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    Irlanda, il Senato ha legalizzato l’aborto

    Credit: Getty Images

    Le donne irlandesi avranno diritto a interrompere volontariamente la gravidanza a partire da gennaio 2019

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 14 Dic. 2018 alle 11:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:23

    Il 14 dicembre 2018 il Parlamento irlandese ha approvato una legge che legalizza l’aborto. Per entrare in vigore, il disegno di legge ha bisogno della firma del presidente Michael D. Higgins.

    Una volta approvato, le donne irlandesi avranno diritto a interrompere volontariamente la gravidanza a partire da gennaio 2019.

    A maggio si era tenuto uno storico referendum che ha visto il Sì all’aborto vincere con il 66,4 per cento dei voti a favore.

    Il ministro della salute irlandese Simon Harris ha espresso il suo sostegno via Twitter per la legge e ringraziato “le attiviste che hanno lottato per 35 anni per cambiare la nazione, i cuori e le menti”.

    La legge appena approvata dal Parlamento con 27 voti favorevoli e 5 contrari prevede la possibilità di abortire fino alla dodicesima settimana di gravidanza. Le donne possono interrompere la gravidanza anche in caso di “pericolo di vita” o “grave rischio per la salute”, e in caso di anomalie del feto che possono portare alla morte in utero.

    Prima di poter abortire, la donna interessata deve sottoporsi al parere di due diversi medici.

    Il testo votato al Parlamento presenta delle modifiche rispetto al testo originario, come ad esempio la decisione di riesaminare la legislazione dopo tre anni, invece che cinque come inizialmente previsto.

    Cenni storici sul divieto di aborto in Irlanda

    L’ottavo emendamento che di fatto vieta l’aborto in maniera rigida venne introdotto nel 1983 attraverso un referendum costituzionale, e protegge “il diritto alla vita di chi non è ancora nato”.

    Nel 1992, la Corte Suprema irlandese stabilì che l’aborto potesse essere praticato nel caso in cui la donna fosse in “reale e sostanziale pericolo di vita”. Tuttavia, a causa della vaghezza della norma, per molti anni quella sentenza è rimasta sostanzialmente inapplicata, anche in virtù del credo religioso di moltissimi medici in Irlanda.

    Un primo reale cambiamento si è avuto soltanto nel 2013 quando, attraverso una legge votata in parlamento, il Protection of Life During Pregnancy Act, fu stabilito in maniera più chiara e stringente che, in caso di pericolo di vita della donna, la gravidanza potesse essere interrotta.

    La norma fu varata a seguito delle feroci polemiche per il caso di una donna di origini indiane, Savita Halappanavar, morta per un’infezione dopo che i medici di un ospedale di Galway si erano rifiutati di rimuovere il feto, alla diciassettesima settimana di gravidanza, perché “l’Irlanda è un paese cattolico”

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