Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi ha annunciato
un’operazione militare contro l’Isis per riconquistare Falluja. Al-Abadi ha dichiarato alla tv di Stato che “l’ora della liberazione di Falluja è arrivata”
e che “il nemico non ha scelta e dovrà scappare”.
L’esercito iracheno ha già sollecitato la popolazione locale
ad abbandonare la città. Migliaia di volantini sono stati lanciati da aerei iracheni
avvisando i civili della presenza di corridoi di sicurezza predisposti dai
militari. Chi non potrà lasciare la propria abitazione dovrà esporre una
bandiera bianca per non essere colpito.
L’esodo dei civili è iniziato sabato 21 maggio. La
Reuters riporta che, su venti famiglie di un quartiere vicino al fronte, solo la
metà è riuscita ad uscire da Falluja indenne a causa dei militanti del
califfato e delle mine presenti sul territorio.
Secondo Human Rights Watch, nell’ultimo mese l’Isis ha
impedito agli abitanti di lasciare la città, mentre le condizioni della
popolazione sono sempre più disperate a causa della mancanza di generi
alimentari. Tra i 60mila e i 90mila abitanti sono rimasti in città.
Falluja, nella provincia a maggioranza sunnita di Anbar, è
sotto il controllo dell’Isis dal 2014. È una delle due principali roccaforti
del califfato insieme a Mosul. L’operazione militare è molto delicata e
potrebbe richiedere dalle due alle tre settimane di tempo.
A dicembre del 2015, l’esercito iracheno ha riconquistato la
vicina di città di Ramadi con un’operazione che è durata diverse settimane.
Tuttavia, fonti militari irachene stimano che il numero di militanti dell’Isis
dovrebbe essere dimezzato negli ultimi mesi.
Ventimila forze di polizia si sono portate nei dintorni di
Falluja in previsione dell’attacco, mentre l’esercito e altri combattenti circondano
già la città che si trova a 65 chilometri a ovest di Baghdad, capitale
dell’Iraq.