Israele ha annunciato che costruirà 2.500 nuove case negli insediamenti ebraici dei territori palestinesi occupati in Cisgiordania.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Avigdor Lieberman hanno detto che la decisione è stata presa per far fronte alle “necessità abitative”, ma i palestinesi denunciano che la mossa rappresenta un nuovo duro colpo al processo di pace.
Un portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato all’agenzia di stampa Ap che l’annuncio delle nuove costruzioni ignora la risoluzione delle Nazioni Unite contro gli insediamenti e ha invitato la comunità internazionale a prendere una posizione netta di condanna.
La maggior parte delle nuove unità abitative approvate martedì 24 gennaio 2017 saranno costruite negli insediamenti già esistenti.
Tel Aviv ha intenzione di approfittare da subito delle manifestazioni di simpatia della nuova amministrazione americana guidata da Donald Trump, che ha nominato ambasciatore degli Stati Uniti in Israele un sostenitore degli insediamenti e ha manifestato l’intenzione di trasferire la rappresentanza diplomatica da Tel Aviv a Gerusalemme.
Intorno al mezzo milione di israeliani vivono in circa 140 insediamenti costruiti a partire dall’occupazione della Cisgiordania e Gerusalemme est nel 1967.
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