Il ministro dei trasporti israeliano Israel Katz ha presentato un progetto per costruire un’isola artificiale al largo delle coste di Gaza, collegata alla città palestinese attraverso un ponte e su cui sorgeranno un aeroporto, un porto e diversi edifici, tra cui alberghi.
Secondo il ministro, l’isola servirà a riconnettere al mondo il territorio palese di Gaza, che dal 2007 vive in uno stato di isolamento e di forte impoverimento. La striscia di Gaza ha visto nel 2005 il ritiro dei coloni e dei militari israeliani, ma Israele ha sempre continuato a controllare lo spazio aereo e marittimo della zona. Quando nel 2007 Hamas ha preso il potere in questo territorio, Israele e l’Egitto hanno imposto un blocco su questo territorio per evitare i rifornimenti di armi.
Il video di presentazione del progetto dell’isola racconta, attraverso la voce narrante, di come Israele sia ancora largamente visto come il responsabile della situazione di povertà in cui versa Gaza nonostante si sia ritirato da questo territorio oltre dieci anni fa.
La striscia di Gaza vede infatti un tasso di disoccupazione elevatissimo, pari a quasi il 40 per cento, e continue interruzioni dell’erogazione di energia. Il progetto di Katz, tuttavia, vuole cambiare rotta a puntare anche a cambiare l’immagine con cui spesso Israele è percepita nei confronti della situazione di Gaza.
Spesso i rappresentanti di Hamas avevano parlato della necessità della costruzione di un porto nella città e della ricostruzione del vecchio aeroporto, distrutto nel conflitto del 2001, in modo da riportare ricchezza e lavoro alla zona e porre fine al suo isolamento.
Il progetto di Katz costerebbe in tutto 5 miliardi di dollari e l’isola artificiale sarebbe in tutto grande 5 chilometri quadrati.