Nei giorni di sabato, domenica e lunedì 16 maggio, il governo iracheno ha deciso di “spegnere” internet in tutto il paese. Una misura volta a ostacolare e demotivare gli studenti a copiare negli esami di fine anno scolastico.
La notizia è stata diffusa da una società che si occupa di monitorare continuamente la rete in tutto il mondo, la Dyn Research, la quale ha registrato tre distinte interruzioni nelle giornate indicate e nelle fasce orarie comprese fra le 5 e le 8 del mattino (ora locale).
Il blocco ha interessato sia la connessione fissa, sia quella wifi. L’operazione, secondo fonti locali, sarebbe stata condotta dal ministero iracheno della Comunicazione, che al momento non ha però fornito nessuna dichiarazione ufficiale.
3rd 3hr blackout in 3 days as #Iraq continues attempts to block cheating on exams. More outages expected.. pic.twitter.com/culrbXPH9m
— Dyn Research (@DynResearch) 16 maggio 2016
Un provider iracheno che fornisce servizi internet, Earthlink, ha fatto sapere di aver registrato lunedì 16 maggio una mancanza di connessione e l’impossibilità di effettuare gli accessi sui social network.
Queste interruzioni sono coincise con il periodo di esami nelle scuole medie e superiori irachene. Il governo ha deciso di intervenire bloccando così ogni tentativo da parte degli studenti di servirsi di telefoni cellulari e dispositivi collegati a internet, scongiurando così il rischio di copiature nei test.
La decisione del ministero delle Comunicazioni iracheno avrebbe interessato tutti i servizi internet in Iraq, fatta eccezione per l’area del Kurdistan iracheno. Il governo regionale indipendente si è rifiutato di aderire al provvedimento.
I tentativi passati di imporre il divieto dei telefoni cellulari durante gli esami o la creazione di apparecchiature sofisticate per ostacolare gli accessi alla rete non sono serviti. La misura ancora più rigida di spegnere internet è risultata la più efficace, ma ha provocato al contempo la reazione della società civile che ha condannato la decisione del ministero delle Comunicazioni.
Non è la prima volta che il governo iracheno ricorre a questa soluzione, decidendo di “spegnere internet”. Già nel 2015, le autorità avevano adottato queste misure per frenare la pubblicazione dei risultati di test ed esami scolastici sulla rete, ma anche per ostacolare il diffondersi della propaganda nelle zone controllate dall’Isis.
Una fonte ha raccontato al sito online Vocativ che “a volte può capitare che qualche insegnante fornisca le risposte ai test agli studenti disposti a pagare, che le rivendono poi online”. Infatti, non è un caso che il blocco sia stato effettuato fra le 5 e le 8 del mattino, quando gli insegnanti finiscono di preparare i materiali e sono pronti a comunicare le risposte attraverso Facebook, Whatsapp o altri mezzi.
Tutto ciò è strettamente collegato con il sistema educativo scolastico iracheno. In Iraq non è obbligatorio proseguire gli studi oltre le elementari, e in genere solo gli studenti che hanno ottenuto dei buoni voti possono poi frequentare le scuole medie. Pertanto, la pressione sugli studenti è molto elevata, e di conseguenza anche la tentazione di imbrogliare è piuttosto alta.
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