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    In Iraq è in corso un rimpasto di governo per uscire dalla crisi politica

    Enormi manifestazioni guidate dal religioso sciita Muqtada al-Sadr chiedono da mesi riforme e l'epurazione del governo dai membri corrotti

    Di TPI
    Pubblicato il 28 Apr. 2016 alle 13:18 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:07

    Seconda giornata di rimpasti per il governo iracheno che affronterà oggi la votazione del parlamento per la sostituzione di alcuni ministri con tecnocrati, così come richiesto a gran voce dalle manifestazioni di piazza guidate dal movimento sadrista.

    Le proteste contro un governo giudicato inetto e corrotto vanno avanti da agosto 2015 e sono guidate da Muqtada al-Sadr che, benché membro del clero sciita, fa appello alle masse irachene senza distinzione d’appartenenza confessionale o etnica e in un’ottica nazionalistica.

    I deputati iracheni si erano rifiutati per settimane di votare il rimpasto proposto dal primo ministro Haider al-Abadi, boicottando le sedute e tentando di rimuovere il presidente del parlamento.

    Finalmente, martedì 26 aprile Abadi è riuscito a sostituire sei membri dell’esecutivo, ma il rimpasto si è interrotto sul nome del ministro degli esteri.

    Le proteste pacifiche inscenate dal movimento sadrista nella capitale irachena, sono arrivate a minacciare l’ingresso nella cosiddetta Zona Verde di Baghdad – una zona fortificata in cui è negato l’accesso ai cittadini comuni che non vivano o lavorino all’interno e che ospita gli edifici del governo e le rappresentanze diplomatiche – e chiedono al governo riforme.

    A 13 anni dalla rimozione di Saddam Hussein, la nuova amministrazione non è mai stata in grado di garantire la sicurezza del paese né di fornire i servizi di base. Inoltre, non ha mai portato a termine il processo di riconciliazione tra sunniti e sciiti.

    Il sistema politico è organizzato su linee confessionali, anche se la divisione del potere non è sancita dalla Costituzione. La classe dirigente è accusata di corruzione e clientelismo, ed è profondamente invisa alla popolazione irachena.

    Tra una crisi finanziaria aggravata dal crollo del prezzo del petrolio e le incertezze legate alla lotta all’Isis, questa ennesima crisi politica dell’Iraq non fa che peggiorare la situazione di instabilità del paese.

    (qui sotto un video della Cbsn con le immagini degli scontri tra i deputati iracheni)

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