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    L’Iran espelle una suora italiana

    Credit: EPA/Abedin Taherkenareh/ANSA

    Suor Giuseppina Berti, attualmente in pensione, ha passato 26 dei suoi 75 anni a prendersi cura dei poveri e dei malati di un lebbrosario di Tabriz

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 11 Giu. 2021 alle 18:16

    L’Iran ha “espulso” una suora italiana, attualmente in pensione ma impegnata per 26 anni nella cura dei malati di un lebbrosario di Tabriz. Ne danno notizia i media vaticani, secondo cui la settantacinquenne suor Giuseppina Berti, attualmente residente a Isfahan presso la Congregazione delle Figlie della Carità, sarà costretta a lasciare il Paese nei prossimi giorni.

    Alla religiosa non è infatti stato rinnovato il visto e così si è vista recapitare il foglio di via. L’allontanamento di suor Giuseppina, secondo i media vaticani, potrebbe mettere a rischio anche la permanenza della suora austriaca Fabiola Weiss, di 77 anni, di cui 38 passati ad aiutare i malati del lebbrosario di Tabriz, a cui invece è stato rinnovato il permesso di residenza per un altro anno. Non è ancora chiaro il motivo del provvedimento adottato nei confronti di suor Giuseppina Berti. Negli ultimi anni infatti le due religiose non hanno svolto alcuna attività esterna, proprio per evitare accuse di proselitismo.

    La casa della Congregazione delle Figlie della Carità è attualmente l’unica realtà della Chiesa cattolica di rito latino a Isfahan, dopo la confisca della residenza dei Padri Lazzaristi in città decisa nel 2016 dalle autorità iraniane. La partenza delle due religiose potrebbe così mettere definitivamente fine alla presenza di strutture gestite da ordini cattolici in città, riducendo quasi della metà la presenza della Congregazione in Iran. Soltanto altre tre suore operano infatti nel Paese dalla capitale Teheran.

    Le prime attività della Congregazione delle Figlie della Caritànella città iraniana risalgono agli anni Trenta del XX secolo. Proprio a Isfahan, nel 1942, le religiose cattoliche si presero cura di centinaia di bambini polacchi, rifugiati e orfani di guerra, arrivati in Iran a seguito delle violenze della Seconda guerra mondiale. Fino al 1979, le suore della Congregazione gestivano una scuola in città, espropriata dopo la rivoluzione.

    In Iran la Chiesa cattolica di rito latino conta poco più di tremila fedeli, divisi in sei parrocchie. Oltre all’arcidiocesi latina, in tutto il Paese operano due arcidiocesi assiro-caldee e una diocesi armena.

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