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    Iran, petroliera in fiamme a largo della costa saudita: “Colpita da un missile”

    L'esplosione arriva dopo che gli Stati Uniti hanno affermato che nei mesi scorsi l'Iran ha attaccato diverse petroliere vicino allo stretto di Hormuz, alla foce del Golfo Persico. Teheran nega

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 11 Ott. 2019 alle 08:35 Aggiornato il 11 Ott. 2019 alle 08:38

    Iran, petroliera in fiamme a largo della costa saudita

    In Iran una petroliera è in fiamme al largo della costa dell’Arabia Saudita dopo essere stata colpita venerdì 11 ottobre. Lo riferiscono l’agenzia di stato ed altri media iraniani.

    La compagnia petrolifera nazionale sostiene che “la petroliera in fiamme è stata colpita da un missile”.

    La petroliera iraniana, che appartiene alla compagnia petrolifera nazionale, si trova a 120 chilometri al largo di Gedda. Secondo l’agenzia statale Isna, l’incendio è stato provocato da un’esplosione. “Si tratta di un attacco terroristico”, riferiscono fonti anonime all’agenzia. Al momento non è chiaro quale sia l’entità del danno, l’Isna parla di una perdita di petrolio nel Mar Rosso.

    L’agenzia di stampa Nour, che si trova vicino al Corpo di Guardia della Rivoluzione iraniana, ha detto che l’equipaggio era al sicuro e ha dato il nome di nave colpita come “Sanitized”.

    L’esplosione segnalata arriva dopo che gli Stati Uniti hanno affermato che nei mesi scorsi l’Iran ha attaccato diverse petroliere vicino allo stretto di Hormuz, alla foce del Golfo Persico. Teheran nega.

    La tensione nello stretto di Hormuz

    Venti di guerra hanno ripreso a spirare nel Golfo di Oman e in particolare nella zona dello stretto di Hormuz, da sempre terreno di scontro tra Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti.

    A far salire la tensione il 13 giugno è stato un attacco sferrato contro due petroliere, la Front Altair, battente bandiera delle Isole Marshall, noleggiata dalla compagnia petrolifera statale di Taiwan e appartenente alla norvegese Frontline, e la Kokuka, battente bandiera di Panama.

    Tra i nemici regionali Iran e Arabia Saudita, invece, le tensioni derivano dall’attacco ai due impianti petroliferi il 14 settembre scorso che hanno provocato incendi e danni e la chiusura di 5,7 milioni di barili al giorno (bpd) di produzione – oltre il 5 per cento del petrolio globale fornitura.

    Il prezzo del petrolio schizza dopo l’incendio

    In netto aumento le quotazioni del petrolio dopo l’incendio della petroliera iraniana al largo dell’Arabia saudita. I contratti sul greggio Wti con scadenza a novembre guadagnano 74 centesimi a 54,2 dollari l’oncia. Il Brent aumenta di 93 centesimi a 60,03 dollari l’oncia.

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