. Fonti a conoscenza dei dettagli dei negoziati hanno spiegato al quotidiano come il gruppo terroristico palestinese abbia modificato “l’intera proposta” avanzata dal presidente Usa. “Il significato è chiaro: un rifiuto della proposta di Biden”, ha detto una fonte. Secondo un alto funzionario israeliano, Hamas ha introdotto “cambiamenti sostanziali” alla bozza di accordo.

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