Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 10 aprile
Dopo oltre sei mesi di guerra nella Striscia di Gaza sono morti oltre 33.350 palestinesi e quasi 76mila sono rimasti feriti. I negoziati per una tregua sono in stallo: la proposta presentata da Israele per raggiungere un cessate il fuoco in cambio della liberazione degli ostaggi rapiti il 7 ottobre è stata giudicata insoddisfacente da Hamas, che potrebbe rifiutare anche il compromesso proposto dagli Usa che prevede il ritorno di 150mila sfollati nel nord del territorio costiero in cambio di una sospensione delle ostilità. Non c’è alternativa però al dialogo, almeno per l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell, secondo cui “non esiste una soluzione militare al conflitto”. La situazione nella Striscia si fa sempre più difficile con l’Onu che accusa Israele di ostacolare le “consegne di cibo più di qualsiasi altro carico di aiuti” destinati alla popolazione civile. La Francia intanto, secondo il ministro degli Esteri Stéphane Séjourné, valuta la possibilità di imporre “sanzioni” a Israele per aumentare l’afflusso di carichi umanitari nel territorio. In tutto questo è scoppiata una guerra commerciale tra Turchia e Israele: Ankara ha limitato le esportazioni verso lo Stato ebraico, che accusa Erdogan di aver violato gli accordi firmati tra i due Paesi e minaccia ritorsioni economiche. Anche l’Iran minaccia Tel Aviv, il comandante della Marina dei Pasdaran considera infatti “una minaccia” agli interessi di Teheran “la presenza di Israele negli Emirati Arabi”.
Ore 17,00 – Cnn: “Hamas ha detto che non riesce a rintracciare 40 ostaggi per l’accordo” – Hamas ha dichiarato di non essere al momento in grado di identificare e rintracciare i 40 ostaggi israeliani necessari per la prima fase dell’accordo del cessate il fuoco. Lo riporta la Cnn citando due fonti, una delle quali israeliana, che sollevano i timori che il numero degli ostaggi morti sia superiore a quello finora noto. Secondo la proposta dei negoziatori nelle prima sei settimane di tregua, Hamas dovrebbe rilasciare 40 ostaggi, tra i quali donne, uomini anziani e malati, in cambio della scarcerazione di centinaia di detenuti palestinesi. Ma secondo le fonti della Cnn, Hamas ha detto ai mediatori internazionali, Qatar e Egitto, di non avere 40 ostaggi in vita che corrispondono a questi criteri.
Ore 16,00 – Wall Street Journal: “Hamas ha respinto la mediazione Usa, farà sua road map” – Hamas ha rigettato la proposta di una tregua a Gaza e per il rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito il Wall Street Journal che cita fonti dei mediatori nei colloqui in corso al Cairo. Hamas – secondo le stesse fonti – pubblicherà invece la propria “road map” per porre fine alla guerra a Gaza. Il problema principale che impedisce ad Hamas la trattativa – secondo il Wsj – è che manca nella proposta la fine della guerra nella Striscia.
Ore 14,00 – Gaza: salito a 33.482 il bilancio delle vittime – Dall’inizio dell’offensiva militare israeliana nella Striscia, secondo quanto riferisce il ministero della Sanità di Gaza, sono morti 33.482 palestinesi e ne sono rimasti feriti 76.049.
Ore 13,00 – Israele: “Nuovo valico verso Gaza per evitare i blocchi dei manifestanti” – L’esercito israeliano sta attualmente stabilendo un nuovo valico di frontiera per agevolare la consegna degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Lo riporta la radio dell’esercito dello Stato ebraico, secondo cui Israele “in questa fase rinuncia ad aprire il valico di Erez, temendo che venga bloccato dai manifestanti israeliani”. L’esercito, secondo l’emittente, spera che l’ubicazione del nuovo valico, che sarà costruito nel nord di Gaza, ma in una posizione meno centrale, renderà difficile per i manifestanti bloccare l’ingresso degli aiuti nell’enclave palestinese.
Ore 12,00 – Libano, ucciso presunto intermediario tra Iran e Hamas – Un libanese, soggetto a sanzioni da parte degli Stati Uniti perché accusato di aver gestito trasferimento di fondi dall’Iran a Hamas, è stato assassinato nelle ultime ore vicino a Beirut. Lo riferiscono media libanesi citando fonti della sicurezza locali. Le fonti affermano che il corpo senza vita di Mohammad Srur, 57 anni, è stato ritrovato nelle ultime ore a est di Beirut, nella località di montagna di Beit Meri, con segni di colpi di arma da fuoco. Addosso la salma è stata trovata con un’ingente somma di danaro. Secondo le fonti, Srur era membro di Hezbollah. Nel 2019 il dipartimento del tesoro americano aveva annunciato sanzioni contro diverse persone, tra cui Srur, accusato di aver facilitato il trasferimento di “decine di milioni di dollari dalla Forza Quds (dei Pasdaran) attraverso Hezbollah in Libano a Hamas in modo che potesse effettuare attacchi terroristici dalla Striscia di Gaza”.
Ore 11,00 – Gallant smentisce Netanyahu: “Non c’è una data per l’invasione di Rafah” – Il ministro della Difesa israeliano smentisce le parole del premier Banjamin Netanyahu. Yoav Gallant ha detto al suo omologo americano Lloyd Austin che Israele non ha deciso esattamente quando invaderà il distretto meridionale di Rafah, a Gaza, secondo fonti citate dal The Times of Israel e Haaretz. La dichiarazione del ministro della Difesa israeliano è in conflitto con le precedenti affermazioni di Netanyahu secondo cui Israele ha già fissato una data per l’operazione e “nessuna forza al mondo ci fermerà”. Il piano annunciato da Israele di invadere Rafah, dove sono ammassati circa 1,4 milioni di palestinesi sfollati, ha suscitato il timore di una catastrofe umanitaria.
Ore 10,00 – Sanchez insiste, “Pronti a riconoscere Stato palestinese” – Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha assicurato che “la Spagna è pronta a riconoscere la Palestina”: lo ha detto nel suo intervento davanti al Congresso, il Parlamento, per riferire sulla politica estera. Sànchez ha spiegato che lo Stato palestinese deve essere riconosciuto perchè “è giusto, lo chiede la maggioranza della società e l’interesse geopolitico dell’Europa” e perchè “la comunità internazionale non potrà aiutare lo Stato palestinese se non ne riconosce l’esistenza”. Per questo motivo, sia lui che il ministro degli Esteri, Josè Manuel Albares, sono impegnati in Ue e Medio Oriente per raccogliere sostegno al riconoscimento della Palestina. Sanchez ha quindi ricordato che venerdì inizierà un tour nei Paesi europei per trovare consensi attorno all’iniziativa spagnola, proposta che, ha detto, sta guadagnando sempre più seguaci, convinto che solo con il riconoscimento dello Stato palestinese si potrà garantire la pace e la sicurezza nella regione.
Ore 9,30 – Raid Israele contro sito militare Hezbollah in Siria – Le Forze di difesa israeliane hanno compiuto questa mattina un raid aereo contro una “infrastruttura militare” usata dal gruppo libanese di Hezbollah in Siria. “Le Forze di difesa israeliane hanno attacco una infrastruttura militare situata in territorio siriano e che, secondo informazioni di intelligence, era usata dall’organizzazione terroristica di Hezbollah”, si legge su ‘X’. L’Idf ha inoltre ricordato che considera il governo siriano “responsabile” di “tutto ciò che accade” sul suo territorio e ha dichiarato che non consentirà l’insediamento di Hezbollah nel paese.
Ore 9,00 – Israele a Khamenei: “Se ci attaccate, noi reagiremo” – “Se l’Iran attacca dal suo territorio, Israele reagirà e attaccherà in Iran”: questa la riposta su X, in farsi, del ministro degli Esteri Israel Katz alle parole della Guida Suprema dell’Iran Alì Khamenei. In una intervista radiofonica, Katz ha poi ribadito che ‘l’Iran è la testa del serpente”.
Ore 8,00 – Biden: Israele accetti tregua unilaterale di sei-otto settimane – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto a Israele di accettare unilateralmente un cessate il fuoco della durata da sei a otto settimane. Lo ha detto lo stesso Biden nel corso di una intervista all’emittente Univision, segnalando un cambiamento rispetto al precedente legame tra una tregua a Gaza e il rilascio di alcuni degli ostaggi che Hamas tiene nella Striscia. “Quello che chiedo è che gli israeliani domandino semplicemente un cessate il fuoco, consentano per le prossime sei, otto settimane l’accesso totale a tutto il cibo e le medicine” di cui ha bisogno la popolazione di Gaza, ha detto Biden. “Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti a impegnarsi – ha aggiunto Biden – Sono pronti a trasportare questo cibo e penso che non ci siano scuse per non provvedere alle esigenze mediche e alimentari di quelle persone. Dovrebbe essere fatto adesso”.
Ore 7,00 – Biden: “La politica di Netanyahu su Gaza è un errore” – La politica del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu su Gaza è un “errore”. Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden in un’intervista alla rete americana in lingua spagnola Univision, dove ha anche esortato Israele a chiedere un cessate il fuoco. “Penso che quello che sta facendo sia un errore. Non sono d’accordo con il suo approccio”, ha detto Biden quando gli è stato chiesto della gestione della guerra da parte di Netanyahu. “Quello che chiedo è agli israeliani di chiedere un cessate il gioco, consentire per le prossime sei-otto settimane l’accesso totale a cibo e medicine. Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti. Ritengo che non ci siano scuse per non fornire medicine e cibo”.