Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivelato di essere a conoscenza di “documenti nucleari segreti” che provano che l’Iran non ha mai rinunciato al proprio programma nucleare per scopi militari.
Netanyahu sarebbe in possesso di 55mila pagine di materiale in cui si dimostra che l’Iran ha ingannato il mondo da quando ha firmato l’accordo sul nucleare nel 2015 con le potenze occidentali.
I documenti, denominati “Archivi atomici”, sono stati condivisi con gli Stati Uniti.
Parlando in inglese dal ministero della Difesa israeliano con sede a Tel Aviv, Netanyahu ha mostrato le “copie esatte” dei documenti segreti ottenuti dall’intelligence a Tehran.
“I file provano che l’Iran stava mentendo sfacciatamente quando ha detto che non aveva mai avuto un programma per costruire armi nucleari”.
“L’accordo iraniano, l’accordo nucleare, si basa su delle menzogne”, ha detto Benjamin Netanyahu, aggiungendo che Trump “farà la cosa giusta” abbandonando l’accordo.
Il primo ministro israeliano si è sempre opposto all’accordo, definendolo un “grande errore di proporzioni storiche” e ha sempre sostenuto l’intenzione di Donald Trump di abbandonare il patto sul nucleare iraniano.
Netanyahu ha mostrato in diretta televisiva una parte dei documenti incriminanti e quasi 200 cd contenenti video e foto dello sviluppo del programma iraniano.
“Anche dopo l’accordo, l’Iran ha continuato a espandere il suo programma per costruire armi nucleari”.
L’accordo sul nucleare iraniano è stato firmato il 14 luglio 2015, dopo oltre un anno e mezzo di difficili trattative.
Si tratta di un patto storico, che segna un nuovo capitolo nella storia delle relazioni tra l’Iran e le grandi potenze internazionali.
L’Iran ha accettato di limitare lo sviluppo del suo programma nucleare.
In cambio, gli Stati Uniti di Barak Obama, le Nazioni Unite e l’Unione europea hanno rimosso le sanzioni che avevano imposto all’Iran per paura che potesse costruire armi atomiche.
Il governo di Teheran ha sempre sostenuto che il suo programma nucleare non avesse scopi militari.
L’ultimo round delle negoziazioni era stato avviato a Vienna il 26 giugno ed è durato 18 giorni. Si sarebbe dovuto concludere il 30 giugno, ma la scadenza è stata più volte rimandata.
Al tavolo delle trattative hanno partecipato il governo di Teheran e il gruppo dei 5+1, composto dai cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ovvero Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina, più la Germania.
Ai negoziati ha partecipato anche Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri.
Le nuove dichiarazioni di Benjamin Netanyahu rendono ancora più incerta la tenuta dell’accordo sul nucleare iraniano.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta infatti pensando di abbandonare l’accordo e ha tempo fino al 12 maggio per prendere una decisione.
Entro quella data, i paesi europei che hanno firmato il patto dovranno trovare una soluzione per “i terribili difetti” contenuti nel piano, altrimenti gli Stati Uniti ripristineranno le sanzioni contro l’Iran e metteranno fine all’accordo.
Netanyahu e Trump hanno discusso di recente le “attività destabilizzanti del regime iraniano”, secondo quanto riferiscono dalla Casa Bianca.
Inoltre, l’accusa del primo ministro israeliano arriva dopo che il nuovo segretario di Stato americano, Mike Pompeo, aveva affermato che Washington è “profondamente preoccupata per la pericolosa escalation di minacce iraniane contro Israele e la regione”.
Le altre nazioni che hanno firmato l’accordo stanno cercando di evitare che gli Stati Uniti lo abbandonino.
Il presidente francese Emmanuel Macron aveva passato tre giorni a Washington per persuadere Trump a non ritirarsi dall’accordo.
Alla fine dell’incontro, Macron aveva ammesso di aver probabilmente fallito nel suo intento.
Il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha di recente avvisato che se gli Stati Uniti si ritireranno dall’accordo, Teheran “molto difficilmente” continuerà a farne parte e le conseguenze “non saranno piacevoli per gli Stati Uniti”.
Poco prima della diretta televisiva di Netanyahu, Mohammad Javad Zarif ha pubblicato un tweet in cui accusava il primo ministro israeliano di essere “un ragazzo che non riesce a smettere di gridare al lupo”.
BREAKING: The boy who can’t stop crying wolf is at it again. Undeterred by cartoon fiasco at UNGA. You can only fool some of the people so many times. pic.twitter.com/W7saODfZDK
— Javad Zarif (@JZarif) 30 aprile 2018
“Il ragazzo che non riesce a smettere di gridare al lupo lo sta facendo ancora. Indisturbato dal fiasco delle vignette all’Assemblea generale delle Nazioni unite. Puoi prendere in giro solo alcune persone così tante volte”.
“Non è una situazione accettabile. Ho detto che accadeva… quel che abbiamo appreso ha mostrato davvero che ero nel giusto al 100 per cento”, ha dichiarato Trump a seguito delle dichiarazioni di Netanyahu.
L’accordo sul nucleare con l’Iran
Dopo oltre un anno e mezzo di difficili trattative, è stato raggiunto un accordo sul nucleare in Iran. Si tratta di un patto storico, che segna un nuovo capitolo nella storia delle relazioni tra l’Iran e le grandi potenze internazionali.
L’Iran ha accettato di limitare lo sviluppo del suo programma nucleare. In cambio, gli Stati Uniti, le Nazioni Unite e l’Unione europea rimuoveranno le sanzioni che avevano imposto all’Iran per paura che potesse costruire armi atomiche. Il governo di Teheran ha invece sempre sostenuto che il suo programma nucleare non avesse scopi militari.