Domenica 15 maggio un attacco suicida rivendicato dall’Isis ha causato la morte di almeno 25 persone nel sud dello Yemen. Le autorità locali hanno riferito che l’attentatore si è fatto esplodere all’esterno di una sede della polizia, nella città portuale di Mukalla, uccidendo nuove reclute che al momento dell’esplosione si trovavano in fila presso la sede del commissariato locale.
Fonti mediche e ospedaliere hanno riferito che i feriti ricoverati nelle strutture di Mukalla sono almeno 25. L’attacco è stato rivendicato dal sedicente Stato islamico.
La città di Mukalla, capoluogo del governatorato di Hadramawt, nel sud del paese, a 480 chilometri di distanza dal golfo di Aden, ospita il porto principale della provincia di al-Shahr.
Fino ad aprile 2016, Mukalla era sotto il controllo del gruppo jihadista al-Qaeda nella Penisola Arabica (Aqap), costretto a lasciare l’area dopo l’intervento della coalizione militare araba guidata dall’Arabia Saudita. La cittadina portuale di 500mila abitanti è rimasta sotto il controllo dei miliziani di Aqap per oltre un anno.
Nonostante la controffensiva lanciata dalla forze governative yemenite, l’area è stata presa di mira dai miliziani dell’Isis. L’attacco di domenica rivendicato dal sedicente Stato islamico è il secondo in ordine di tempo ad aver colpito la città di Mukalla da aprile.
(Qui sotto la posizione della città portuale di Mukalla che fino a un anno fa era sotto il controllo dei miliziani di al-Qaeda nella Penisola arabica)