Nella città di Isfahan, quasi 500 chilometri a sud di Teheran, in Iran, un attacco con droni ha causato un’esplosione e un incendio in una fabbrica di munizioni.
Il Ministero della Difesa ha parlato di un attentato “senza successo” avvenuto nei confronti di “uno dei complessi di officine del ministero”, che sarebbe però stato “sventato”.
Uno dei droni è stato abbattuto dal sistema di difesa antiaerea del complesso, altri due sono esplosi. L’incursione è avvenuta intorno alle 21 italiane di ieri sera, e avrebbe danneggiato – secondo i primi report locali – soltanto il tetto della struttura, senza arrecare danni alle attrezzature e senza provocare vittime.
Video diffusi ieri sera sui social mostravano esplosioni in un deposito di munizioni a nord della città, con diverse unità di emergenza inviate sul posto. Alcune testimonianze riferiscono invece di “tre o quattro esplosioni”.
Per il momento le autorità di Teheran non hanno accusato formalmente nessuno per l’attacco, ma in passato era stato puntato più volte il dito contro Israele.
Da giorni si vocifera sulle intenzioni di Gerusalemme di colpire gli impianti nucleari iraniani, e Teheran dispone di diversi siti di ricerca nucleare proprio nella regione di Isfahan, compreso un impianto di conversione dell’uranio.
Nell’aprile 2022 l’Iran ha iniziato a produrre uranio arricchito al 60% nel sito di Natanz, avvicinandosi al 90% necessario per realizzare una bomba atomica. In alcune dichiarazioni rilasciate all’agenzia Mehr, il parlamentare Mohammad-Hassan Assafari ha accusato “gli oppositori e i nemici” della Repubblica islamica, che con questo attacco cercano di “turbare le capacità difensive” del Paese.
Un altro importante incendio si è sviluppato intanto in una raffineria di petrolio nella città di Tabriz, ma non vi sono per ora indicazioni di un collegamento fra i due incidenti.