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    Che cos’è l’Isis-K, la branca afghana che ha rivendicato l’attacco a Mosca

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 23 Mar. 2024 alle 11:02

    Che cos’è l’Isis-K, la branca afghana che ha rivendicato l’attentato a Mosca

    L’Isis-K ha rivendicato l’attentato di ieri sera in Russia, nella sala da concerti Crocus City Hall di Mosca, che ha provocato un centinaio di morti. Una rivendicazione che gli Stati Uniti ritengono attendibile. Ma che cos’è l’Isis-K? Si tratta dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Conosciuto anche come Wilayat Khorasan, il gruppo è la branca afghana dell’Isis apparsa per la prima volta nel 2014. Il nome Khorasan si traduce in “La terra del sole”, e secondo il Centro per gli studi strategici e internazionali, si riferisce a una regione storica che comprende parti dell’Iran, dell’Afghanistan e del Pakistan.

    Dopo un picco di azioni nel 2018, la sua forza sembrava declinare, a causa delle perdite inflitte dalle forze statunitensi e dai talebani. Il gruppo si pone come obiettivo la fondazione di un nuovo califfato che riunisca questi tre Paesi, ma anche alcune ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan. Una chiara minaccia per la Russia, che non dimentica le ribellioni islamiste nel Caucaso settentrionale, in particolare in Daghestan e in Cecenia con le due guerre degli anni ’90 e una lunga serie di sanguinosi attentati che fecero stragi di civili in varie città russe. Secondo gli esperti Usa, l’Isis-K si è infiltrato in Russia negli ultimi due anni, accusando il Paese di attività anti-musulmane.

    L’attuale leader di Isis-K è Sanaullah Ghafari, alias Shahab al-Muhajir. Questo gruppo ha combattuto apertamente anche contro altre organizzazioni islamiche estremiste, come i talebani. Ed era pronta ad attivarsi anche contro le comunità ebraiche come vendetta per le operazioni israeliane a Gaza: solo due settimane fa, i servizi d’intelligence russi hanno rivendicato di aver eliminato una cellula dell’Isis che pianificava un attacco contro una sinagoga proprio a Mosca.

    Bisogna ricordare che solo pochi giorni fa gli Stati Uniti avevano avvertito la Russia del rischio di attacchi da parte dell’Isis-K, ma Mosca le aveva bollate come “informazioni non specifiche”. Proprio questo gruppo ha rivendicato su Telegram l’attentato di ieri. Nella rivendicazione, citata dal Guardian, si legge che i “combattenti dello Stato Islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendone centinaia e causando grande distruzione nel luogo prima che tornassero sani e salvi alle loro basi”.

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