L’agenzia di stampa siriana Sana ha comunicato che mercoledì 7 dicembre 2016 un attacco israeliano con missili terra-terra ha colpito un aeroporto militare nella periferia di Damasco.
Nove persone sono rimaste ferite, ma non c’è stata nessuna vittima. La base è stata parzialmente distrutta da un incendio.
Secondo le autorità siriane si è trattato di uno dei “disperati tentativi” di Israele di supportare “i gruppi terroristici e di diffondere la loro degradante morale”, riferendosi probabilmente alle recenti sconfitte dei ribelli ad Aleppo, sostenuti dall’Occidente.
Le forze armate israeliane non hanno né confermato né smentito la notizia, come di solito fanno in questi casi.
Una settimana fa Gerusalemme era stata accusata di un altro attacco in territorio siriano. Nel mirino dell’aviazione erano finiti alcuni nascondigli di armi e un convoglio di veicoli dell’esercito siriano, destinati agli Hezbollah libanesi, alleati di Bashar al Assad, presidente della Siria.
L’arsenale colpito, secondo il giornale Rai al-Youm, con base a Londra, apparterrebbe al quarto battaglione dell’esercito siriano, mentre il convoglio sarebbe stato centrato non lontano dall’autostrada che collega Beirut a Damasco.
Il giornale libanese Elnashra, anche questo citato dai media israeliani, aveva riportato quattro forti esplosioni avvertite vicino Damasco, dove sarebbe stato colpito il nascondiglio di armi.
Durante la guerra civile in Siria Israele ha colpito più volte postazioni e convogli sciiti libanesi, una delle colonne del fronte internazionale guidato dall’Iran che combatte al fianco di Assad contro i ribelli e i gruppi estremisti islamici.
Nei giorni scorsi quattro miliziani dell’Isis sono stati uccisi dall’esercito israeliano, dopo l’attacco a una pattuglia dello stato ebraico sulle alture del Golan, in quello che è considerato il primo scontro diretto con il sedicente Stato islamico.
Sebbene la maggioranza dei politici israeliani si sia rallegrata per i guai del presidente siriano Bashar al Assad – alleato e finanziatore di Hezbollah, che ha centinaia di missili schierati al confine con Israele –, l’opinione pubblica di Gerusalemme è preoccupata per l’instabilità della regione.
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