Le sanzioni dell’Unione europea nei confronti dell’Iran sono “una palese interferenza negli affari interni del Paese” e “violano il diritto internazionale”, pertanto Teheran interverrà a sua volta “sanzionando individui ed entità rilevanti europee”: è l’annuncio del portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nassen Kanani in risposta al pacchetto di misure varato ieri dal Consiglio degli Affari Esteri dell’Ue come replica alla violenta repressione delle proteste nel Paese. “Seguendo un percorso ben collaudato di sanzioni inefficaci, l’Ue ha adottato altre sanzioni superflue contro iraniani”, ha scritto su Twitter il ministro iraniano degli Esteri, Hossein Amirabdollahian. “È una mossa non costruttiva – ha aggiunto – frutto di calcoli sbagliati, basata su una diffusa disinformazione. Disordini e atti vandalici non sono tollerati da nessuna parte e l’Iran non fa eccezione”.
Ieri il Consiglio Ue ha aggiunto undici persone e quattro enti – inclusa la cosiddetta “polizia morale” – alla lista dei sanzionati in Iran per violazioni dei diritti umani per il ruolo rivestito nella dinamica degli eventi che ha portato alla morte di Mahsa Amini, la giovane deceduta dopo essere stata per non aver indossato il velo in modo corretto diventata volto della protesta delle donne a Teheran. Saranno soggetti al divieto di rilascio del visto e al congelamento dei beni da parte dell’Unione, che in una nota ha condannato “il diffuso e sproporzionato ricorso alla forza nei confronti di manifestanti pacifici, che è ingiustificabile e inaccettabile”. “Le persone in Iran – si legge – come in qualsiasi altro luogo, hanno il diritto di manifestare pacificamente, diritto che deve essere garantito in ogni circostanza”.
L’organizzazione non governativa Iran Human Rights denuncia che dall’inizio delle proteste sono state uccise almeno 201 persone, 23 delle quali erano bambini. Il blocco di internet nel Paese ha reso difficile la raccolta di dati e informazioni, motivo per cui il bilancio potrebbe essere provvisorio e ben più grave.