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    La combattente irachena che per vendetta uccide e cucina le teste dei miliziani dell’Isis

    Dal 2004 Whaida Mohammed combatte contro i miliziani jihadisti capeggiando il gruppo armato cui ha dato vita dopo che le hanno ucciso alcuni familiari

    Di TPI
    Pubblicato il 2 Ott. 2016 alle 14:06 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:04

    Il suo nome completo è Whaida Mohamed Al-Jumaily, ha 39 anni e vive nella città irachena di Shirqat, a 50 chilometri da Mosul e fino a poco tempo fa assediata dai miliziani dell’Isis.

    Tra i 70 combattenti del gruppo armato che capeggia, la donna è conosciuta con il nome di battaglia Um Hanadi. In tutte le foto in cui è ritratta, Whaida imbraccia delle armi o un machete. Indossa il velo e una divisa dell’esercito iracheno e si definisce una combattente “per necessità”, come lei stessa ha ammesso in un’intervista rilasciata alla CNN

    La particolarità di questa donna che da casalinga è passata a indossare i panni della combattente è una: recentemente Whaida ha pubblicato su un profilo Facebook alcune foto che lasciano poco spazio all’immaginazione: due teste mozzate depositate all’interno di una pentola.

    Lei stessa ha ammesso di aver ucciso quei due uomini – miliziani del sedicente Stato islamico – di aver fatto recidere la loro testa e di averle cucinate “come gesto di vendetta”. 

    “Li ho combattuti, li ho fatti decapitare, ho cucinato le loro teste e ho bruciato i loro corpi”, ha raccontato la donna alla CNN. Ora che la città di Shirqat è stata liberata dall’assedio degli uomini del Califfato, Whaida si sente più libera per certi versi di raccontare la sua esperienza, nonostante le numerose minacce di morte personali ricevute da parte del leader del gruppo estremista. 

    “Sono in cima alla loro lista di ricercati”, ha sottolineato la donna, che non si è mostrata affatto intimorita. Lo ha fatto per vendicare la morte della sua famiglia, un marito, un padre e due fratelli, uccisi dai miliziani dell’Isis all’inizio del 2016. 

    Per sei volte hanno tentato di assassinarla. “Ho delle schegge in testa e sulle gambe. Le mie costole erano rotte, ma tutto questo non mi ha impedito di combattere”, ha raccontato ancora la donna, sollevando per qualche istante il velo e mostrando alcune delle sue cicatrici. 

    Whaida Mohamed (alias Um Hanadi) cominciò a combattere i miliziani jihadisti nel 2004, collaborando con le forze irachene nella lotta contro al- Qaeda prima, e contro l’Isis poi. Recentemente, la donna ha condotto la sua milizia in battaglia a supporto delle forze governative per respingere l’assedio dell’Isis a Shirqat. 

    Il generale Jamaa Anad, comandante delle forze di terra irachene nella provincia di Salahuddin, ha confermato che la milizia guidata da Whaida aveva fornito loro veicoli e armi. 

    “Ha perso i suoi fratelli, il marito e per vendetta ha formato il proprio gruppo militare”, ha precisato ancora il generale Anad. 

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